Le “masche” dei nostri paesi – Seconda ed ultima parte

Una ricerca originale sulla presenza di queste figure fantastiche nel territorio della provincia di Torino

Nell’ articolo del 9 gennaio 2015 del Civico 20 News “Le masche dei nostri paesi” è stata pubblicata la prima parte della trattazione-ricerca del dr. Gervasio Cambiano, studioso di storia locale, a cui rimando per avere un utile riferimento.

Ora segue la seconda ed ultima parte dello stesso Autore che completa l’argomento in questione.

Le immagini che integrano e arricchiscono il contenuto del testo sono rare e probabilmente inedite e rappresentano l’ originalità documentale della ricerca svolta.

Pertanto, nel completare questa sintetica trattazione fantastico-fiabesca sulle “masche”, figure immaginarie di una antica cultura popolare, emerge in modo evidente quanta “cultura sommersa” rischi ancora seriamente di cadere nell’ oblio e pertanto nella sua definitiva cancellazione dalla conoscenza.

Una eventualità molto concreta che vorremmo scongiurare.

Come sempre è d’ obbligo un apprezzamento e un ringraziamento all’ Autore.

Buona lettura

 

MASCHE DEI NOSTRI PAESI - SECONDA ED ULTIMA PARTE

Nel precedente lavoro sulle masche piemontesi ci eravamo fermati al mitico Pilone Babano, sulla strada campestre tra CAMPOLUNGO e CERCENASCO. 

Ritornando indietro in direzione sud si attraversa CASTAGNOLE PIEMONTE. In una casa rurale posta ai margini del centro abitato nella direzione della Pieve cimiteriale di San Pietro, abitavano in condizioni un po’ precarie una anziana donna con il figlio.

La voce popolare indicava tale luogo sede di masche. Dalla strada e sempre di notte si potevano sentire suoni e voci lamentose e vedere luci dietro i vetri. C’era sempre qualche curioso ( proveniente anche dai paesi vicini) che si appostava nella strada e aspettava di sentire o vedere quegli strani fenomeni.

Da questo paese una strada in mezzo ai campi porta alle frazioni Ojtana e Balbo (quest’ultima appartiene al Comune di OSASIO) e da qui si arriva nel territorio di CARIGNANO uno dei più estesi della Provincia di Torino. Ad un paio di kilometri dallo storico centro abitato e sullo stradone per Saluzzo, esiste la torre medioevale di Valsorda “la tor dle masche”.


La tradizione locale indica questa possente costruzione in bei mattoni rossi sede di masche dedite ad ogni sorta di scherzi e dispetti agli ignari passanti.

Un po’ più avanti verso il CERETTO c’è l’antica Cappella di San Vito persa in mezzo ai campi in direzione del fiume PO. Complice l’isolamento del luogo, si diceva che di notte, attorno all’edificio si aggiravano gli spiriti. Sempre in CARIGNANO ma in direzione di VILLASTELLONE nella zona detta del Pasco, esiste un ponticello su di un fossato comunemente denominato Ponte delle masche ‘l Pont dle masche”. Qui nella calura dei mesi di giugno e luglio si possono intravedere ancora oggi fuochi fatui.

Nella vicina PIOBESI TORINESE, la tardo romana Plubice, due sono i luoghi delle masche : la cascina detta Le Monache (il toponimo indica chiaramente la proprietà religiosa) e poi il famoso Canton dla Viassa sede di una sola masca.

Nel vecchio edificio sede un tempo dell’Ufficio Postale (oggi ricostruito a nuovo), viveva una donna detta “la Baralon-a” indicata dalla voce popolare come masca che di notte camminava sul muretto di cinta della casa. Tale muretto c’è ancora oggi.

Per VINOVO, le masche sono da sempre individuate all’interno dei folti rami di un olmo secolare che esisteva davanti alla Cappella di San Martino, al limite nord-est del paese che fu per tanti secoli feudo dei conti Della Rovere. Anche qui facevano ogni sorta di “despresie” ai passanti. L’unico a non temerle, ma quasi a cercarne la presenza, il grande medico e chimico Vittorio Amedeo Gioanetti, creatore della famosa porcellana di Vinovo. Si diceva che soleva sedersi sotto la grande pianta immerso nella lettura dei suoi “strani” libri e le masche lo osservavano zitte e curiose dai rami dell’olmo.


Da VINOVO una comoda strada di pochi kilometri porta a LA LOGGIA. Circa a metà si deve attraversare il torrente Ojtana che fa da confine con i due territori. Un ponte attraversa questo torrente e sull’angolo in territorio di La Loggia sorge un vecchio edificio mezzo diroccato e senza tetto coperto dalla vegetazione denominato “la Cà dle masche”.

Questa casetta in stile neogotico è inserita nel parco della tenuta di CARPENETTO /(Carpnè) e fino ad una trentina di anni fa si vedeva ancora bene perché non era ricoperta dalla vegetazione.

Nel muro confinante con il torrente vi sono alcune finestre senza infissi e senza vetri: la gente che vi transitava di notte diceva che si vedevano delle fiammelle e si sentivano strane voci lamentose.

Proprio di fronte a questo sinistro edificio nel prato lungo la sponda dell’ Ojtana nel marzo 1945 vennero giustiziati, da una squadra di partigiani, 3 giovanotti del posto accusati di furti di bestiame.

Infine va ancora ricordato in questa zona, ma nel territorio del Comune di NICHELINO, la Cappella di San Rocco, posta sulla vecchia strada tra Tagliaferro e Borgata Santa Maria (il popolare Carborundum), anche ben restaurata di recente, indicata dalla voce popolare come luogo di masche da evitare accuratamente di sera e nelle giornate autunnali di nebbia fitta.


Gervasio Cambiano

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Articolo pubblicato il 07/02/2016