L’EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS. ROMANA ALLEGRA MONTI: Alfano stigmatizza le coppie non sposate, ma l’obbligo di fedeltà è un valore laico non una prerogativa cattolica

Ddl Cirinnà e maxi-emendamento: cosa prevede e cosa ne penso

Il 25 febbraio 2016 è stato approvato il maxi-emendamento al disegno di legge Cirinnà. Con 173 voti a favore e 71 contrari, vengono introdotte le unioni civili tra persone dello stesso sesso e, cosa che sta passando un po’ più inosservata, regolamentate le coppie di fatto, che siano esse eterosessuali oppure omossessuali.

“Ci hanno messo un po’, ma alla fine ce l’hanno fatta” si potrebbe dire, ma paradossalmente ci hanno messo molto più tempo a vedersi riconosciute le coppie di fatto, piuttosto che le unioni civili per le coppie dello stesso sesso.

Tuttavia per la prima volta a livello nazionale vengono disciplinate le convivenze: nella legge si stabilisce che in caso di malattia o ricovero, i conviventi hanno diritto reciproco di visita – fortunatamente non ho mai visto nessun cartello negli ospedali con scritto “io qui non posso entrare” in riferimento a conviventi etero o gay che fossero – di assistenza e accesso alle informazioni personali, con le stesse regole previste per il matrimonio.

In caso di morte di uno dei conviventi, l’altro può disporre le volontà ed essere rappresentate del coniuge deceduto, mentre per quello che riguarda la casa comune, il partner superstite ha diritto di stare in quell’abitazione per due anni o per il periodo della convivenza, purché non si vada oltre ai cinque anni. Un diritto “a tempo”. Meglio di niente, direte voi.

I conviventi di fatto potranno inoltre disciplinare i rapporti patrimoniali relativi alla loro vita in comune con la sottoscrizione di un contratto di convivenza, redatto in forma scritta, a pena di nullità, con atto pubblico o scrittura privata con sottoscrizione autenticata da un notaio o da un avvocato: questo tipo di contratto non potrà essere sottoposto a termini e/o condizioni.

Queste le parti più rilevanti del disegno di legge sulle coppie di fatto, per la lettura integrale del testo, vi consiglio caldamente di andare sul sito istituzionale del Senato, scaricarla e leggerla per intero, invece che sui giornali.

Sorvolando sulla performance aliena e da cani, Alf-Alf(aniana) – e io che pensavo che la sola esistenza e presenza di Alfano in un luogo come il Parlamento, fosse contro natura – di cui si è discusso in questi giorni un po’ ovunque sul web, in questa sede vorremmo focalizzarci sull’agghiacciante disegno di legge che intende escludere dal “codice civile l’obbligo di fedeltà tra coniugi” omosessuali.

Dunque mi state dicendo che approvate giuridicamente le unioni civili tra coppie dello stesso sesso e riconoscete anche la valenza delle coppie di fatto dello stesso sesso, ma senza l’obbligo di fedeltà? Come se questa fosse prerogativa delle sole coppie “normali” e sposate, come se la fedeltà fosse un valore ascrivibile alle sole coppie unite in matrimonio, quindi un valore cattolico e non laico.

Siete ubriachi o siete in malafede?

Perché qui, molti di noi sono confusi. Perché da qui questa vostra proposta appare essere in contraddizione enorme e insuperabile con l’intero ddl: un disegno di legge che comunque sancisce che queste coppie “concordano tra loro l'indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune e assumono l'obbligo reciproco all'assistenza morale e materiale e alla coabitazione" e allora perché non riconoscere loro il diritto e il dovere alla fedeltà?

L’obbligo della fedeltà non significa semplicemente “astensione da relazioni extraconiugali” ma l’impegno a non tradire la reciproca fiducia, “a non tradire il rapporto di dedizione fisica e spirituale tra i coniugi, che dura quanto dura il matrimonio”.

Se prima dunque il testo era inconstituzionale, ora è incoerente e “irrazionale”: mi sento, in questo, totalmente in accordo con Mario Mauro.

La cancellazione dell’obbligo di fedeltà equivarrebbe quindi a un implicito stigma: sarebbe rendere (e dichiarare) che quel rapporto e ciò che ne deriva è minoritario, insomma “vale meno”. In linea di principio infatti, anche questo cozza ad esempio, con la legge 10 dicembre 2012 che equiparò i figli naturali a quelli legittimi.

In tutto questo, ciò che più mi sconvolge tuttavia, è che nessuno abbia prestato la propria attenzione a un fatto epocale: Maurizio Gasparri ha detto qualcosa di sensato!

"Ncd ha voluto che fosse cancellato il riferimento alla fedeltà, e sono stati coerenti, gli va riconosciuto. Perché loro la fedeltà non sanno proprio cosa sia", ha dichiarato Gasparri – o forse era Crozza sotto mentite spoglie? Perché questa sua dichiarazione, diciamolo, ci lascia tutti di stucco.

Insomma care coppie gay italiane, voi potete cornificarvi per legge quanto vi pare considerato che Alfano si dice favorevole alle scappattelle, un fatto di cui già eravamo a conoscenza: come può proprio lui legiferare su temi quali la fedeltà, quando di fedeltà (politica per quanto ne sappiamo) non ha mai fatto uso?

(Sono in accordo per la prima volta in vita mia con una dichiarazione di Gasparri, altro fatto epocale).

La fedeltà è una virtù, un impegno morale basato sulla fiducia, con il quale una persona o una collettività di persone si vincolano affinché un legame o un obbligo verso un'altra persona o collettività di persone sia valido e mutuo.

Essa è e dev’essere un valore per tutti, al quale tutti noi dovremmo aspirare in primis come individui e poi come coppie, etero o omosessuali che siano, in qualunque luogo e tempo.

 

Allegra Romana Monti
Vice Direttore
Civico20News.it

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Articolo pubblicato il 28/02/2016