Consiglio Regionale del Piemonte: Dov’è finita la democrazia?

Situazione inverosimile in dispregio di ogni regola di correttezza e tanto meno democratica

Dopo due episodi sconcertanti accaduti  ieri in Consiglio Regionale, c’é da domandarsi se il concetto di democrazia che pervade i membri della Giunta regionale sia consono con i dettati della Costituzione, quella attualmente in vigore, non certo l’obbrobrio di modifica, proposto da Renzi, oppure se i nostalgici del PCI, s’ispirino ancora a quanto affermava Lenin: “La democrazia è il fucile sulle spalle degli operai”.

In apertura  di seduta il capogruppo del M5S, Giorgio Bertola, si rivolgeva al Presidente del Consiglio Mauro Laus, per chiedergli un pronunciamento in merito alla conclusione del processo sulle firme false, in gran parte opera di funzionari ed esponenti del PD. Tale richiesta era motivata dal patteggiamento richiesto e sottoscritto dal consigliere Daniele Valle e consorte. Consigliere che pur essendosi reso responsabile di un reato, è tutt’ora in carica come presidente della commissione Cultura.

Laus rispondeva che la competenza era in capo al Presidente della Giunta regionale Sergio Chiamparino. Nel pomeriggio, quasi a conclusione della seduta, assente il presidente dell’assemblea consiliare, il capogruppo Bertola, tornava a formulare la richiesta ed un serafico Chiamparino sosteneva che la competenza, per la risposta, era invece  del Presidente del Consiglio Regionale.

Un palleggio un po’ tanto peracottaio che non fa certo onore a chi dovrebbe tutelare le istituzioni democratiche e nutrire almeno il rispetto dei consiglieri che, firme false a parte, sono l’espressione dei cittadini elettori.

Ma l’episodio più inverosimile, è avvenuto ne pomeriggio. Nel mese scorso, in simultanea, sono stai presentati due provvedimenti all’attenzione del consiglio.

Il disegno di Legge n.141 “Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nella materia di competenza regionale”, presentato dalla giunta, e un proposta di legge del M5S (n. 81) che tratta le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale.

Infatti, dopo circa due anni di letargo nei meandri del Consiglio, era stato risvegliata, per abbinarla alla discussione, con il ddl 141 della Giunta, anche la proposta di Legge n.81, presentata dal M5S, prima firmataria Stefania Batzella, “Misure contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dell’identità di genere e per la tutela dei diritti derivanti dalle convivenze affettive”.

Ill M5S ha dato il sostengo convinto al provvedimento  della Giunta, anche se la consigliera Stefania Batzella (M5S) ha fortemente criticato la cifra stanziata nella norma finanziaria (art. 19), a favore del ddl che prevede150mila euro per l'anno 2016 e 100mila euro per l'attuazione del Fondo di solidarietà per la tutela legale delle vittime: "E' una cifra troppo bassa, ha infatti sostenuto la consigliera, che non permetterà di far fronte a tutte le richieste che perverranno. Abbiamo chiesto più fondi ma sono stati negati".

Cioè nonostante, la proposta di legge è stata approvata da maggioranza e M5S con 31 voti a favore, contro i  4 voti contrari di Forza Italia.

Il vero volto e soprattutto le intenzioni non certo cristalline della maggioranza, si sono verificate nel momento successivo. Pur avendo accordato ampi spazi di discussione nelle sedute precedenti, la maggioranza, presentava un odg, prima firma Vittorio Barazzotto che, ottenendo 26 voti della maggioranza, contro gli 11 delle opposizioni, di fatto bloccava la votazione sulla proposta di legge n.81.

Comportamento illogico ed inspiegabile, anche se, ricoperto dalla foglia di fico di un codicillo nascosto nelle pieghe del regolamento del consiglio, raramente invocato.

Come avviene nella maggior parte dei casi, la Giunta Chiamparino tiene a calendario per tempi immemorabili  le proposte di legge e gli odg presentati dalle opposizioni. Perché in questa occasione, per motivi di bassa speculazione, ha tenuto un atteggiamento che rappresenta un’ingiuria alla democrazia e la mancanza di rispetto per l’assemblea elettiva?

“Dittatura “democratica” in Consiglio regionale del Piemonte, il PD mette il bavaglio all'opposizione rifiutandosi di porre in votazione la proposta di legge a 5 Stelle (prima firmataria Stefania Batzella) contro le discriminazioni legate all'orientamento sessuale depositata a dicembre 2014.”

Con questo titolo, che ricalca un infuocato e documentato intervento della Consigliera Batzella, è stato poi emesso un comunicato da parte del gruppo consigliare dei pentastellati, che denuncia il “ paradosso dei paradossi.”

Si ripercorre il penoso iter della seduta. Prima l’approvazione che interessava la giunta e poi la discriminazione nei confronti della maggiore forza di opposizione, vietando la messa ai voti di un provvedimento presentato e discusso in commissione e in aula, al solo fine, precisa la nota di camuffare un voto negativo (della maggioranza) a una proposta di legge ampiamente condivisibile”.

Il centro destra, pur essendo contrario ai principi sostenuti dalla legge di Chiamparino e dal disegno di legge del M5S, è insorto solidale e contro “l’atteggiamento prevaricatore della maggioranza che è ricorsa addirittura all’approvazione di un ordine del giorno per evitare di porre in discussione la proposta del M5S”.

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Articolo pubblicato il 17/03/2016