Torino, Riccardo Molinari è il nuovo segretario della Lega Nord Piemont

Termina l’era Cota: Ieri a Collegno si è svolto il Congresso Nazionale della Lega Nord Piemont

Ieri a Collegno si è tenuto il Congresso Nazionale della Lega Nord Piemont. Alla presenza di oltre tremila partecipanti, l’assise legista ha sancito la fine dei quindici anni di conduzione Cota, con l’elezione del suo successore.

Un elettorato di 1165 persone, mentre hanno espresso il voto 835 militanti. E’ stato un confronto teso che pone fine a lunghi mesi di contrasti e ripicche tra i supporters dei due candidati alla segreteria, che hanno esposto il loro programma e le motivazioni che li spingono a candidarsi.

Gianna Gancia, rivendica un ritorno ai valori originari del Movimento, alla lezione Federalista di Luigi Einaudi ed alla Carta di Chivasso, per meglio cavalcare le sfide del futuro, mentre  Riccardo Molinari è sostenitore convinto della linea mediterranea di Matteo Salvini.

Il responso delle urne certifica la vittoria di Molinari con 446 voti, mentre Gianna Gancia si ferma  a quota 364. Risultato che rivela come le divisioni degli elettori, abbiano anche smascherato il doppio gioco di circa 90 militanti che sino alla vigilia avevano sottoscritto l’adesione alla candidatura della Gancia e poi al momento del voto hanno compiuto la scelta opposta.

Analoga situazione si è determinata nella votazione dei designati agli organi di consultazione della segreteria nazionale. Da questo gioco poco leale ne ha fatto le spese anche un autorevole fondatore storico della Lega Nord Piemont che aveva ricevuto l’incitamento ed il sostegno di militanti che l’hanno poi tradito nelle urne. Torna in campo Elena Maccanti, eletta nella Segreteria Nazionale.

Alla Lettura dei risultati esultano, in modo particolare i Giovani Padani, da sempre schierati al fianco del neo segretario, perché Molinari era uno di loro.

Con le prime dichiarazioni, Riccardo Molinari sostiene che” la Lega è una e che da lunedì saremo tutti al lavoro”, mentre Gianna Gancia, incassando con classe e fair play il responso dichiara: ”Mi ha votato il 45% del partito, nonostante Salvini si fosse schierato con il mio avversario. Un risultato ottenuto contro tutto l’establishment del partito. Ho perso contro Salvini”.

Ma veniamo allo svolgersi della giornata. Non sono mancati gli alti papaveri del Movimento. Il segretario Generale Matteo  Salvini, che nei fatti ha sempre sostenuto la candidatura del suo Vice segretario Molinari, Umberto Bossi, accolto da un’autentica e partecipe ovazione, giunto espressamente a sostegno di Gianna Gancia.

Bossi ha ribadito la positività di due candidature che stanno a dimostrare la vitalità del Movimento e, in polemica con Salvini ha deprecato la scelta mediterranea del Segretario, ribadendo la centralità della questione settentrionale a difesa della continuità produttiva e dell’occupazione giovanile. Poi i Parlamentari europei Mario Borghezio e Gianluca Bonanno divisi equamente a favore di Molinari il primo e di Gianna Gancia il secondo.

Tutti gli oratori hanno trattato i temi nazionali, ormai classici del copione della Lega Nord. Il dardo consueto contro la Magistratura, si è arricchito di attualità per la recente sentenza del Consiglio di Stato che, respingendo il ricorso Leghista, garantisce a Sergio Chiamparino di continuare indisturbato il suo ruolo di Governatore del Piemonte.

Borghezio, in particolare ha infiammato l’uditorio esprimendo un giudizio ed un apprezzamento rivolto ai Giudici della suprema magistratura amministrativa, molto al di sopra delle righe. Non è mancato l’addio, un po’ patetico, ma moto partecipato di Roberto Cota che ha elencato i meriti della sua presidenza al governo della Regione, non molto condivisi dall’uditorio. L’intervento di Bossi ha intrecciato una fiorettata nei confronti di Salvini sull’appoggio a Molinari, mentre Gianluca Bonanno ha seppellito di fatto le lagnanze di Cota sul suo operato da Governatore e sulle peculiarità della sua segreteria del partito per troppi, lunghi anni

A prescindere dagli inevitabili rancori che sovrasteranno indubbiamente le dichiarazioni concilianti e di facciata dei due contendenti, la segreteria Molinari parte, di fatto in salita. Non si tratterà di una carica che si misura solamente nelle stanze spoglie di via Poggio o nei raduni della militanza. E’ in avvio una campagna elettorale atipica per l’elezione del Sindaco di Torino ed il rinnovo dei consiglio comunale.

Il centro destra è diviso più che mai. Berlusconi, per accordi tra i partiti di centro destra avrebbe già dovuto designare il candidato sindaco. Dopo mesi di tentennamenti ha imposto, senza consultare la segreteria piemontese del suo partito, Osvaldo Napoli, ex parlamentare e sindaco di Valgioie.

Subito è partito il fuoco di fila di prese di distanza. Gianluca Vignale è sceso in piazza per chiedere a gran voce la convocazione delle primarie. Il notaio Morano che aveva presentato una candidatura autonoma e di Area, sta ancora alla finestra, aspettando di posizionarsi in modo definitivo, non appena le turbolenze si arresteranno.

Altri conati provengono dai centristi con Roberto Rosso che cerca di ritornare in pista invocando le primarie. Stallo completo.

Prima o poi, con il tempo che corre inesorabile e regala spazio a Piero Fassino, anche Roberto Molinari dovrà dimostrare di saper dare un’impronta nel confronto tra gli alleati, nelle decisioni, forse solitarie da assumere, nella determinazione del programma elettorale e, soprattutto nella scelta di candidati idonei e preparati  a reggere la sfida.

Solo a risultati ottenuti, Molinari potrà dimostrare di essere un leader, nel quale il partito si riconosce ampiamente, di poter aprire una via nuova, un’autentica svolta, come più volte da lui dichiarato, priva delle nubi e delle scelte compiute nel corso della lunga gestione Cota.

Scelte, è bene non dimenticare, che hanno contribuito a depauperare il Movimento di protagonisti di valore e competenza e ad allentare l’orgoglio di appartenenza in non pochi fondatori della Lega Nord delle origini.

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Articolo pubblicato il 15/02/2016