Chefchaouen, “la città blu” è l’Amsterdam del Marocco

Una cittadina marocchina ai limiti della realtà: è completamente blu, le sue sorgenti d’acqua sono finissime ma è anche la capitale dell’hashish

Avete mai sognato di vivere in una città più colorata, che possa magari nutrire di più la vostra fantasia, aiutandovi a spezzare la monotonia quotidiana dei giorni?

Se vi è capitato di pensarlo drizzate le orecchie e sbarrate i vostri occhi perché esiste un’ incredibile città da fiaba: si tratta di Chefchaouen, un piccolo paesino nella regione di Tangeri-Tétouan.

Chefchaouen, che era considerata “città santa”, ha la curiosa peculiarità di essere completamente blu; le sue strade, i suoi muri, i suoi vasi, i suoi scalini, le sue porte: tutto par esser stato immerso in una grande tinozza colma di polvere di lapislazzuli.

Si narra che a ornare la città di questo colore, ormai divenuto un suo simbolo e particolarità principale, siano stati i profughi ebrei – che considerano il blu il colore del cielo e del paradiso –  negli anni ’30.

Ancora oggi la medina azul, rappresenta per molti ebrei il riparo sicuro dalle persecuzioni, mentre per gli arabi (nonostante l’apertura portata dagli spagnoli) resta la città sacra, invalicabile dagli stranieri.

Tuttavia la sua è un’architettura molto interessante, aldilà del suo singolare colore: una fusione tra lo stile moresco e quello spagnolo. Scelta di gusto estetico o d’innovazione?

Non proprio. Questa mescolanza di stili è infatti dovuta alla sua storia. Fondata nel 1471, la sua popolazione era originariamente composta soprattutto da esiliati andalusi, sia musulmani sia ebrei, ragion per la quale la parte antica della città ricorda molto un aspetto alcuni paesi andalusi, in particolar modo per le sue piccole vie dal tracciato irregolare. Più in basso – la cittadina è collocata in una piccola valle – vi è la città “nuova”.

Oggi questa città è un importante sito turistico dove si può trovare non solo una mescolanza di stili architettonici, delle mura e delle strade di un intenso blu, ma anche una mescolanza di lingue: dall’arabo allo spagnolo molto parlato dai suoi abitanti, essendo questa città una delle principali basi dell'esercito spagnolo.

In questa città si alzò l'ultima bandiera spagnola nel 1956.

Patrimonio mondiale dell’UNESCO, Chefchaouen culturalmente è una città molto ricca, ma la conoscono in pochi e non tanto per un’altra sua importante caratteristica, l'acqua finissima delle sue sorgenti, quanto per essere turisticamente conosciuta come “l’Amsterdam del Marocco”.

Come riportato da Lettera43, dai dati indicativi delle associazioni locali, “l'indotto marocchino della canna si aggira su un sommerso di 8,5 miliardi di euro l’anno (il 10% dell’economia nazionale) e dà da mangiare a più di 800 mila persone”. Non stupisce quindi il trovarvi, tra i numerosi turisti, molti rastaman.

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Articolo pubblicato il 08/02/2016