Torino, Centro destra: le punture di spillo dei contendenti

Confronto a distanza tra Roberto Rosso ed Osvaldo Napoli. Le idee chiare di Luca Olivetti

I corsi ed i ricorsi della Storia sono una realtà che a volte si può anche cavalcare piacevolmente. Roberto Rosso e Osvaldo Napoli hanno mosso i primi passi in politica sotto lo Scudo Crociato ed entrambi sono stati svezzati da Carlo Donat Cattin, incontrastato leader piemontese della Dc.

In un confronto a distanza tra i due contenti per la designazione a sindaco di Torino, per il centro destra, ieri si è avuto modo di apprezzare  lo stile di chi la politica la muove ancor oggi con “ésprit” e costruendo variabili su qualche sostantivo mutuato dal diritto, dalla medicina o da altra conoscenza, apparentemente profana.

Il temine che pur non essendo giuristi i due hanno adottato nei loro ragionamenti sottili, divenuti strategici è stato la “condizione sospensiva”, ovviamente interpretata ad uso dei politici  e non dei giuristi.

Il calendario procede impietoso verso la data fatidica del 5 giugno, giorno di apertura dei seggi elettorali. La tendenza emersa in tutte le occasioni, anche remote in cui una parte dell’elettorato incontrava qualche spezzone del centro destra era l’invito pressante a mettersi d’accordo per convergere su un candidato sindaco unitario, nonostante le secche romane, i veti incrociati e le sciabolate gratuite che Matteo Salvini rasava sul capo di un pacifico (almeno nei confronti di Salvini) Osvaldo  Napoli.

Così la settimana scorsa il notaio Morano, candidato designato a sindaco da Lega Nord e Fratelli d’Italia, spargeva petali di rose verso Roberto Rosso, sicuro che con lui si sarebbe accordato, mentre si sottintendeva che l’agnello sacrificale avrebbe dovuto essere il “politico di professione” Osvaldo Napoli,

Ieri è invece toccato a Roberto Rosso, spiegare il suo “Che fare”?. Dinanzi ad una platea di giornalisti e di supportes, ha svolto una breve lezione sull’importanza di costruire, almeno a Torino un gruppo di “centro liberale democratico di ispirazione cristiana”, per fronteggiare la sinistra e il Movimento cinque Stelle.

Rosso, avvalendosi di comparazione europee e di una tendenza che sembra prevalere, ha messo in guardia dall’affermazione della destra lepenista e populista a detrimento di un centrodestra  liberaldemocratico.

Lo scontro tra questa Destra e i partiti di sinistra porterebbe ad una vittoria di questi ultimi. Ma, per evitare ciò e guidare una coalizione ove ci sia un unico candidato sindaco, s’immettono le sospensive. Le primarie in più occasioni sostenute sarebbero  state una toccasana. Manca il tempo ed invece delle primarie si potrebbe commissionare un sondaggio serio e per approdare al “ vinca il migliore”.

Roberto Rosso sostiene che i suoi contendenti non intendono seguire questa via, perché temono la superiorità dei suoi consensi. Così, s’inceppa il sistema. Si spera comunque e Rosso prudentemente non presenta le numerose liste a supporto, quasi tutte di provenienza da categorie di cittadini della società civile o di movimenti di opinione.

Viene invece dato spazio alla lista “Roberto Rosso Sindaco”. Aprono l’elenco candidati che già si sono cimentati in esperienze amministrative, seguite da altri 15 nominativi.

La capeggia Patrizia Borgarello, ex capogruppo della Lega Nord al consiglio provinciale ed eroina battagliera e solitaria nella promozione della causa dinanzi al TAR, per l’annullamento delle liste che convergevano su  Sergio Chiamparino viziate, a suo dire, da firme false e taroccate, nell’ultima elezione del consiglio regionale.

Seguono altri ex consiglieri provinciali; Roberto Cermignani e Raffaele Petrarulo, ex dipietristi che nell’ultima fase dell’amministrazione Saitta, con Patrizia Borgarello rappresentavano il fronte del No al Presidente.

Ettore Puglisi , ex consigliere di Forza Italia, ora transitato tra i fedeli di Raffale Fitto, ed altri ex consiglieri nelle circoscrizione.

Le altre presentazioni vengono prudentemente posticipate a quanto la situazione sarà maggiormente definita.

Così viene riproposto, anche nella risposta ai quesiti posti dai presenti, il programma già illustrato nell’intervista rilasciata ieri da Rosso a Civico20.

Lasciato questo scenario di auspici e speranze, ma fermo nella difesa delle prerogative, la parola, nelle Sale dei Circolo della Stampa, è toccata ad Osvaldo Napoli.

Pur essendo convinto e consapevole che la corsa a tre non potrà avere futuro, il sindaco di Valgioie sostiene di essere stato designato a candidato sindaco di Forza Italia da Silvio Berlusconi e che solo il tavolo romano potrà prendere decisioni in merito.

Si dichiara, da politico navigato, disponibile a farsi da parte, se ciò gli verrà richiesto. Il discorso poi si arena sul concetto della presunta superiorità del candidato unico che dovrebbe diventare il condottiero del centrodestra.

Da gentiluomo d’altri tempi, Napoli rivendica la correttezza del tratto, mentre con angolature diverse, sostiene che Matteo Salvini, il notaio Morano e Roberto Rosso, avrebbero usato espressioni irriguardose e calunniose nei suoi confronti.

Sfuma così, almeno per il candidato di Forza Italia, la possibilità di ritenere legittima  un’intesa torinese per giungere ad una candidatura unitaria. Osvaldo Napoli, uomo prudente, a differenza degli altri due pretendenti, rivendica con orgoglio di non aver fatto stampare manifesti con slogan , fotografie e simboli di partito,  in attesa di un quadro definito.

Attende, se Roma deciderà, altrimenti continuerà in modo maggiormente evidente e incisivo la campagna elettorale.

Lasciati i bizantinismi dei pretendenti, la serata si conclude con  un incontro con l’avvocato Luca Olivetti, creatore della lista “Un sogno per Torino”. Olivetti sin  dal primo incontro con il pubblico nel 2015, si è speso per l’esigenza imprescindibile di ricercare una candidatura unica per il centrodestra unito, auspicato dagli elettori, e meno dalle gelosie dei candidati.

Continua con serenità e pragmatismo nella sua mission, procedendo alla stesura della  lista dei suoi papabili consiglieri. In caso di mancato accordo unitario, confluirà con l’apposito logo tra i sostenitori di Osvaldo Napoli. Si dice comunque fiducioso che il lavoro sotterraneo che, forse più a Torino che a Roma, in queste ora qualcuno sta intessendo, possa dare a breve i frutti sperati. Tutto oramai è possibile.

A situazione definita, avremo indubbiamente la possibilità di esaminare programmi e liste di candidati, Si potrà apprezzare coloro che tradurranno gli slogan in proposte concrete e chi invece continuerà a declamare “Parole, Parole” senza possedere il fascino coinvolgente, né la voce di Mina e Alberto Lupo!

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Articolo pubblicato il 13/04/2016