Referendum sulle trivelle

L’intempestiva dichiarazione del presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi

Rispondendo ad una domanda dei giornalisti circa la legittimità dell’invito all’astensione al c.d. referendum sulle trivelle, il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Si deve votare. Ogni cittadino è libero di farlo nel modo in cui ritiene giusto, ma credo che si debba partecipare al voto, perché significa essere pienamente cittadini. Fa parte della carta d’identità del buon cittadino”.

Mi sembra legittimo sostenere l’intempestività ed anche inopportunità di tale dichiarazione, per i seguenti motivi.

Le disposizioni sul referendum prevedono tre possibilità per i cittadini: il voto favorevole, quello sfavorevole e l’astensione.

La prova della legittimità di tale interpretazione è data dal fatto che la regolamentazione del referendum  prevede che lo stesso sia valido soltanto se vi partecipino il 50% degli elettori + 1.

L’astensione è dunque prevista dalla legge quale elemento sine qua non per la procedura referendaria e pertanto ne avvalora e legittima esplicitamente il ricorso dando a tale astensione un preciso significato.

Ne consegue che non è esatto sostenere, come sostiene il presidente della Consulta, che votare il referendum sia un dovere del cittadino; a questi, al contrario, è concessa per legge la facoltà di astenersi e dunque di dare il suo giudizio anche sul preliminare accertamento della necessità di ricorrervi.

Né assume un particolare valore morale l’astensione dal voto soltanto perché esso manifesta in definitiva, sia pure in forma diversa, un voto sfavorevole, come nel caso del referendum abrogativo sulle trivelle.

A maggior ragione poi se si considera che all’astensione dal voto non è applicabile alcun provvedimento sanzionatorio di carattere amministrativo e pertanto è quantomeno improprio affermare che il voto “…Fa parte della carta d’identità del buon cittadino”.

Il buon cittadino rimane tale anche se si astiene dal partecipare al voto sul referendum !

Grossi ha affermato, peraltro soltanto implicitamente, che la dichiarazione è stata rilasciata a titolo personale (“…ma credo che si debba partecipare al voto…”), ben consapevole che se così non fosse stato e cioè se si fosse espresso a nome della Consulta vi sarebbe stata una interferenza inaccettabile di quello che è il nostro massimo organo giudiziario.


Tuttavia non può essere sfuggito al presidente della Consulta l’inopportunità e l’intempestività di tale sua dichiarazione, tenuto conto delle numerose e spesso artificiose polemiche che si sono evidenziate in questi giorni e che hanno dato al referendum sulle trivelle un significato politico a prescindere dal reale e oggettivo interesse dei cittadini.

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Articolo pubblicato il 13/04/2016