Torino da anni cresce troppo poco e trascina in basso il PIL pro capite piemontese

Urge cambiare verso

La situazione di oggi e le prospettive di ripresa di Torino permangono problematiche e prive di sostanziali sbocchi. Mentre languono le intese nazionali che potrebbero portare a Torino, un’unità d’indirizzo e di scelte unitarie del centrodestra per le designazione del candidato sindaco, riceviamo e pubblichiamo un contributo pervenutoci da Mino Giachino, coordinatore Programma di Forza Italia a Torino.

“Il calo, che dura da anni, della economia torinese trascina in basso il PIL pro-capite piemontese, ma Fassino non se ne accorge neanche di fronte ai dati drammatici della disoccupazione e della cassa integrazione e agli appelli dell'Arcivescovo Nosiglia.

Ciò che non capiscono a sinistra e coloro, del campo moderato, che la appoggiano, è che se non riparte il lavoro e se non crescono i redditi più bassi la domanda continuerà a rimanere bassa e così il PIL torinese e piemontese . Quindi oltre al turismo occorre puntare ad attrarre nuove iniziative imprenditoriali a Torino e Area Metropolitana, rendendole nuovamente competitive.

Dopo 23 anni le Amministrazioni di Sinistra consegnano una Città in calo economico, in calo nella capacità di attrarre aziende dall'esterno, una Città con 200.000 poveri secondo i dati della Caritas, una Città che secondo i dati della ricerca della UIL ha 1 pensionato su due che non riesce ad arrivare a fine mese, una Città dove un giovane su due non trova lavoro, una Città in cui migliaia di disoccupati da questo mese non hanno più alcuna copertura sociale e pertanto correranno il rischio certo, se il Governo la smette di dire che tutto va bene, di avere il distacco della energia elettrica e di perdere la casa dopo 18 rate di mutuo che non potranno essere più pagate.

Nella tabella de La Stampa, che allego, trovate la conferma dei dati preoccupanti del PIL pro-capite piemontese che, malgrado le ottime performance di Cuneo e del Verbano Cusio Ossola, a causa del declino economico torinese, è ben più basso di quello di alcune Regioni del Nord (Veneto, Emilia, Friuli) dalle quali negli anni 50-70 arrivavano ottime braccia in cerca di lavoro a Torino.

È evidente che tutto il can can mediatico a supporto delle tesi di Fassino e dei suoi predecessori sulle sorti magnifiche e progressive delle scelte sul turismo e sulla cultura non bastano a pareggiare quanto Torino ha perso in questi anni. Sottovalutare e non far nulla per frenare l'uscita dalla nostra Città o cintura di TNT logistica, di L'Oreal, della Direzione Generale della Telecom etc.etc. dirette non verso l'estero ma verso Milano, dove la vita e la casa sono ben più care, è' stato un gravissimo errore che pagano molti professionisti e il piccolo commercio che per la prima volta subiscono un calo consistente del giro di affari.

La Giunta Comunale e molti osservatori si sperticano a parlare delle eccellenze rimaste ma dimenticano una regola fondamentale dettaci dal Principe De Curtis: "è la somma che fa il totale".

Il "totale" per Torino è clamorosamente in passivo se per la prima volta nel dopoguerra il nostro Arcivescovo è sceso in piazza contro l'aumento della povertà e della disoccupazione.

Ha ragione il Direttore de La Stampa a citare la ricerca di Mc Kinsey secondo la quale le Grandi Città saranno al centro della innovazione e dello sviluppo del futuro ma purtroppo Torino ha puntato sul turismo e sul loisir e non sulla innovazione. Per il CENSIS Torino nel 2030 non sarà tra le Città in crescita.

Occorre cambiare strada e programmi.

La grande occasione viene dalle prossime elezioni amministrative.

Occorre rilanciare la Città con idee e proposte che ne rilancino la crescita.

Ecco perché sono fuori gioco sia Fassino che i suoi alleati che ci hanno portato a questo punto, sia il Movimento Cinque stelle che predica la decrescita.

Senza crescita non vi saranno nuovi posti di lavoro seri. Senza crescita non si riuscirà a risanare le periferie dimenticate dalle Giunte di sinistra. Senza crescita perderemo ancora aziende ma perderemo anche i ragazzi migliori che frequentano il Politecnico e le a Università torinesi che verranno fatalmente attratti da Milano, Francoforte, Londra, Boston o Berlino.

Votare questa volta varrà per dieci se si apprezzeranno le proposte che Forza Italia offre a tutto il Centro Destra e al popolo dei moderati torinesi:

1) Dal contratto di insediamento per investimenti dall'estero che prevedano tasse locali azzerate per un certo numero di anni.

2) Rilancio dell’aeroporto, poco collegato con le capitali europee, accelerazione della TAV, completamento anello tangenziale etc;

3) Rilancio del Salone dell'auto e della tecnica, in particolare della mobilità del futuro (elettrica etc.);

4) Ristrutturazione del debito enorme  del Comune etc.etc.

I moderati veri non si facciano attrarre da chi dichiarandosi moderato appoggia una Amministrazione che ci consegna una Città in declino, che ha legalizzato l'uso dello spinello, che ha dimenticato i senza lavoro e le periferie, proprio nella Città dei Santi sociali.

A Voi e alle Vostre famiglie i più sinceri auguri di Buona Pasqua”.

Mino GIACHINO

Coordinatore Programma Forza Italia Torino

335.6063313

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Articolo pubblicato il 24/03/2016