Ritrovata intatta la tomba etrusca dello " Scarabeo dorato" presso Vulci, in provincia di Viterbo

Una scoperta degli archeologi che hanno preceduto i tombaroli già in azione

Una tomba etrusca scoperta intatta a Vulci, a nord di Roma.  Conteneva due scarabei egizi ed un corredo funerario di gioielleria e vasellame.

La  importante scoperta archeologica è avvenuta lo scorso gennaio. La notizia è rilevante in quanto conferma che, al tempo degli etruschi, esisteva una frequentazione assidua con gli antichi egizi, testimoniata dal ritrovamento di due scarabei provenienti dall' antico Egitto.

E' noto che gli etruschi fossero abilissimi navigatori e che si spingessero anche molto lontano dalle coste dell' Etruria, contrariamente agli antichi egizi che si limitavano ad affacciarsi via mare vicino alle coste davanti al delta del Nilo o, al massimo, a praticare vie commerciali quali, ad esempio, quella per Creta ed altre isole dell' Egeo.

Essi non disponevano, infatti, della tecnologia navale per percorrere lunghe distanze e costruivano battelli in papiro per scendere e risalire lungo il Nilo, a differenza dei Fenici che invece si spingevano lontano dalle coste ed avevano fondato colonie e costruito fondaci sino sulle coste della Spagna e del Mar Nero

Gli archeologi sono arrivati in tempo  e hanno interrottio gli scavi clandestini dei tombaroli.  Il ritrovamento è avvenuto lo scorso gennaio nella necropoli etrusca di Poggetto Mengarelli a Vulci, in provincia di Viterbo, a nord di Roma. La tomba contiene un intero corredo funerario ed è stata rinvenuta ancora intatta. Anche tra l' Egitto e il Mar Baltico sono state rilevate le tracce del commercio soprattutto via mare, con pezzi analoghi a quelli trovati nella tomba etrusca in oggetto.

"La tomba probabilmente apparteneva ad una principessa etrusca, non tanto la figlia di un re, ma di uno dei primi membri dell'aristocrazia etrusca di fine dell' VIII secolo a.C. ", afferma Carlo Quasi, responsabile degli scavi." Ci sono due scarabei egizi , uno d'avorio ed entrambi montati in castoni d'oro. “ Ci sono anche numerosi oggetti di pasta vitrea, come perline e pendenti, probabilmente fenici o egiziani, oltre grani di ambra del Mar Baltico", comunica l'archeologo.

 

Gli archeologi hanno anche recuperato i contenitori di ossa incombuste che erano stati avvolti in un tessuto pregiato.

 

La tomba dello Scarabeo Dorato, come  è stata soprannominata, è in fase di restauro in un laboratorio del Parco Archeologico e Naturale di Vulci, dove rimarrà fino alla fine di maggio. Poi i reperti saranno esposti presso il Museo Archeologico Nazionale di Vulci.

 

 

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Articolo pubblicato il 21/03/2016