Firme false PD Regione Piemonte: giudizio rimandato a fine legislatura

Il patteggiamento proposto da quasi tutti gli indagati è una evidente ammissione di responsabilità

Gentile Direttore, le cronache torinesi ci dicono che la vicenda giudiziaria targata PD per le firme false per le ultime elezioni regionali approderà a qualcosa di definitivo solo verso la naturale scadenza della Legislatura.

Il patteggiamento proposto da quasi tutti gli indagati è una evidente ammissione di responsabilità (il fatto sussiste) ma Chiamparino - il beneficiario dei pastrocchi - ineffabile, smentendo quanto aveva asserito sdegnato all'emergere della vicenda, resta incollato alla  Poltrona di Governatore.

Beffando i Cittadini Elettori la cui Sovranità democratica viene conculcata dalle Caste, Quella dei Partiti e delle Liste, più o meno, Civiche e quella delle Magistrature avvezze a procedure dilatorie che tutelano gli Usurpatori.

Che fare? Tra poco ci troveremo illusoriamente coinvolti dalle Amministrative torinesi. Varrà partecipare alla sceneggiata elettorale?  Che ne dice?  Cordiali saluti.

 

                                                                                          GianFranco Billotti

 

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Carissimo Sig Billotti,

Lei mi dà la possibilità di ritornare sull'argomento senza destare, fra i tanti nostri affezionati lettori, una sorta di "strumentalizzazione di colore" in prossimità della prossima tornata elettorale amministrativa della città di Torino. 

Sicuramente la perplessità, ed uso un eufemismo, è d'obbligo visto il diverso sviluppo dell'analoga circostanza che aveva determinato la caduta della Giunta Cota. Le firme false sono un reato gravissimo, ma hanno prodotto sviluppi, nelle due occasioni in oggetto, assai diversi grazie alla facoltà di interpretazione del medesimo, ci viene da pensare, a seconda di chi lo ha commesso.

Ma ciò che mi lasciò basito, a suo tempo, e che le Sue preziose osservazioni mi riportano alla memoria sono le affermazioni del Governatore Chiamparino il quale annunciò le proprie dimissioni qualora non si fosse fatta chiarezza nell'immediato.

Ora, se l'immediato vuol dire la scadenza del mandato vuol anche dire che le affermazioni  prodotte da Chiamparino ci ricordano Franco Ats piuttosto che Ernesto Nemecsek, personaggi indimenticabili de "I ragazzi delle via Paal" di Ferenc Molnàr.

Ma qui non si tratta di difendere, vanamente, le cataste di legna che cederanno il posto ad un palazzo, bensì di difendere il palazzo ad ogni costo respingendo gli attacchi legittimi di chi sente defraudati i propri principi di onestà elettorale.

Id quod plerumque accidit, frase latina che mi è molto cara e che sta per ciò che più frequentemente accade, sintetizza i fatti e, mi si perdoni l'audacia, li giustifica in nome di un atto doveroso verso i cittadini elettori, la maggior parte dei quali si trovano dinnanzi al dubbio amletico di confermare alla guida della Città chi appartiene a quello stesso schieramento oggi "in attesa di giudizio". 

 

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Articolo pubblicato il 07/03/2016