Assicurazione auto a chilometri: come funziona? Conviene sempre?

Una tipologia di assicurazione che non tutti conoscono è l’assicurazione auto a chilometri. Cerchiamo di capire se conviene e cosa comporta

Le compagnie assicurative ne inventano in continuazione di nuove per attirare la nostra attenzione e darci la sensazione di poter risparmiare tantissimo, molto di più che dal loro concorrente. A volte è così, però per capirlo bisogna informarsi bene e considerare tutti i dettagli. Un’offerta particolare che si sono inventati è la cosiddetta assicurazione auto a chilometri che può essere molto conveniente ma anche molto costosa a seconda dell’uso che si fa della macchina. Ma andiamo a capire come funziona e quali sono i dettagli e farci un’idea: magari potremmo risparmiare un sacco di soldi ma non ne siamo a conoscenza.

Come funziona l’assicurazione auto a chilometri?

Il nome di questo particolare prodotto ci aiuta a capire come funziona: l’assicurazione a chilometri basa l’importo del premio da pagare sul numero di chilometri percorsi dalla macchina. Se dovessimo metterla in slogan: meno guidi, meno paghi. Fin qua tutto molto semplice.

Per poter stipulare un’assicurazione auto a chilometri, la compagnia assicurativa ti richiede di installare sull’auto una scatola nera. Esattamente come per gli aerei, una scatola nera altro non è che un dispositivo GPS che rileva la posizione dell’auto,  i suoi spostamenti e il numero di chilometri percorsi, che è esattamente il dato che serve sapere per calcolare il tuo premio assicurativo. Installare la scatola nera sulla macchina è conveniente sia per l’automobilista che per l’assicurazione poichè la compagnia riduce al minimo il rischio di frode assicurativa, l’assicurato invece può usarla  per avere dati per determinare le dinamiche di eventuali incidenti e ha un dispositivo GPS sempre attivo in caso di furto. Non solo, molto spesso il costo dell’installazione è compreso quindi non dovrai neanche pagare cifre importanti dal meccanico.

Fin qua, tutto molto bello. Ma quand’è che non conviene stipulare un’assicurazione auto a chilometri?

Quand’è che non conviene stipulare un’assicurazione auto a chilometri?

Andiamo per ordine. Quando stipuli l’assicurazione auto a chilometri ti viene chiesto di scegliere un range di chilometraggio entro cui stare. Ecco, qui il nostro slogan “meno guidi, meno paghi” mostra la sua debolezza. Perchè ti verrà richiesto di restare dentro un numero minimo e un numero massimo di chilometri e quindi di prevedere quanto userai l’auto per quell’anno. Se per te è facile prevederlo, tutto bene, altrimenti forse ti conviene stipulare un’assicurazione tradizionale.

In ogni caso, per chi usa poco la macchina l’assicurazione auto a chilometri è come manna dal cielo. Se la tua distanza percorsa in un anno resta sotto i 5.000 km è la scelta giusta per te: si calcola che potresti risparmiare fino al 50% sul premio assicurativo rispetto ad un’assicurazione auto normale. Per chi invece si sposta un po’ di più, diciamo tra i 5.000km e i 10.000km, già le cose si fanno un po’ meno semplici: conviene probabilmente comparare diversi preventivi per farsi un’idea e capire se porta effettivamente dei benefici. Chi utilizza l’auto per più di 10.000km l’anno può anche smettere adesso di leggere questo articolo perchè si sta informando su di un prodotto che di certo non gli conviene usare. Oppure no, continua a leggere: il sapere è potere.

Scherzi a parte, l’assicurazione auto a chilometri è sicuramente un prodotto valido e per determinate categorie di guidatori potrebbe essere quello che soddisfa tutte le proprie necessità.  Sarà anche un tipo di assicurazione che vedrà diversi cambiamenti in futuro, a partire dalla sosituzione della scatola nera con l’utilizzo di una semplice applicazione per smartphone che raccoglie tutti i dati necessari durante la guida, magari analizzando anche lo stile di guida in modo che l’assicurazione possa premiare gli automobilisti più corretti e prudenti. Per ora però non ti resta che capire se l’assicurazione a chilometri faccia al caso tuo oppure no. Buon viaggio!

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Articolo pubblicato il 26/02/2016