Rugby - Inizia il Torneo Sei Nazioni

Inizio durissimo per gli azzurri contro i campioni di Francia allo Stade de France

Inizia il 6 febbraio il Torneo Sei Nazioni che vede in campo a contendersi il più ambito trofeo europeo le squadre di Inghilterra, Francia, Irlanda, Galles, Scozia e Italia.

Le speranze degli sportivi italiani che amano questo sport sono ridotte a ben poco e, sostanzialmente, consistono nell’unica possibilità che oggi ci viene concessa dalla nostra squadra e cioè che si possa assistere a prestazioni dignitose per orgoglio, determinazione ed entusiasmo.

Tutto ciò che supererà questo limite sarà benvenuto!

L’ordine degli incontri (le squadre si affronteranno in un girone di sola andata) è il seguente:

Il 6 febbraio contro la Francia a Parigi allo Stade de France.

Il 14 febbraio contro l’Inghilterra  a Roma allo Stadio Olimpico.

Il 27 febbraio contro la Scozia a Roma allo Stadio Olimpico.

Il 12 marzo contro l’Irlanda a Dublino all’Aviva Stadium.

Il 19 marzo contro il Galles a Cardiff al Millenium Stadium.

L’Irlanda è la squadra campione uscente e, al momento, sembra destinata a confermarsi al vertice delle squadre europee anche se Francia e Inghilterra promettono di essere tutt’altro che arrendevoli a questa previsione.

L’inizio per noi sarà durissimo perché incontreremo allo Stade de France i campioni di Francia, una squadra decisamente grintosa e decisa a riprendersi il primo posto fra le squadre migliori del Continente.

Il compito della nostra squadra sarà quello di evitare il “Cucchiaio di legno” (riconoscimento simbolico alla squadra che arriverà ultima !).

Il tifo appassionato degli sportivi che saranno presenti all’Olimpico di Roma nelle partite contro l’Inghilterra e la Scozia (soprattutto contro quest’ultima che condivide con noi, nonostante la bella prova degli ultimi Mondiali, le più scarse considerazioni nel mondo del rugby) potrebbe evitarci il settimo Cucchiaio dalla nostra partecipazione al Torneo.

Ciò inoltre potrebbe essere, tra l’altro, un buon motivo per ben sperare che la candidatura dell’Italia  alla Coppa del Mondo del 2023 abbia qualche motivo in più per essere accolta.

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Articolo pubblicato il 05/02/2016