#Sanremo2016: #rifacciamoiconti

Cattiverie sparse sulla prima puntata della kermesse canora

Dopo aver visto la prima puntata del Festival, mi sono posto tre domande che hanno contribuito a rendere la notte insonne.

Prima domanda: Laura Pausini, sotto la bandiera del Palermo usata a mò di vestito, aveva le mutande?

Seconda domanda: che fine ha fatto il Maestro Beppe Vessicchio? Giuro che se stasera non dirige l’orchestra, chiamo la redazione di “Chi l’ha visto?” e parlo direttamente con Federica Sciarelli.

Terza domanda: Dario Oliviero in arte Gabriel Garko, è nato il 12/7/1972 a Torino oppure il 12/7/1974 a Settimo Torinese?

 

Come potete notare, cari lettori, sono domande profonde e che meritano tutta l’attenzione possibile, peccato che non riguardino assolutamente il senso del Festival, cioè la gara, la competizione fra cantanti.

Infatti e purtroppo come al solito, la gara in senso stretto, è risultata giusto un corollario, un intermezzo, fra ospitate varie, spot pubblicitari e markette su film di prossima uscita.

Il tutto sotto la supervisione pippobaudiana di Carlo Conti, lampadatissimo, microfonatissimo (come al solito più degli altri), che è riuscito a trasformare questa edizione del Festival in un prolungamento di “Tale e Quale Show”, a partire dalla scenografia, per proseguire con i contrappunti ai collaboratori, per finire con le risate finto-stupite alle battute di Rocco Tanica, che forse è meglio torni a suonare.

Insomma un clone da palcoscenico del buon Enrico Mentana.

 

I cantanti in gara, a parte un paio di eccezioni , nulla hanno aggiunto e nulla hanno tolto a quelli dell’edizione precedente: una accozzaglia di fuoriusciti dai vari talent, sui quali ha aleggiato per tutta la serata il fantasma opprimente di Marco Mengoni, a base di note basse, anzi bassissime e pure stonate, intervallata da due sole performance di assoluto spessore: gli Stadio, anche se la voce di Gaetano Curreri va via via affievolendosi ed Enrico Ruggeri, unico, solo, vero front-man italiano, anche senza la band.

Note a parte per i Dear Jack e i Bluvertigo: i primi credo che stiano esalando l’ultimo mezzo respiro, che porterà finalmente alla posa della pietra tombale sulla carriera della band e, di conseguenza, ad un nuovo mestiere (so per certo che Mc Donald’s cerca personale), mentre i secondi sono stati fin troppo caricati di mezzi respiri da parte di un anestesista, che probabilmente ha inciuccato le quote, e i risultati sul palco sono risultati devastanti.

 

Per il resto tutto nella norma, compresi i vestiti delle “vallette” e delle cantanti in gara: roba da galera, se ripensate solo per un attimo a quello di Arisa (a quanto pare molto somigliante alla camicia da notte della mamma della mia amica Emanuela, ndr), all’abito della Iurato, con tanto di tatuaggi allegati e a quello tigrato della Ghenea, che probabilmente ha fatto incazzare di brutto le militanti di P.E.T.A.

 

Unica nota davvero positiva la performance di Virginia Raffaele, esilarante clone di Sabrina Ferilli, e chissà cosa ha in serbo per stasera e per le prossime puntate.

 

Nota a parte sugli ospiti: come già sapete non tollero e non gradisco quelli italiani, lo trovo di pessimo gusto verso i colleghi che affrontano la gara, mettendosi in gioco e mettendoci la faccia, e ho trovato davvero esagerato lo spazio lasciato alla Pausini.

Su Elton John niente da dire: una lezione di glam e l’ennesima dimostrazione di come basti un pianoforte ed una voce per emozionare.

Maitre Gims invece è la prova lampante che anche i francesi, a volte, sanno fare musica.

 

Se vi ricordate, l’anno scorso ho creato l’hashtag #stendiamounvelopietoso sul peggio della puntata.

So che lo aspettate con ansia e quindi non mi tiro di certo indietro.

Il premio della prima puntata va sicuramente al collega Mario Luzzatto Fegiz che durante il DopoFestival è riuscito a confondere Noemi con Emma (gli effetti della Legge Fornero cominciano ad essere devastanti).

 

Per oggi chiudo qui, con una considerazione: per me, Caccamo è solo ed esclusivamente quello di “Mai dire Goal”.

 

Stay always tuned !!!

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Articolo pubblicato il 10/02/2016