Regione Piemonte: Un bilancio lacrime e sangue?

Prosegue in Consiglio Regionale la discussione sul bilancio preventivo 2016-2018

Due giorni d’intenso confronto con sedute notturne attendono da stamane i nostri consiglieri regionali.

Dopo la presentazione da parte dell’assessore Aldo Reschigna ed un inizio di discussione generale, oggi e domani si terrà il vero e proprio confronto tra i consiglieri e la Giunta sulla prima applicazione del decreto legislativo n.118 che obbliga l’amministrazione a garantire l’equilibrio di bilancio.

“Affrontiamo questo 2016 con una somma di disavanzi di più di 3 miliardi di euro, abbiamo il livello di indebitamento più alto della storia della Regione: 10 miliardi alla fine del 2015”.

Così ha esordito l’assessore al bilancio, nel corso della riunione di consiglio del 24 marzo.” Questo debito complessivo, prosegue Reschigna, calerà e a fine legislatura arriverà a 8,8 miliardi, ci faremo carico di restituire oltre 1,2 miliardi in cinque anni. Non siamo ancora in condizione di equilibrio di bilancio, la nostra capacità di spesa per il 2016 è ancora legata a entrate straordinarie. La normalità ci sarà quando l’equilibrio sarà garantito da entrate ordinarie” ha spiegato entrando nel dettaglio delle cifre”.

Per completezza d’informazione, non ci resta che affidarci alla drammaticità delle cifre. Il bilancio di previsione pareggia in 19.696.407.258,55 euro in termini di competenza e 14.322.648.430,83 euro in termini di cassa.

Nell’esercizio finanziario 2017 il bilancio di previsione finanziario, si prevede pareggi in 18.572.943.661,23 euro in termini di competenza. Nell’esercizio finanziario 2018 sono previste entrate e spese in termini di competenza per 18.169.397.710,49 euro.

Di come siamo arrivati a questa situazione sono ricche le cronache del consiglio. Dalle assunzioni clientelari operate dalla Giunta Ghigo, prontamente denunciate da Mercedes Bresso, quando giunse al potere in Regione, sino al debito astronomico provocato dal duetto Bresso – Bairati, prontamente esaltato da Cota, non appena ebbe la possibilità di verificare i conti ereditati dalla zarina.

Purtroppo, nel breve governo di Cota, causa l’inesperienza di alcuni assessori, le condizioni delle dissestate finanze non migliorarono, finché Gilberto Pichetto, attuale capogruppo di Forza Italia assunse l’onere dell’assessorato al Bilancio e cercò di porvi qualche rimedio.

Poi la contrazione delle entrate a causa della crisi e la drastica riduzione delle erogazioni governative messe in atto dai Governi Monti, Letta e Renzi, non hanno migliorato certo la situazione.

Sergio Chiamparino, nonostante le promesse pre elettorali, non appena salì al potere, mise prepotentemente le mani nelle tasche dei Piemontesi e, se desse corda all’ala estrema della sua coalizione capeggiata da Marco Grimaldi (Sel) e da altri cani sciolti del PD, rincarerebbe ancora le aliquote dell’Irap a carico di autostrade, banche ed assicurazioni, con aggravio a caduta a carico dei cittadini.

Quali margini di manovra potrebbe avere Chiamparino? In questa situazione non ci si può solamente affidare alla bravura o alle alchimie dell’assessore al Bilancio.

Se esclude il ricorso ad ulteriore tassazione, il Presidente potrebbe impegnarsi con ben altri strumenti  a disposizione.

Non ci resta che ripercorrere i due anni di quest’amministrazione.

Le società partecipate continuano ad esser fonte d’inefficienza e di cattiva gestione perché anche la conduzione di quelle che presentano un modesto attivo e che non sono strategiche, rimangono appannaggio dei partiti con spreco di mezzi ed utilizzo spropositano di risorse umane e manageriali, oltretutto generosamente retribuite.

A nulla sono valse le denunce delle opposizioni in consiglio comunale e le segnalazione dei commentatori. L’assessora Giuseppina De Santis   in questo sostenuta da Chiamparino, si limita a rinviare gli interventi, respingerli in altri casi o annunciare azioni di puro maquillage, rinviati nel tempo, senza dare corso all’iter delle dismissioni.

Sempre a carico di quest’assessora che potremo definire l’ultima della classe della Giunta, si registra la mancata attivazione dei contributi europei a favore del nostro sistema produttivo, con pesanti e colpevoli ripercussioni sul tasso di disoccupazione giovanile.

Per rimanere in tema, il Piemonte, oltre a rappresentare il fanalino di coda delle Regioni del Nord, segna livelli indecenti di disoccupazioni giovanile. Anche in questo caso, non si può non denunciare l’errata impostazione di una politica dell’impiego, frutto di una visione burocratica ed avulsa dalle reali necessità del nostro sistema produttivo.

Nell’attività della Giunta, ascoltiamo parole al vento, convegni fumosi, pseudo corsi di formazione che sono produttivi solamente per coloro che li organizzano, contributi erogati con superficialità e ampiamente inefficaci. Complimenti Chiamparino!

Intanto altre sono le necessità dei Piemontesi, dai trasporti alla sanità,  alla carenza delle infrastrutture per citare le principali oltre alla disoccupazione giovanile.

I Consiglieri di opposizione di Forza Italia, FdI, Lega Nord e M5S , hanno già denunciato il respingimento a catenaccio operato dalla Giunta nelle commissioni, di ogni emendamento finalizzato a porre rimedio all’assenza di sussidi o erogazione di cure a favore di cittadini colpiti da malattie gravi.

Questi argomenti terranno banco certamente negli interventi già a calendario nelle sedute della settimana. Avremo modo di ascoltare nel corso della settimana, quali proposte formulerà Chiamparino.

In questi momenti, non mancherebbe la possibilità di rendere efficiente  il sistema regione, senza comprimere ulteriormente le esigenze dei cittadini e le occasioni di sviluppo. Si potrà così comprendere se coloro che ci governano sono portatori di una strategia.

Anche il più ottuso burocrate sarebbe in grado di trasferire fondi statali o comunitari per gestire l’amministrazione ordinaria, ma il ruolo politico dovrebbe mirare a ben altre funzioni.

I Piemontesi potranno valutare già nelle prossime ore, quale saranno l’effettiva volontà politica e l’impegno di Sergio Chiamparino, a prescindere da ogni pregiudizio.

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Articolo pubblicato il 30/03/2016