Torino, PD: la fortuna si chiama Piero

La macchina da guerra del PD sta procedendo senza sosta, in vista delle elezioni, con qualche nodo che verrà al pettine

La lunga marcia preelettorale, ci consegna purtroppo, ancora una volta, un’immagine penosa della politica italiana. Sfilacciata ed avvilita tra personalismi privi di carisma e regolamenti di conti degni dell’”onorata società”.

Le vicende del Centro destra meritano un capitolo a parte, soprattutto per quanto riguarda la nostra città, in continuo rapido e mutevole aggiornamento.

Nel centro sinistra, le primarie “italian style”, ci forniscono l’immagine consunta e frittellosa delle sordide lotte di potere che intendono nascondersi dietro un’istituzione che negli Stati Uniti procede con l’osservanza di regole certe, mentre da non si genera solamente ciaciara.

Candidati che “risarciscono” gli elettori, altri che si nascondono dietro a frotte cammellate d’ immigrati, tradimenti di alleanze dei clan e via di questo passo.

Il risultato, ove queste scandalose diatribe non rientrassero, non potrà che farci rivivere l’esperienza delle recenti elezioni regionali in Liguria. Sorge quindi la domanda se i distruttori dell’unità del centro sinistra, non perseguano, per usare una frase storica “l’intelligenza con il nemico”. Che, aggiornati i tempi, non potrebbe che essere pelosa.

Ma rimanendo a Torino,  la scelta di Piero Fassino, ha almeno tolto il PD dal novero degli sconci e delle diatribe per l’individuazione del candidato sindaco. Lo spettacolo maggiormente avvilente, non si sarebbe solo limitato al lavaggio pubblico dei panni sporchi, ma a qualcosa di molto più sostanziale.

Si deve ammettere che, almeno tra gli esponenti di primo piano del partito, Piero Fassino li stacca tutti per la statura morale, esperienza maturata rivestendo ruoli prestigiosi e competenza, pur conducendo una Giunta di mediocri.

Per la nostra città, e questo vale per tutti i contendenti, sarebbe oltremodo deprimente che il candidato di uno schieramento che potrebbe risultare egemone, si configuri in un inqualificabile piccolo e piccino reggitore di borse e borsette, privo di carisma e solamente ansioso di riceve uno stipendio mensile, in quanto sprovvisto di ogni entrata certa.

Il buon Piero ha però dovuto sudare le sette camicie per arginare la rincorsa alla presidenza delle circoscrizione da parte di personaggi non certo scevri da vecchie e recenti scivolate e privi di quello sprint d’idee e d’impegno da consentire al PD di adeguarsi ai tempi della sopravvivenza, tra la stretta della finanza e le tante emergenze.

Al varco, oltre al programma in via di elaborazione, con il supporto di istituti universitari, gli è rimasta la grana dell’equilibrio con le quote rosa. Ma c’è ancora tempo per uscire dalle indiscrezione e constatare se sarà in grado di destreggiarsi tra logiche partitiche e bassezze correntizie per catturare il voto dei delusi di altri schieramenti.

Gli alleati del PD intanto procedono a serrare le file ed imbarcare accoliti. I Moderati dopo l’overdose dei seguaci di Vietti e Ghigo, e l’adesione di potentissimi fratelli delle Obbedienze Massoniche, stanno pavesando con moderazione i muri di Torino con effigi di signore precocemente invecchiate e qualche giovinetto dallo sguardo attonito.

Il Consigliere regionale Mario Giaccone, procede in modo meticoloso a compilare la “Lista dei Farmacisti” , con nominativi provenienti dalle professioni e, almeno sino ad ora lontani dalla Politica.

In modo maggiormente organico, si sta compattando la Rete Civica del Consigliere Regionale Alfredo Monaco, in continuità con l’iniziativa già messa in campo per le recenti elezioni regionali. Monaco presenterà per Torino, per la maggior parte, esponenti già impegnati in circoscrizioni e nelle associazioni.

Giusi La Ganga, intorno al Circolo dei Riformisti, sta scaldando i motori, chiamando a  raccolta esperti e amministratori  di società pubbliche su aspetti afferenti la vita della città e rivolgendosi in modo particolare alla componente socialista che da sempre lo segue nel suo impegno politico e, negli ultimi anni di Consigliere comunale.

Partire per tempo è positivo, ma dai programmi e dalla genuinità dei candidati può dipendere la sorte elettorale.

Dietro l’angolo, ancor prima di confrontarsi con l’impeto di Chiara Appendino, sulla strada di Fassino, si palesa il macigno rappresentato dalla mala amministrazione di Sergio Chiamparino in Regione.

Lo sfacelo della Sanità gestita da un assessore sempre più impresentabile,  è emblematico. Così il caso Oftalmico, la cui deliberata chiusura,  ha mobilitato oltre 65 mila cittadini, non certo inclini a confermare la fiducia al partito che nega cure ed assistenza.

Per non parlare delle colpevoli  inefficienze dell’assessore Giuseppina De Santis che ritardando l’istruttoria per l’avvio dei contributi europei, contribuisce, di fatto a ritardare l’inversione di tendenza per le nostre attività produttive.

Gli animi non sono sereni ed ogni giorno, oltre ai disservizi ed alle incongruenze che ogni cittadino incontra, ci si rende conto che il Piemonte è ormai diventata la regione fanalino di coda del Nord d’Italia

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Articolo pubblicato il 16/03/2016