L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Francesco Rossa: Accordo La Repubblica – La Stampa

Un ulteriore passo verso l’omologazione dell’Informazione?

"il Gruppo editoriale l'Espresso, che pubblica il quotidiano La Repubblica, e la Itedi, editrice de La Stampa e de Il Secolo XIX, uniscono le loro forze in un accordo che porterà il nuovo aggregato a controllare il 20% circa del mercato italiano della carta stampata, con una posizione di leadership sul mercato digitale. L'annuncio è stato dato a Borsa chiusa". Così si legge sul sito "repubblica.it"
 
L’ operazione - continua l'articolo - consentirebbe di unire la forza di testate storiche quali la Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e i numerosi giornali locali del Gruppo Espresso, che nel 2015 hanno raggiunto nel loro insieme circa 5,8 milioni di lettori e oltre 2,5 milioni di utenti unici giornalieri sui loro siti d’informazione.

Queste sono le prime ed uniche informazioni pubblicate in settimana dalla fonti dirette. Il perfezionamento degli accordi si snoderà sino alla prossima primavera, per cui è perlomeno prematuro segnalare le differenze apparenti o sostanziali e le cancellazioni di qualche parte del giornale cui siamo affezionati. Ma è inevitabile che il perseguimento di sinergie e la progettazione di piattaforme costituiranno la base del piano industriale, altrimenti l’operazione sarebbe priva di effetti e significato.

Non intendiamo alimentare la schiera dei quaquaraquà che si sono già distinti in commenti, peraltro ignorati dalla grande informazione. Non ci esimiamo però a porci qualche interrogativo.

Operazioni simili sono avvenute anche di recente negli Stati Uniti e, sotto il profilo industriale, rappresentano il rimedio che la crisi dell’editoria impone. In Italia, ma soprattutto a Torino, la situazione è assai differente.

Pochi ricorderanno che nel 1946 oltre sei quotidiani nazionali erano presenti in edicola editi a Torino. Nel corso degli anni seguenti, anche la Gazzetta del Popolo, storico quotidiano che per anzianità precedeva di cinquant’anni La Stampa, fece una fine ingloriosa.

La Stampa, unico quotidiano interamente torinese, pur non avendo trascorso, in alcuni periodi, sotto il profilo economico, annate floride, si è sempre posto all’avanguardia con alleanze e collaborazioni con le principali testate europee. Anche le metodologie di stampa, con l’apertura dello stabilimento di via Giordano Bruno a Torino, lo hanno collocato, sotto l’aspetto tecnologico, tra le eccellenze mondiali.

Ma, non va dimenticato chi era l’editore del giornale. La Fiat che allora era configurata nel felice slogan di tota Maria Rubiolo, “Cielo, Terra e Mare”, ora non esiste più, perché la FCA e tutt’altra cosa.

Il suo Presidente, l’indimenticabile avvocato Agnelli nutriva una particolare interesse per la carta stampata e sempre prestò attenzione a questo prodotto, come per la scelta di direttori di qualità e di fama.

Così, pur essendo un giornale in gran parte filogovernativo, molte autorevoli firme quali Vittorio Gorresio, Nicola Adelfi, Giovanni Spadolini, Indro Montanelli, Carlo Casalegno, Luigi Firpo, Alessandro Passerin d’Entreves e Norberto Bobbio, tanto per citare quelli che hanno lasciato un’impronta indelebile, mantennero sempre l’assoluta libertà di esprimere il loro pensiero a prescindere dalla linea editoriale del quotidiano.

Giornale che si è conquistato il livello europeo, ma che ha conservato lo spirito della Torinesità, della narrazione puntuale della cronaca, con il ricordo della Torino che fu e il mantenimento di “Specchio dei Tempi”, quale tribuna del lettore e alimentatore della solidarietà.

Oggi e questa vicenda ancor ce lo ricorda, siamo nell’era della globalizzazione. E’ trascorso appena un mese dal quindicesimo anniversario della dipartita di tota Rubiolo e con lei sono svaniti anche il settore ferroviario, navale, aeronautico e dell’energia, che fecero grande la Fiat e tra poco sparirà anche la Comunicazione.

Dell’avvocato Agnelli si parla sempre meno. La nuova generazione, con John Elkann ed alla tolda del comando Sergio Marchionne, hanno però aperto con la FCA mercati mondiali che prima erano preclusi.

Tutto bene, non bisogna eccedere al pessimismo, ma la carta stampata e la Comunicazione sono ben altra cosa, rispetto alla produzione di auto o veicoli industriali.

Non vorremo vedere, tra qualche mese, il già tanto bistrattato Nord Ovest sotto il dominio di un unico editore, che almeno personalmente, non ci pare il paladino dell’imparzialità.

L’omologazione e il monopolio dell’informazione sono estranei al DNA degli uomini liberi. «Frangar non flectar» ("Mi spezzerò non mi piegherò") era il motto che compariva sul primo numero de La Stampa, allora Gazzetta Piemontese.

E’ trascorso oltre un secolo da quel  9 febbraio 1967, ma per noi mantiene il suo valore perenne.

Francesco Rossa
Vice Direttore
Civico20News.it

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Articolo pubblicato il 06/03/2016