Ue allo sbando sui migranti: ultimatum alla Grecia, ruspe a Calais e muro al Brennero.

Il muro del Brennero imbarazza Renzi.

L'ipotesi di una barriera contro i migranti al Brennero. Ruspe per sgomberare la baraccopoli dei profughi a Calais. Un nuovo ultimatum alla Grecia.

Sono queste le ultime solitarie e scoordinate politiche dell'Europa, ancora una volta incapace di trovare un fronte comune sulla questione dei migranti.

Alla frontiera tra l'Italia e l'Austria avanza l'idea di un blocco per impedire il passaggio illegale dei richiedenti asilo. Lo scrive oggi il giornale regionale austriaco Tiroler Tageszeitung. Il quotidiano riporta anche ipotesi concrete di come sarà: verrà istituita una carreggiata stradale di controllo, contornata da container per la registrazione dei profughi. Il quotidiano riporta i dubbi dei responsabili sulla realizzazione di un recinzione, più che altro per la situazione orografica del valico.

L'indiscrezione arriva proprio mentre il cancelliere austriaco è in visita a Roma. "E' importante che la commissione insieme con tutta l'Europa metta in cantiere degli accordi di rimpatrio. Non si possono lasciare da soli paesi come l'Austria e l'Italia. Insieme saremo più forti. E fare la distinzione tra chi ha diritto all'asilo e chi non ce l'ha è anche una questione di umanità". ha dichiarato Werner Faymann in una conferenza stampa con il premier Matteo Renzi. "L'Austria lo ha detto chiaro e tondo, non ce la possiamo fare da soli", ha aggiunto.

Il blocco con l'Ungheria e l'Italia non è soltanto una minaccia. Entro un mese l'Austria raggiungerà la quota dei 37500 profughi che intende accogliere nel 2016, ha dichiarato il ministro degli Esteri Sebastian Kurz.

Il governatore dell'Alto Adige Arno Kompatscher, in un talk show alla televisione austriaca ha commentato affermando che un eventuale blocco del Brennero "sarebbe per noi negativo". "La caduta delle barriere al Brennero - ha sottolineato - è stata infatti una pietra miliare nella riunificazione delle parti separate del Tirolo".

Dovrebbero essere necessarie da otto a dieci settimane per dare seguito a eventuali disposizioni di Vienna su eventuali controlli di frontiera al Brennero. E' quanto afferma il capo della polizia del Land austriaco del Tirolo Helmut Tomac. Tomac ha sottolineato che le decisioni in merito non spettano alle autorità regionali, bensì al Ministero degli interni di Vienna. "Nel momento in cui dovessero arrivare disposizioni da Vienna - ha spiegato - ci sarà bisogno di otto-dieci settimane per metterle in atto ed a quel punto i controlli potranno essere svolti a pieno regime".

A Calais, intanto, il prefetto della cittadina francese ha dato l'ordine di sgomberare almeno la metà della "Giungla", così viene ormai chiamata la selva di casupole usate dai profughi per ripararsi in attesa di tentare un passaggio verso la Gran Bretagna.

Sul fronte del mar Egeo, il Consiglio Ue ha formalmente adottato le raccomandazioni relative alle valutazioni Schengen della Commissione europea con cui si chiede alla Grecia di sanare le gravi carenze riscontrate nella gestione delle frontiere esterne, di fronte al massiccio flusso di migranti. Atene ha da oggi tre mesi di tempo per mettersi in regola.

Il testo delle raccomandazioni, limato ed in alcune parti riformulato dagli ambasciatori dei 28 (Coreper) per riconoscere gli sforzi fatti da Atene da novembre (epoca delle visite ispettive degli esperti di Bruxelles) ad ora, è stato adottato stamani, senza ulteriori discussioni come previsto, dal consiglio dei ministri delle Finanze.

Viste le "gravi carenze" riscontrate nella gestione ellenica delle frontiere esterne Ue e "i flussi di migranti senza precedenti", nei prossimi giorni (probabilmente già alla prossima riunione dei commissari Ue di mercoledì) la Commissione europea dovrebbe attivare anche l'articolo 19b del Codice Schengen, con cui si dettano le modalità attuative delle raccomandazioni formalizzate oggi. Il lancio dell'articolo 19b è il terzo step di quattro nella procedura verso l'articolo 26 del Codice Schengen, quello che prevede - nel caso di una cattiva gestione delle frontiere esterne - la possibilità di ripristinare i controlli ai confini interni per uno o più Paesi, fino ad un massimo di due anni.

Una possibilità a cui potrebbero voler ricorrere Austria e Germania, che a metà maggio avranno esaurito il tempo previsto dagli articoli ordinari del Codice Schengen per i controlli ai loro confini.

Fonte: Huffpost

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Articolo pubblicato il 13/02/2016