La figura a nudo: un'intrigante mostra del Maestro Ezio Gribaudo

Un nuovo, sorprendente appuntamento in città con l'inesauribile artista torinese, alfiere dell'eccellenza italiana nel mondo.

Dal 17 marzo al 17 aprile 2016, le sale della Pinacoteca Albertina ospiteranno la mostra di Ezio Gribaudo intitolata “La figura a nudo: opere dal 1951 al 2015”. Un altro, importante appuntamento con l'arte maiuscola da segnare con un cerchietto sul calendario. 

  • Conferenza stampa: 17 marzo ore 11
  • Inaugurazione:            17 marzo ore 17

La mostra del Maestro torinese affronta un tema della sua produzione fino ad oggi non sufficientemente approfondito, per l’appunto, quello del nudo, di cui l’artista, fedele alla sua creatività, ne restituisce un'interpretazione originale e suggestiva.

Le “figure a nudo” abbracciano un arco di tempo parallelo alla carriera dell’artista, dal 1951 ai giorni nostri e, come per il resto delle sue opere, l’interpretazione che Gribaudo dà del nudo femminile è unica e distinguibile nel suo essere non convenzionale.

Il nudo è elemento centrale della storia dell’arte occidentale, dalla Grecia antica che vedeva nella perfezione del corpo scolpito, secondo Platone, il simbolo della atarassia e del congiungimento con il divino. Questo tipo di rappresentazione ha sempre espresso l’anelito all’incrocio tra carnale e spirituale, corpo ed anima.

A partire dalla fine dell’Ottocento e dall’avvento della stagione contemporanea, con significative anticipazioni durante il Manierismo e la successiva fase del Barocco, il corpo è stato interpretato in una dimensione espressionista, tema ripreso negli ultimi decenni e fino ai giorni nostri, da autori quali Francio Bacon, frequentato da Gribaudo, Lucian Freud e Jenny Saville, al di fuori di qualsiasi canone di bellezza ideale.

Come si può notare soffermandosi tra le sue opere, Gribaudo trasferisce sulle tele la sua attenta, profonda e metaforica visione delle realtà che oltrepassa la raffigurazione classica dell’anatomia umana per inoltrarsi in una provocante analisi interiore e profonda, ricercando tra i segni d’un passaggio nel mondo del soggetto, che forse è già stato e che di nuovo sarà, in una sorta di incessante divenire che collega passato e presente, e lascia filtrare la misteriosa ipotesi di una mistica dimensione futura.

Negli spazi della mostra sarà presentata una ampia, selezionata serie di dipinti, carte e  piccole sculture, ad indicare una volta di più il positivo eclettismo dell’autore.

Come sottolineato in una interessante presentazione di Loris Dadam, redatta per una recente antologica presso la Fondazione Amendola di Torino, “L’assenza dei volti non è casuale: l’indagine psicologica dei personaggi non interessa Gribaudo”. Affermazione del tutto condivisibile: nei nudi di Gribaudo il volto è appena accennato o del tutto assente, perché il soggetto è frequentemente ritratto di spalle.

Le bellezze femminili non fanno trapelare nulla di classico, pur nella sostanziale assenza di tentazioni espressioniste, si tratta di volti di donne comuni, talvolta non giovani o leggermente sfatte. I soggetti sono privati di qualsiasi esemplarità, diventando fuggevoli icone, che rimangono però impresse negli occhi e nella memoria proprio per questo.

Questi corpi subiscono torsioni e vengono tracciati nelle loro linee forza, mettendo in risalto le volumetrie essenziali, al punto che talvolta le sagome paiono confondersi con rappresentazioni zoomorfe.

Si tratta di una iconografia, come del resto tutta la produzione dell’artista, in bilico tra presenza ed assenza, tra immagine ed astrazione.

Questa impedibile mostra permette di confrontarsi e di scoprire un lato stuzzicante e niente affatto secondario dell’arte di un torinese riconosciuto come internazionale maestro e plurima testimonianza dei nostri tempi.

Il testo del catalogo è a cura di Edoardo Di Mauro

Ezio Gribaudo, molto apprezzato per le sue opere anche negli Stati uniti, recentemente è stato insignito di uno speciale Premio alla carriera, il LIFETIME ACHIEVEMENT, da parte dell’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles.

Si tratta di un riconoscimento all’eccellenza italiana nel mondo che ha visto ad oggi premiati: Claudia Cardinale, Vittorio Storaro, Dino de Laurentis, Francis Ford Coppola, Milena Canonero e Sergio Donati per il cinema, Sergio Pininfarina, Lella e Massimo Vignelli per il design, Ennio Morricone e Giorgio Moroder per la musica, Claudio Magris e Dacia Maraini per la letteratura, Ferruccio Soleri e Mario Martone per il teatro, Emilio Vedova per le arti visive, Renzo Piano per l’architettura e Renato Dulbecco per la scienza medica.

Il premio consiste in una scultura intitolata “Il Tondo” appositamente creata per l’Istituto dall’ artista toscano Mauro Staccioli, commissionata dal Museo d’Arte Contemporanea di San Diego ed esposto nel patio dell’Istituto. Sarà consegnato a Lubbock in Texas in occasione della sua prossima mostra nel mese di aprile.

Pinacoteca Albertina - via Accademia Albertina 8, Torino

Tel: 011 0897370 - Web: www.accademialbertina.torino.it -

E-mail: pinacoteca.albertina@copatitalia.com

Orari: lunedì, martedì, giovedì, venerdì, sabato, domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00.

Ultimo ingresso alle ore 17.30. Mercoledì chiuso.


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Articolo pubblicato il 05/03/2016