Regione Piemonte. Saitta dopo la scena muta in Consiglio, parla dell’Oftalmico

Ieri pomeriggio in Commissione Sanità, lunga e (reticente) dichiarazione di Saitta

A volte è solo necessario aver pazienza e le situazioni si sbloccano, o no?

Come abbiamo già avuto modo di documentare in un precedete articolo, nel corso della seduta del Consiglio regionale del 16 febbraio, l’assessore Saitta si era smaterializzato sfuggendo all’agguato verbale di Stefania Batzella, consigliera del M5S, che intendeva solamente ottenere una parola chiara sul destino dell’Oftalmico, dopo voci e smentite sulla data e le modalità del compimento dello spezzatino tra due altre strutture ospedaliere.

Ieri finalmente, in commissione Sanità, l’assessore si è dilungato in particolari, ma gli aspetti fondamentali hanno lasciato a bocca asciutta i consiglieri di opposizione.

Caparbiamente l’assessore continua a ribadire che lo spezzatino si farà. Sbaraccata la storica sede di via Juvarra, parte dell’Ospedale verrà trasferito entro il 2016, o oltre, comunque dopo le elezioni di giugno, suddiviso tra il Giovanni Bosco (quali reparti) e le Molinette.

Non è detto in quale padiglione, fatto non marginale perché, quando il “fiore all’occhiello” della Giunta Chiamparino, ovvero la Citta della Salute, verrà ultimata, il complesso delle Molinette sarà raso al suolo.

Ma, poiché proprio in questi giorni la Regione è protagonista della figuraccia del Grattacielo del Lingotto, la cui ultimazione è avvolta nelle nebbie, mai dire mai, anche per la Città della Salute. Saitta ignora che sin dall’11 agosto del 2015, un rapporto tecnico redatto dalla Regione, attestava l’impossibilità di trasferire una parte del Lingotto ove ora è alloggiato il Dermatologico di via Cherasco. Ma tant’é.

Non una parola sui costi del trasferimento, la quantizzazione del lavori ed altre notizie nei merito. Strano che  questa  Regione, ove nel comparto   Sanità soprattutto è costretta a contare i centesimi ed a negare accertamenti diagnostici agli anziani, non si badi a spese nello spreco di almeno un milione di euro. Misteri!

Misteri ma non giustificazioni plausibili per i consiglieri di opposizione presenti. Per Claudia Porchietto e Gianluca Vignale di Forza Italia, “Ci saremmo infatti aspettati che Saitta oggi comunicasse  in quali locali l’ospedale verrà trasferito, come sarà garantito il servizio di Pronto Soccorso e quali saranno i costi del trasferimento. Invece nulla se non che, secondo l’assessore, "l'Oftalmico trasferito garantirà servizi migliori ai cittadini di quello attuale". Come, dove, con quali costi e organizzazione, sono ancora un oggi un mistero.

“Dopo le criticità espresse da parte del PD torinese sul trasferimento dell'Oftalmico il non- detto da Saitta appare come un  trucco per provare a posticipare il problema ad elezioni comunali avvenute”.

“Purtroppo avvisiamo Saitta e l’intero PD, concludono i consiglieri, anche in campagna elettorale sarà chiaro a tutti che l’Oftalmico sarà chiuso da un’amministrazione sorda e cieca”.

L’inganno politico è poi colto dal M5S.

In un comunicato congiunto, Stefania Batzella e Davide Bono i due consigliere che seguono e si battono contro le storture del nostro sanità regionale,” denunciano la distrazione meramente elettorale di quest’annuncio e della dilazione nebulosa del provvedimento”. Saitta interviene dopo 45 giorni ,ma ”le sue sono non comunicazioni: infatti risponde dicendo che non conosce né i locali delle Molinette e del Giovanni Bosco destinati a ricevere le due strutture complesse dell’Oftalmico, né i tempi, né i costi.

Segno evidente di come le politiche sanitarie della Regione Piemonte, siano strettamente correlate con le scadenze elettorali”. I Consiglieri pentastellati ritengono “il comportamento dell’assessore una inaccettabile presa in giro dei consiglieri e soprattutto dei cittadini e non mancheremo di farci sentire in Aula e in Commissione”.

Non da meno sono le perplessità di Alessandro Benvenuto che manifesta le contrarietà della Lega Nord al provvedimento.

“La Lega Nord resta fortemente contraria al trasferimento dell’oftalmico, che nei piani della giunta verrà suddiviso tra la Città della Salute e il San Giovanni Bosco” sostiene Alessandro Benvenuto, consigliere regionale della Lega Nord, in seguito alla comunicazione dell'assessore alla sanità in merito al futuro della struttura ospedaliera torinese.

“Il metodo ‘spezzatino’ che si andrà ad adottare – sottolinea Benvenuto -  non farà che penalizzare quella che oggi è considerata una vera e propria punta di diamante  per la sanità piemontese. Ad oggi, non vi è ancora alcuna garanzia sul mantenimento del servizio di pronto soccorso e non si hanno informazioni certe nemmeno sulle modalità dei trasferimenti, che dovrebbero concludersi entro il 31 dicembre prossimo”.

L’unica nota positiva del pomeriggio è la dichiarazione dell’Assessore sui controlli e verifiche a campione che l'Asl TO1 con i suoi uffici ispettivi ha svolto nel corso del 2015 e 2016 sul personale dirigente medico dell'Oftalmico ed ha espresso "profonda preoccupazione per la situazione emersa, al punto che ho concordato con il direttore generale dell'Asl TO1 di trasmettere immediatamente tutti gli atti alla Procura della Repubblica, cosa che è avvenuta”.

Di fatto, su 35 dirigenti medici in servizio all'Oftalmico i controlli a campione effettuati su 6 di loro hanno riscontrato in tutti e 6 i casi gravi irregolarità: si va dalla titolarità di quote di imprese oculistiche con palese conflitto di interessi con il servizio sanitario regionale ed addirittura in concorrenza con lo stesso fino alla compresenza (fin dal 2013 e per il 2014 e 2015) in cliniche privata durante lo stesso orario di servizio.

"Una situazione davvero desolante per il servizio pubblico - commenta Saitta - che riveste aspetti di etica e di serietà professionale, oltre che aspetti anche penalmente perseguibili. Sono il primo a scusarmi con i cittadini quando all'Oftalmico si ritarda  negli interventi o si formano liste d'attesa, ma pretendo dai dirigenti medici serietà e rispetto delle regole. Il sistema sanitario pubblico non può essere usato come un taxi dal quale salire o scendere per interessi privati

Plaudono i consiglieri di opposizione per l’isolamento di sei presunte mele marce. Resta il recondito pensiero che possa trattarsi, almeno in parte,  di denunce strumentali nei conforti di chi si oppone allo smembramento della struttura.

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Articolo pubblicato il 25/02/2016