Imprese Coloniali a cavallo della Prima Guerra Mondiale – Dall’ Ottocento all’ Africa Orientale Italiana (1936 – 1941)

Mostra presso la Biblioteca della Regione Piemonte – via Confienza, 14 – Torino. Dal 27 gennaio 2016 al 18 marzo 2016

Il giorno 27 gennaio 2016 alle ore 17:00, presso la Biblioteca della Regione Piemonte – Via Confienza, 14 – Torino, si è tenuta la conferenza “Imprese Coloniali a cavallo della Prima Guerra Mondiale – Dall’ Ottocento all’ Africa orientale Italiana (1936 – 1941)”. Al termine di questa è seguita l’ inaugurazione della relativa Mostra che proseguirà fino al 18 marzo 2016.

La Collezione e il Catalogo sono stati curati da Mauro Giacomino Piovano e Maura Vittonetto, che sono anche i titolari degli oggetti storici esposti.

Il significato di questa mostra, molto interessante per la sua specificità e per ricchezza dei reperti, è sinteticamente riassunto dalla prefazione al relativo Catalogo del Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte Mauro Laus, che riporto integralmente:

“… Molti connazionali conoscono ben poco del passato coloniale italiano, di quando e in che modo quella stagione si sia conclusa. La raccolta di Mauro Giacomino Piovano, ora esposta, ci offre l’ opportunità di colmare qualche lacuna attraverso un’ articolata riflessione.

Certo non è facile ripensare ai periodi controversi della propria storia, ma . come suggerisce la rielaborazione collettiva del nazismo fatta in Germania dagli anni sessanta – questa riflessione è necessaria per capire, per recuperare un dialogo intergenerazionale, per affrontare le nuove sfide del presente.

In Italia sono mancati un ripensamento critico e un dibattito pubblico sull’ esperienza coloniale, che invece in altri Paesi erano stati imposti dal processo di decolonizzazione del secondo dopoguerra.

Gli italiani persero le colonie durante la Seconda Guerra Mondiale, ad opera degli Alleati, e non per una lotta di liberazione e questo ha favorito una sorta di rimozione collettiva.

Per molti anni anche la produzione storiografica – come ha fatto notare Marina Medi in un suo interessante saggio – non ha potuto essere d’ aiuto per conoscere il passato coloniale italiano. Infatti, fino alla fine degli anni settanta, la documentazione in materia rimase coperta da segreto militare e i pochi storici interessati al tema vennero accusati, tra insulti e polemiche, di essere “antinazionali” e di voler ledere l’ onore dell’ Esercito italiano.

Dunque per anni quella parte di storia è rimasta così poco conosciuta che, quando gli Stati africani richiesero all’ Italia forme di risarcimento del passato coloniale, molti ne provarono meraviglia e fastidio.

Ma fortunatamente alla fine degli anni ottanta una nuova leva di studiosi di provenienze disciplinari diverse – storia politica, storia sociale, antropologia, storia dell’ Africa, ecc. – ha ripreso interesse per l’ espansione coloniale italiana e ha cominciato a produrre  una grande quantità di studi, utilizzando molta documentazione inedita – i documenti ufficiali che finalmente erano diventati accessibili, memorie e lettere di soldati e coloni, racconti orali, foto – e delineando nuove piste di ricerca, specie sui drammatici episodi di repressione attuati a danno delle popolazioni.

Queste ricerche non solo hanno dimostrato come il nostro colonialismo non sia stato né diverso, né più umano, né più tollerante degli altri, contrapponendosi al  mito degli “italiani, brava gente”, ma hanno anche fatto vedere quanto sia povera una ricostruzione della storia di quel periodo se si limita solo agli aspetti politici, istituzionali, militari o diplomatici.

Come scrive Nicola Labanca, “ l’ espansione coloniale fu un fenomeno molto più complesso che un semplice gioco di uffici e cancellerie: fu un fenomeno economico, demografico, culturale, sociale “.

Tanto meno si fa cenno ai problemi sorti nelle ex colonie italiane in anni successivi e che sono oggi più vivi che mai. Infatti il rapporto tra l’ Italia  e le sue ex colonie non si è esaurito nella mancata elaborazione dell’ esperienza coloniale.

E’ continuato, invece, con i cosiddetti “aiuti allo sviluppo”, con i contratti per il rifornimento petrolifero, con le politiche migratorie e di contenimento dei flussi nel Mediterraneo, con la recente esplosione della Libia “.

 

Pertanto, per quanto sopra esposto, visitare la mostra è una occasione per rivisitare un periodo storico da un’ottica interpretativa diversa da quella che i testi scolastici hanno, per scasa conoscenza, per superficialità o per faziosità retorica, frettolosamente ignorato o proposto sotto forma edulcorata, ma lontana dalla realtà storica.

Una mostra molto interessante che merita una particolare attenzione da parte degli insegnanti, degli studenti, e dei cultori di storia, senza escludere i visitatori occasionali che troverebbero una stimolante occasione per conoscere un periodo storico poco noto ed ancora molto controverso.

 

Orari di apertura al pubblico:

dal lunedì al venerdì: 9.00 – 13.00 / 14.00 – 16.00

il mercoledì: 9.00 – 13.00 / 14.00 – 18.00

telefono: 011.57.57.371

e-mail: biblioteca@cr.piemonte.it

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Articolo pubblicato il 16/02/2016