Un grande pittore e una musicista americana ha effettuato la scoperta esaminando a fondo il "Giardino delle Delizie" di Bosch
Hieronymus Bosch (1453-1516), pittore fiammingo, è noto in tutto il mondo per i suoi dipinti enigmatici, caratterizzati da tematiche prevalentemente religiose realizzati con una tecnica che rivela le sue doti di grande artista , in grado di incantare l’osservatore. Le documentazioni sulla vita e sull'attività artistica di Bosch sono abbastanza scarse, purtroppo disponiamo di scarse notizie riguardo la sua vita.
Bosch nacque nel 1450; di lui si sa poco perché non ha lasciato scritti o diari che permettano di ricostruire a fondo le sue vicende personali. Visse tutta la sua vita in una città del Ducato di Brabante; suo nonno era un pittore e aveva cinque figli, quattro di questi erano anche loro pittori. Si narra che il padre di Bosch fosse la guida artistica di un gruppo di religiosi, la Confraternita della Madonna. Sappiamo che ebbe due fratelli e una sorella. E’ possibile che durante la sua adolescenza possa aver assistito ad un devastante incendio che distrusse molte case, sviluppatosi nel luogo in cui viveva nel 1463.
Compiuti i 18 anni, si si unì al gruppo religioso alla cui guida artistica era il padre, venendo probabilmente influenzato nella pittura , essendo i suoi quadri ricchi di tematiche a sfondo religioso. Successivamente si, sposò con Aleyt Goyaerts van den Meerveen. L'unico motivo per cui conosciamo la data della sua morte è data dal fatto che la Confraternita della Madonna, ne registrò la data: era il 9 agosto del 1516.
I dipinti di Bosch sono noti per le immagini sorprendenti e meravigliose in cui si rilevano, in gran numero, simboli medievali e, come nel caso dei trittici, si riconoscono numerosi sapienti richiami ad aspetti simbolici della vita umana, anche se più di uno studioso dell’artista, ritiene che il suo lavoro sia stato effettuato per lo più per divertire le persone. Infatti Bosch era conosciuto come il creatore di mostri e chimere, i mostri femminili sputafuoco con una testa da leone; per questo motivo alcuni critici hanno descritto il suo lavoro come insolito e interessante.
Altri affermano che alcuni dei suoi lavori con le creature e le originali immagini da lui create, possono essere considerati come una anticipazione delle tecniche utilizzate dai surrealisti, anche se Salvador Dalì, nato quattrocento anni dopo Bosch, è riconosciuto come il creatore del surrealismo, l’ideatore di un nuovo stile artistico, onirico capace di rappresentare con efficacia il mondo della fantasia e dei sogni , tematiche che sembrano care a Bosch, già presenti in molti suoi quadri. Fu infatti uno fra i più originali artisti rispetto alle scuole contemporanee, un pittore con capacità tali da permettergli di diventare famoso durante la sua esistenza.
Dal momento che suo padre era un pittore, è logico ipotizzare che la sua abilità e le tecniche pittoriche, vennero acquisite lavorando con lui e con gli zii, impegnati nella stessa bottega. Una fra le opera più famosa di Hieronymus Bosch è il trittico intitolato il “ Giardino delle Delizie” , dipinto su tre pannelli, su cui sono rappresentati Dio, Adamo ed Eva, e il terrore dell'inferno. In quest’opera è opinione diffusa che abbia voluto ricordare persone che potenzialmente avrebbero potuto andare davvero all'inferno e subire una dura punizione i per l'eternità. Il quadro ha una ricchezza incredibile di dettagli, tutti sapientemente disegnati dal valido artista che, probabilmente ha voluto aggiungere una "colonna sonora" al suo dipinto.
Se ne è accorta una valida musicista, Amelia Hamrick studentessa in un college nell'Oklahoma e blogger. La Hamrick ha notato uno spartito musicale, stampigliato sul deretano di uno dei protagonisti del quadro, torturato e schiacciato da un'arpa. Lo spartito è indicato all'attenzione di quanti osservano lo sventurato, dalla mano di un personaggio posto accanto a lui. La studiosa ipotizza che Bosch abbia fors voluto segnalare la musica che si può udire all'inferno, luogo rappresentato nel pannello in cui si svolge la scena, in cui Bosch raffigura i vari metodi di tortura applicati in quel triste luogo.
Dopo avere esaminato a lungo quelle note, Amelia ha deciso di trascriverle e suonarle, registrando la musica ottenuta e ha postato la melodia così ottenuta, spiegando come l'aveva ricavata, con il risultato di vedere diventare virale in you tube il suo lavoro , che ha ottenuto un notevole numero di visualizzazioni. Inoltre un altro blogger, ispirato dal suo lavoro, ha proposto di studiare un adattamento di quella melodia ad una corale.
Dopo questo exploit, Amelia sta ora lavorando con il dipartimento di musica del suo college per migliorare la precisione della trascrizione. E' una autentica novità nel mondo della musica, un rappresentante dell'arte pittorica del 1500 che suggerisce ai musici la melodia che il curioso osservatore della sua opera dovrebbe ascoltare mentre, in muta contemplazione, gusta le innumerevoli scene rappresentate sul suo lavoro.
Bosch è stato uno dei primi pittori europei a dipingere la vita di tutti i giorni, ideatore di uno stile capace di influenzare altri artisti allontanandosi dallo stile normale dell'epoca e decidere di proseguire per la sua strada. Il suo lavoro esprime la vita come la vide , offrendo anche a noi di coglierne alcuni aspetti, ed ora questa intuizione che ha impiegato circa 500 anni a maturare e manifestarsi, sembra essere una ulteriore indicazione riguardo quel che ascoltava, mentre era intento realizzazione del dipinto. Fin qui la teoria della musicista americana.
Esiste però, a mio modesto parere, anche una seconda possibilità. E se il valente artista fosse stato disturbato dalla musica scritta da un musicista da strapazzo ed avesse voluto rappresentare le note che era costretto a udire, utilizzando un leggio veramente poco onorevole, additandolo ironicamente al pubblico? Forse le cose non stanno così, o forse si. Il reperto di quello spartito, ora che è stato scoperto si presta molte altre interpretazioni, tutte da scoprire con il gran numero di enigmi che, forse, si nascondono ancora nella splendida opera.
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Articolo pubblicato il 12/02/2016