Vi sono disabilità fisiche che possono rendere molto difficoltoso, se non impossibile partecipare alle attività creative soprattutto quando non si ha il pieno utilizzo delle braccia e delle mani. Uno studente di design è riuscito a ideare un modo per permettere ai portatori di handicap di esprimersi attraverso la musica utilizzando solo i loro movimenti oculari monitorati da un "eye tracking", un attrezzatura facilmente ottenibile ad un costo contenuto; la necessaria tecnologia infatti costa poco più di un centinaio di dollari.
Spiegato in modo semplice si può affermare che, l'eye tracker, il tracciatore oculare, è un apparato che consente la misurazione del punto di fissazione oculare o del moto di un occhio rispetto alla testa. I dati di tracciamento dei movimenti degli occhi vengono raccolti utilizzando un tracciatore oculare ("eye tracker") che consente, fra le sue numerose applicazioni, di utilizzare una tastiera virtuale sul monitor per comporre parole e mettere in condizioni di scrivere a gravi disabili impossibilitati all'utilizzo delle mani. Si è sulla buona strada per fare dell' eye-tracking uno standard nella interazione uomo-computer.
è l'ideatore di una sperimentazione, effettuata presso l'Istituto di Copenaghen di "Interactive Design", consistente in un apparato a cui ha attribuito il nome di "Eye Conductor" e l'ha realizzato utilizzando un tracker oculare ed una semplice webcam. Refsgaard sostiene di poter ampliare i limiti dell'interazione oculare impiegando le tecnologie di tracciamento oculare e delle espressioni del viso utilizzandole per scopi creativi.
Il software ideato dal ricercatore consente agli utenti disabili di suonare strumenti virtuali, creare battute su strumenti diversi, aggiungere effetti come il riverbero, spostandosi su più ottave. Gli utenti possono selezionare note o accordi da "scrolling" attraverso l'interfaccia con lo sguardo. E, soprattutto, la soglia per effettuare le selezioni può essere regolata a seconda di quanto sia limitata dalla malattia la motilità oculare o del viso.
Refsgaard ha sviluppato il suo progetto visitando le scuole e le case per i disabili. Ha scoperto che la musica era un interesse comune a tutti , e che il software lo ha aiutato a stabilire legami, anche non verbali, con le persone. Il ricercatore si dichiara convinto che le persone con disabilità fisiche dovute alla mancanza di capacità motorie non debbano essere escluse dal suonare , sia pure su strumenti non tradizionali La sfida è quella di offrire a tutti la capacità di esprimersi artisticamente, a prescindere dalla disabilità fisiche o sfide
Ha così ideato un software che trasforma il movimento degli occhi in note musicali, consentendo di comporre musica o suonare una melodia su uno strumento virtuale utilizzando solo gli occhi e che richiede comunque una notevole pratica, e uno studio paragonabile a quello di uno strumento tradizionale
Il sistema utilizza il traker oculare con una webcam per seguire lo sguardo di una persona. I movimenti oculari vengono interpretate come note ed attualmente permette di suonare un pianoforte virtuale, un violino o un sintetizzatore, ed anche di provare la gioia di suonare una batteria utilizzando tre tamburi. Il suono può essere influenzato dalle espressioni facciali: alzando le sopracciglia si possono variare tutte le note di un'ottava e, aprendo la bocca, si possono aggiungere effetti come il riverbero.
Tutti i movimenti del viso e degli viso e occhi possono essere calibrati alle possibilità di un individuo, sia pure se lo stesso Refsgaard ammette che la tecnica possa essere complicata da padroneggiare, poichè è molto più complicato mantenere un ritmo con gli occhi che non con le dita.
Un altro studioso, il professore Aldo Faisal del Dipartimento di Bioingegneria a Londra, ha creato di recente un braccio robotico che risponde allo sguardo di una persona e sta lavorando su un sistema che permette di mixare la musica dal vivo utilizzando gli occhi che consente a chi, colpito da paralisi grave o in amputati, di sperimentare la gioia di comporre, arrangiare e fare musica," dice.
Gli studi in questo campo sono già in una fase assai avanzata ed ora il prossimo traguardo da superare per i due ricercatori, è quello di mettere gli utenti in condizioni di poter suonare il loro strumento collegandosi in rete, in maniera tale che la loro esperienza possa essere condivisa da un gran numero di persone in tutto il mondo, riuscendo così vincere l'isolamento a cui la malattia li aveva condannati.
foto da: http://andreasrefsgaard.dk/project_category/research/
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Articolo pubblicato il 19/04/2016