Il boom delle tasse

Tra il 1995 e il 2015 sono passate da 30 a 103 miliardi

Negli ultimi venti anni nel nostro paese c’è stato un vero boom delle tasse

Sono quasi raddoppiate secondo Confcommercio e quelle locali addirittura più che triplicate.

Tra il 1995 e il 2015 sono passate da 30 a 103 miliardi, per effetto del taglio dei trasferimenti dallo stato centrale.

In sostanza gli enti locali hanno dovuto chiedere più soldi ai cittadini per poter garantire i servizi. Ma l’aumento riguarda anche le tasse centrali, ha sottolineato  la Confcommercio.

Queste, sempre nello stesso periodo sono passate da 228 a 393 miliardi e così nell’ultimo anno la pressione fiscale è arrivata in media al 43,7 % .

Carlo Sangalli, presidente Confcommercio, ha riferito che ridurre il carico fiscale sulle imprese e famiglie è dunque prioritario, perché  imprese e cittadini, non possono pagare per enti pubblici inefficienti anche in prospettiva di un  2016 che non si annuncia facile per la ripresa economica.

“Ma l’Italia ha comunque ancora tutte le carte in regola per crescere in modo soddisfacente “ ha concluso il presidente.

Per quanto riguarda invece le imposte sugli immobili, quest’anno diminuiranno grazie alla riduzione della tassa sulla prima casa, ma per effetto dell’aumento dei tributi sui rifiuti, alla fine rischiamo di pagare di più.

E intanto alla notizia dello slittamento a mercoledì prossimo del ddl Cirinnà, Stefano Ruvolo, presidente di Confimprenditori, ha osservato che l’impasse in Senato sulle unioni civili e il rinvio di una settimana dell’esame del disegno di legge, sono l’ennesima riprova dell’incapacità di questo Parlamento di dare risposte al Paese e come se non bastasse, questa rincorsa a prendere tempo, distrae energie dalla risoluzione di problemi gravi per la nostra economia che riguardano le imprese e il lavoro.

“Pur nel rispetto dei contenuti del disegno di legge – ha aggiunto il numero uno dell’associazione nazionale di categoria che rappresenta imprenditori e liberi professionisti - non possiamo non rilevare come i problemi che affliggono le piccole e medie imprese siano passati in secondo piano nell’agenda politica. Chiediamo pertanto, con forza, che Governo e Parlamento ricomincino ad interessarsi a trovare soluzioni in grado di portare l’Italia fuori dal guado della crisi economica, offrendo a famiglie e imprese l’opportunità di guardare avanti con fiducia”.

  

 

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Articolo pubblicato il 25/02/2016