Torino, l’assessore Saitta si sottrae al confronto e il destino dell’Oftalmico continua ad essere sospeso

Scenetta un po’ surreale al Consiglio Regionale del Piemonte

Ci siamo già intrattenuti in più occasioni sulle vicende relative alla paventata chiusura dell’Ospedale Oftalmico di Torino.

La struttura, ormai centenaria é nata da un lascito del suo fondatore, il professor Casimiro Sperino di Scarnafigi,  un clinico lungimirante e pioniere dell’oculistica.  E’ all’avanguardia nel campo delle specialità oculistiche e la Regione Piemonte, negli anni scorsi ha saggiamente investito denaro pubblico in attrezzature sanitarie e ristrutturazioni impiantistiche ed ambientali per rendere confortevoli i ricoveri e  sicuri gli interventi chirurgici.

Nel corso delle precedente legislatura un luminoso assessore dalla mente inutilmente spaziosa, ne aveva decretato la chiusura, suscitando non solo le proteste della città, ma la ribellione da parte di qualche consigliere della maggioranza che in quel provvedimento ne vedeva tutta l’illogicità.

Dopo la rovinosa caduta di Cota, anche la Giunta Chiamparino si cimentava in questa partita al massacro. Massacro nel vero senso della parola perché con l’approvazione del piano di riordino dell’attività ospedaliera si proponeva di abbinare lo spezzatino alla macelleria sanitaria.

Avrebbero ridotto i letti, dividendo le specialità operanti nell’attuale nosocomio tra le Molinette e il Giovanni Bosco. Decisone avversata dai clinici e dagli esperti di buon senso che, portando alla luce la delicatezza di molti interventi chirurgici, preconizzavano il rischio dell’insuccesso delle cure ed il disagio crescente per gli utenti.

Dalla primavera del 2015 all’autunno, un comunicato apartitico ad hoc  costituito, riusciva a raccogliere bel 70000 firme certificate, di pazienti, cittadini, medici e operatori sanitari, contro la scellerata decisione della Giunta Chiamparino.

Due soli consiglieri regionali, in rappresentanza dei rispettivi gruppi, Stefania Batzella del M5S e Gianluca Vignale di Forza Italia, tra l’assordante silenzio degli altri partiti,  hanno sostenuto l’illogicità dello spezzatino, nel momento in cui iniziava la progettazione della nuova Città della Salute in via Nizza.

Sede che avrebbe eventualmente potuto ospitare in toto, le attività del comprensorio di via Juvarra. Pareva, infine che l’azzeramento dell’Oftalmico restasse in sonno, anche perché verso fine anno, il presidente Chiamparino e l’assessore alla Sanità Antonino Saitta, nell’annunciare il progetto della costituenda Citta della Salute, s’impegnavano contestualmente ad abbandonare la struttura oggi occupata dalla Molinette ove sarebbero poi intervenute le ruspe.

All’inizio del 2016, dall’assessorato alla Sanità arrivava il contrordine, con l’annuncio dello smobilizzo dell’Oftalmico e l’illogica divisione in due tronconi. Oltre allo sgomento per queste virata negativa, da più parti si chiedeva com’era possibile attrezzare le sale operatorio, particolarmente complesse ed onerose a causa delle opere edili ed impiantistiche conseguenti in una struttura che sarebbe stata poi demolita nel giro di pochissimi anni.

Alla base delle geniali decisioni dei nostri amministratori, spicca sempre la figura di pantalone che paga gli sprechi. Ripartiva così la mobilitazione in città e tra coloro che ostacolavano l’iniziativa.

Tra costoro anche la consigliera Batzella presentava interrogazioni ed istanze in Commissione Sanità, senza ricevere risposta alcuna.

Tra i bene informati circolava la voce che qualche consigliere del PD con la testa sul collo ed altri esponenti politici vicino al Sindaco Fassino, in vista delle prossime elezioni amministrative, non avrebbero visto di buon occhio e consigliato, la chiusura dell’Oftalmico in prossimità della campagna elettorale. Ma veniamo ai fatti di ieri.

Nel corso della riunione del consiglio regionale , la consigliera Batzella, essendo presente l’assessore Saitta , chiedeva conto della posizione della Giunta sullo spinoso argomento Oftalmico al che, come ci precisa la stessa Batzzella, Saitta “si rifiuta di rispondere lamentando di non essere preparato, anche se, sostiene la consigliera,  l’argomento era già all’ordine del giorno della commissione Sanità da oltre un mese. Insomma conclude Batzella, più che lo smemorato di Collegno, ci sembra l’Houdinì del consiglio regionale.  Saitta è capace di scappare dall’aula anche di fronte alle richieste di tutte le opposizioni formulate legittimamente con tutti i mezzi da più di un mese”.

Intanto per il 3 marzo alle ore 11, il Comitato a difesa dell’Ospedale Oftalmico ha convocato un’assemblea aperta alla cittadinanza, al collegio Artigianelli di corso Palestro per valutare le iniziative da intraprendere. Cosa dirà la Giunta regionale in quella occasione?

Ipotesi fuga?

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Articolo pubblicato il 17/02/2016