La fondazione di Roma anticipata di due secoli

Dai ritrovamenti degli archeologi si ritiene che Roma venne fondata nel nono seoolo a. C.

Non finiscono di stupire i ritrovamenti archeologici che illuminano la nostra storia e le origini della civiltà occidentale.

 

Stiamo parlando delle origini di Roma che, secondo la tradizione, fu fondata nel 753 a.C. da Romolo, gemello di Remo e figlio del dio Marte e di Rea Silvia, la vestale figlia di Numitore, discendente di Enea e re di Alba Longa, secondo la leggenda che dà la necessaria aura di nobiltà all' epopea della Città Eterna.

 

Nuovi scavi eseguiti all’interno del Foro Romano hanno portato alla luce i resti di un muro che secondo gli archeologi risale al 900 a.C., suggerendo che la Città Eterna esisteva già da 200 anni rispetto alla data tradizionale della sua fondazione.

 

Utilizzando una tecnologia di ultima generazione, gli archeologi italiani hanno portato alla luce il muro di tufo e alcuni frammenti di ceramica e cereali, nel corso dello scavo del Lapis Niger, un santuario in pietra nera che ha preceduto l’impero romano di diversi secoli.

 

L’esame del materiale ceramico recuperato ci ha permesso di datare cronologicamente la struttura muraria tra il 9° secolo e l’inizio dell’8° secolo a.C.”, spiega al Telegraph a dottoressa Patrizia Fortuni, archeologo della Soprintendenza ai Beni Culturali di Roma e direttore del progetto di ricerca. “Così, viene anticipata la data tradizionale della fondazione di Roma”.

 

Il Lapis niger (“pietra nera” in lingua latina) è un sito archeologico collocato nell’area del Foro romano a Roma, sul luogo dei comizi a poca distanza dalla Curia Iulia. Il suo nome deriva dal fatto che anticamente era stato coperto da lastre di marmo nero, con significati non ancora del tutto chiariti, ma probabilmente dovuti a leggende circa la tomba profanata di Romolo.

 

L’area venne sepolta e recintata nella tarda età repubblicana, coperta da un pavimento di marmo nero e considerata un luogo funesto, a causa della profanazione della sepoltura da parte dei Galli durante il saccheggio del 390 a.C.

 

Gli archeologi italiani hanno cominciato a lavorare sul sito nel 2009, utilizzando fotografie storiche, immagini e studi lasciati da archeologi come Giacomo Boni, il quale ha guidato gli scavi del Foro Romano dal 1899 fino alla sua morte avvenuta nel 1925.

 

Dalle immagini di Boni, la dottoressa Fortuni e il suo team hanno creato una ricostruzione digitale 3D del luogo e utilizzando scanner laser e fotografie ad alta risoluzione, sono riusciti ad individuare l’esatta ubicazione del muro sepolto che viene descritto come la prima struttura realizzata nel luogo sacro.

 

Gli studiosi pensano che la città abbia avuto inizio con un piccolo insediamento, ampliatosi poi nel corso dei secoli, prevalentemente originatosi sul colle Palatino. Probabilmente la popolazione che occupava le alture che sovrastavano il Tevere erano costituite da Latini ed Etruschi, ed in un secondo tempo dai Sabini.

 

I tre gruppi originari vennero riconosciuti e catalogati da Romolo nelle tre tribù dei Tities, Ramnes e Luceres.

Sul Palatino, il nome che dà origine alla parola palazzo per l' imponenza architettonica delle costruzioni antiche su questo colle, sono state ritrovate le buche nelle quali erano piantati i pali delle capanne abitate dai fondatori della Città Eterna. Questi insediamenti umani risalgono al nono-decimo secolo a.C. e costituiscono, secondo gli studiosi, le prove che la fondazione di Roma avvenne due secoli prima della data fino ad ora indicata, il 753 a.C.

 

 

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Articolo pubblicato il 07/04/2016