Torino - A come ambiente: onerosissimi allestimenti

Le perplessità sui costi del Museo

Il 16 febbraio 2016 sono stati inaugurati i nuovi onerosissimi allestimenti del Museo A come Ambiente, realizzati in emergenza (in meno di due mesi). 

In un solo anno il Museo è stato beneficiario di oltre un milione e settecentomila euro di finanziamenti pubblici (€ 800.000 da enti pubblici ed ex municipalizzate, € 900.000 di finanziamenti comunitari a fondo perduto), senza essersi dotato (dopo aver abbandonato il precedente) di un progetto museale condiviso dagli stessi enti finanziatori e partecipato dalla cittadinanza e di un progetto di gestione, presente e futura, economicamente sostenibile. (vedi la scheda specifica sotto riportata). 

Viene da dire “A COME SPRECO!”, parafrasando l’infelice claim della campagna di comunicazione del Museo dopo due anni di assordante silenzio: SPRECO di risorse, di finanziamenti pubblici, di patrimonio culturale. 

                                                                                          Gian Franco Billotti

 

Oggi riceviamo dal nostro affezionatissimo lettore la critica sul mancato finanziamento al Museo della Montagna il che, nella Città Regina delle Alpi qual'è Torino lascia per lo meno perplessi.

Questa ultima erogazione di fondi rientra nel progetto europeo (Eusalp) che da tempo contempla le varie contribuzioni agli Stati che ne fanno richiesta presentando, peraltro, progetti di spessore culturale e sociale, ciò che probabilmente non è stato realizzato da chi rappresenta l'Italia nell'apposita Commissione in cui traspare, da parte italiana, un certo qual scollamento come hanno peraltro fatto presente i parlamentari Borghi e Bresso.

Uno scollamento che si è evidenziato ancor prima anche sul territorio italiano con posizioni separate delle varie regioni incorniciate dall'arco alpino e di cui il Piemonte vanta i migliori crediti.

Probabilmente si tratta dell'ennesima lentissima gestazione decisionale che richiede, in questo come nella maggior parte dei casi, il "pronto intervento".

Ma purtroppo chi ci governa va a corrente alternata favorendo, o trascurando, ad arte il proprio potere di intervento subordinandolo alle direttive del partito politico cui appartiene. 

Ciò accade nelle situazioni locali, in quelle nazionali come pure in quelle internazionali; dire spreco è audace e nello stesso tempo preoccupante in quanto rispecchia il concetto appena espresso.

La soluzione sta nel vincere le elezioni per ottenere dal popolo, e non dal partito, quel potere decisionale che crea la vera identità di chi si adopera per il bene comune tralasciando, anzi escludendo, i benefici mirati eclusivamente al prestigio personale.

                                                                                                Massimo Calleri


 


 


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Articolo pubblicato il 01/03/2016