Referendum Trivelle, Fallito!

Ha votato circa il 30% degli elettori

Si è concluso come da più parti atteso e pronosticato un referendum del quale, sino a poche settimane orsono, nessuno se ne era accorto. Le vicende degli intrallazzi facili dei petrolieri che hanno portato alle dimissioni la ministra Federica Guidi, hanno contribuito ad accendere i riflettori sul quesito referendario che, secondo una propaganda ampiamente gonfiata da parte dei sostenitori del Si, avrebbe potuto, se vincente, porre fine ai comportamenti criminosi emersi.

Balla colossale! Attendiamo l’esito della solerte e capillare azione inquirente in corso, ma purtroppo, in questo dissestato Paese, non sono  solo i petrolieri attori di scandali  e turbative. Qui purtroppo le commistioni della cattiva politica con il malaffare sono protagoniste  ogni giorno ed in ogni settore. Ma tornando al Referendum, rileggiamo il quesito che è già di per sé un esempio di confusione.

“Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ‘Norme in materia ambientale’, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)’, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale’?”

Gli elettori sono stati arbitri di tre posizioni sulla durata delle trivellazioni in mare, entro le 12 miglia nautiche.

Chi ha votato vuole che l’estrazione di gas e petrolio si fermi alla scadenza del contratto di concessione. Chi No, vuole che le piattaforme si fermino quando non ci sarà più niente da estrarre.

Il governo ha fatto campagna per il non voto, puntando sul mancato ottenimento del quorum.

Secondo Palazzo Chigi, sarebbero a rischio 11mila posti di lavoro. Ma per le regioni che hanno promosso il referendum, così come per le associazioni ambientaliste, in gioco c‘è il delicato ecosistema del Mediterraneo, che di posti di lavoro ne dà molti di più.

Il fatto che  Renzi abbia invitato alla non partecipazione al voto, ha provocato reazioni opposte, perché nel testo della Riforma Costituzionale sul quale il cittadino dovrà pronunciarsi in autunno, l’accesso all’istituto referendario verrà molto ridimensionato. Spostando di poco l’accesso alle urne

La politica energetica di un Paese è materia complessa e non può un quesito referendario pretendere di sostituire  scelte ponderate che sarebbe una follia generalizzare.

Le operazioni di voto per i 47 milioni di aventi diritto sono cominciate alle 7 del mattino e si sono concluse alle 23 con il mancato raggiungimento del quorum.   .

Nei giorni scorsi si sono registrate spiacevoli ed autorevoli interferenze circa l’illegittimità dell’astensione. 

Tra i commenti della giornata, Il governatore dem della Campania Vincenzo De Luca ha precisato: “Sul referendum di oggi sapete come la penso: per me è una palla. Quello che conta è il prossimo, quello di ottobre (quello confermativo delle riforme costituzionali ndr)”.

La battuta non è passata inosservata all’avvocato Oreste Agosto, vicino al Movimento 5 stelle, che ha annunciato per oggi la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica di Salerno. 

Il Pd nelle scorse settimane ha invitato all’astensione difendendo la scelta come “legittima”. Il vice segretario del PD Lorenzo Guerini ha detto di essere fiducioso della buona riuscita (cioè del fallimento) del referendum: “Al momento i dati che ci giungono dalla Rete del Pd che segue l’andamento dell’affluenza ai seggi sono in linea, anzi direi addirittura meglio, con le nostre aspettative”.  

Il Comitato “Vota Sì per fermare le trivelle” ha raccolto, numerose segnalazioni da parte di cittadini che denunciano ostacoli nell’esercizio del voto. Lo afferma una nota del Comitato. In particolare a Roma “alcuni cittadini hanno denunciato di aver trovato sbarrato il seggio dove erano soliti votare -si legge nel comunicato- come nel caso di Via della Magliana 296, senza aver avuto preventiva informazione dell’accorpamento del seggio da parte del Municipio di competenza”.

 Il Comitato Vota sì “chiede al Comune di Roma e ai Municipi di dare immediato e pubblico avviso di eventuali disservizi o accorpamento di seggi, per garantire ai cittadini l’accesso al voto”

Come preannunciato il segretario del PD e Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, da Palazzo Chigi, ad urne chiuse, ha espresso soddisfazione per l’esito del referendum, denunciando  che” gli sconfitti sono quei pochi, pochissimi consiglieri regionali e qualche presidente di Regione che ha voluto cavalcare un referendum per esigenze personali politiche. La demagogia non paga”.

Sono così risultate estranee le motivazioni inerenti all’ambiente ed alla salute degli italiani. La scelta referendaria ha invece provocato lo sperpero di denaro pubblico.

Stizzita replica del Presidente della Puglia Michele Emiliano, toccato direttamente.

Le polemiche imperverseranno nei prossimi giorni o tutto si concluderà tra tarallucci e vino?  

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 18/04/2016