Al Torneo 6 Nazioni buona prova dell’Italia
Nella partita d’inizio del Torneo 6 Nazioni di sabato scorso allo Stade de France l’Italia ha fatto vedere i sorci verdi alla nazionale francese.
L’incontro è terminato con il punteggio finale di 23 a 21 in favore di quest’ultima ma fino a sei minuti dalla fine i nostri conducevano ancora la partita.
Di fronte a 60.000 spettatori sbigottiti la squadra d’oltralpe ha rischiato una sconfitta amara e del tutto imprevista.
Si sa quanto i francesi amino la loro équipe fino ad assumere atteggiamenti parecchio indisponenti per non dire arroganti, in particolare nei confronti dell’Italia !
Basti pensare che Pierre Berbizier, icona del rugby francese, alla vigilia aveva pronosticato un vittoria della Francia con almeno 30 punti di distacco !
Con l’innesto di sei giovani esordienti la nostra squadra sembra aver dato inizio a quella svolta che avevo auspicato più volte e, se è vero che alcuni veterani (Parisse e Zanni, in particolare) hanno dato il meglio di sé mettendo a disposizione della squadra la loro esperienza, è vero anche che la prova di forza e di entusiasmo che è scaturita dall’innesto degli esordienti ha determinato una prova di tutto rispetto che ha messo in soggezione i ben più esperti giocatori avversari.
Resta il rammarico che il drop di Parisse all’ultimo secondo dell’incontro non abbia centrato i pali perché in tal caso l’Italia avrebbe vinto, di un solo punto è vero, ma si sarebbe trattato di una vittoria storica che avrebbe catapultato i nostri verso l’incontro di domenica prossima a Roma contro l’Inghilterra con un ulteriore e forse determinante margine di entusiasmo.
Una breve nota da chi, come me, è stato appassionato di calcio per decenni ed è poi passato al rugby, da valere unicamente come affabile esortazione a quei lettori che volessero seguire questo sport (indipendentemente dalla passione per il calcio naturalmente!) a partire dal prossimo incontro: nel rugby le regole del gioco consentono di affrontare l’avversario con estremo vigore e potenza fisica, come ad esempio nei placcaggi (mai al di sopra delle spalle !) o nelle mischie o in altre situazioni particolari di gioco ma ciò non determina mai (l’eccezione è molto rara) contestazioni, proteste, insulti o, peggio ancora stucchevoli simulazioni di falli, e di fronte ad ogni decisione arbitrale, quand’anche non fosse condivisa, è consuetudine che il giocatore stia sull’attenti, scusandosi eventualmente per aver commesso un fallo.
Nel calcio…vedete voi !
Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini
Articolo pubblicato il 08/02/2016