Torino - Green light salva cuore, prostata e attività sessuale
Bruno Frea

All'ospedale Molinette operato paziente centenario

Guarisce la prostata ingrossata e salva il cuore e la potenza sessuale tra gli uomini. Si tratta di una metodologia chirurgica che porta il nome Greenlight, il laser al triborato di litio, l’unico che per la prima volta guarisce in anestesia spinale e con dimissione in 24 ore l’ipertrofia prostatica benigna (Ipb).

All’ospedale Molinette non solo sono stati già eseguiti dal 2013, oltre 400 interventi, di cui 100 su pazienti con gravi problemi cardiovascolari, ponendosi così tra i centri di riferimento in Piemonte e in Italia per la cura di questa patologia, ma qualche mese fa il laser è stato usato nel corso di un intervento chirurgico su un uomo di 100 anni affetto da Ipb.

La notizia è arrivata dal secondo meeting nazionale di chirurgia laser, in programma il 19 aprile, che ha riunito i massimi esperti italiani. 

 

Un laser al posti del bisturi

 

La nuova metodica Greenlight, messa a punto negli Stati Uniti, sfrutta l’azione di un potente laser al triborato di litio ad alta energia (180 W), che vaporizza solo l’eccesso di tessuto prostatico, trasformandolo in vapore.

L’intervento mininvasivo si effettua per via endoscopica in anestesia spinale. La fibra laser, introdotta dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio, vaporizza con estrema precisione l’area interessata senza provocare alcun sanguinamento, risolvendo l’ostruzione e ristabilendo una normale minzione. La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo una notte di ricovero e riprende le normali attività nel giro di  pochi giorni. Il laser verde offre un’immediata risoluzione dei sintomi e della minzione, il ricorso al catetere per meno di 24 ore.

 

I vantaggi del laser a raggio verde, per il cuore e la sessualità

 

Il laser a raggio verde vaporizza solo il tessuto prostatico in eccesso senza causare alcun sanguinamento e consente di non sospendere mai la terapia “salvavita” (come invece avviene con la chirurgia tradizionale), un evento che esporrebbe i pazienti a gravissimi rischi cardiocircolatori. Greenlight è anche l’unica metodica in grado di trattare in totale sicurezza e con il servizio sanitario nazionale pazienti finora inoperabili e condannati al catetere a vita, come quelli affetti da gravi malattie cardiovascolari in terapia con farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti (oltre un milione in Italia).

Molte persone affette da Ipb” - spiega il dottor Simone Frea, cardiologo all’unità operativa di cardiologia delle Molinette - presentano anche problemi di cuore, sono portatori di stent coronarici (in Italia ogni anno ne vengono applicati 142mila) o di valvole cardiache meccaniche o soffrono di fibrillazione atriale, condizioni che richiedono una terapia prolungata (a volte continuativa) con farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti. Per loro ogni intervento chirurgico diventa un problema con rilevante componente di rischio: devono sospendere l'assunzione di farmaci per ridurre i sanguinamenti infra e post intervento, esponendosi così al pericolo di  gravi complicanze cardiovascolari. Oggi la soluzione alla critica situazione per gli uomini che devono affrontare un intervento per la risoluzione dell’ ipertrofia prostatica è il laser verde”.

Greenlight tutela la potenza sessuale. Sottolinea il professor Frea: “Nessun paziente sessualmente attivo ha sviluppato impotenza dopo l'intervento con Greenlight. Il laser non causa danni ai nervi dell’erezione e della continenza urinaria, in quanto agisce all'interno della ghiandola prostatica, non toccando la superficie: è come svuotare internamente un'arancia lasciando inalterata la buccia, là dove scorrono i nervi deputati alla funzione erettile ed a regolare la continenza. Inoltre evita recidive, a conferma che la metodica offre reale e definitiva soluzione per l’Ipb”.

 

L’ipertrofia prostatica benigna, cos’è

 

L’Ipb è il disturbo urologico maschile più diffuso che interessa fino all'80% degli ultra 50enni, tanto che in Italia si pone ai primi posti per diagnosi effettuate ogni anno, seconda all’ipertensione arteriosa.  

“L’ipertrofia prostatica è destinata ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione maschile ed incide pesantemente sulla qualità di vita, provocando disturbi che vanno dalla difficoltà a urinare, all’insopprimibile urgenza e frequenza anche notturna, fino alla ritenzione urinaria che richiede il ricorso al catetere per lo svuotamento della vescica – spiega il professor Bruno Frea, direttore della struttura complessa di urologia universitaria delle Molinette -. Quando la prostata si ingrossa, ostruendo il passaggio dell'urina ed i farmaci non sono più sufficienti, è necessario asportare chirurgicamente il tessuto in eccesso”.

Il trattamento chirurgico con 400mila interventi è secondo solo all'intervento di cataratta (500mila), che diversamente colpisce entrambi i sessi, mentre l'Ipb interessa solo i maschi, con 14.854 ricoveri, una spesa per la terapia farmacologica di quasi 328 milioni di euro e 74.834 giornate di assenza dal lavoro. 

 

                                                                                                      Liliana Carbone 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 21/04/2016