Luiz Inącio Lula da Silva esule a Torino?

Era il condottiero della sinistra del domani.

Lula da Silva era noto da noi per due ragioni. La prima è quella di avere negato l’estradizione in Italia dal Brasile, che governava, del noto pluriomicida e condannato all’ergastolo Cesare Battisti. La seconda è quella di avere ricoperto la carica di premier del Brasile sotto l’egida della sinistra.

Solita storia, commenta Marco Gorra. “In qualche angolo del mondo va al governo uno di sinistra e in Italia tutti si scoprono improvvisamente suoi fan della prima ora. Si strologa lungamente circa chi, tra la classe dirigente in sella possa essere a miglior titolo definito l’erede italiano del messia in questione.”

Lula da Silva è stato concelebrato in passato, tra gli altri, da D’Alema, Veltroni, Prodi, Bertinotti ed ancora di recente da Matteo Renzi che lo ha definito “un uomo che ha rappresentato un modello di sinistra di governo per tanti di noi”. A posteriori dobbiamo convenire che lo statista di Rignano aveva i suoi buoni motivi, visto ciò che ogni giorno sta emergendo all’interno e nei dintorni del suo governo.

Il vento è cambiato quando la magistratura di San Paolo del Brasile ha cominciato ad indagare sugli affari illeciti dell’uomo politico e lo ha incriminato per truffa, falso ideologico, associazione a delinquere e riciclaggio.

L’attuale presidente Dilma Roussef, per metterlo al riparo dalle gravi accuse, è arrivata ad offrire a Lula da Silva un incarico ministeriale, ma il tentativo è fallito a causa della sollevazione di milioni di cittadini, che hanno chiesto anche le dimissioni della Roussef.

Messo alle strette, al povero Lula, per evitare il carcere, è rimasta una sola via di fuga: quella di espatriare.

Lui sa di avere in Italia e proprio a Torino un grande amico: l’attuale sindaco Piero Fassino che, nelle vesti dell’allora segretario dei DS, era addirittura accorso in Brasile al momento della elezione ad abbracciare il barbuto compagno.

L’Unità di allora aveva raccontato: “il saluto è quello tipico di queste parti, con abbracci e grandi pacche. Fassino deve chinarsi un po’, Lula non si fa condizionare dalla corporatura del segretario DS e picchia forte come si fa tra la sua gente.” Poi Fassino saluta commosso: “sono venuto per salutare e per congratularmi con un amico”.

Un’amicizia che potrebbe davvero portare nella nostra città, come ospite non troppo gradito, il ricercato brasiliano compagno Luiz Inàcio Lula da Silva.

 

Prof. Gian Carlo Pavetto.

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Articolo pubblicato il 08/04/2016