Siria, Russia contro Turchia: "Prepara un'invasione militare". Stop ai negoziati di Ginevra, accuse incrociate.

Agghiacciante il quadro che emerge dopo 5 anni di guerra civile.

Sulla Siria diventa un tutti contro tutti. Saltano i negoziati di Ginevra e partono le accuse incrociate. Usa e Francia accusano la Russia e il regime di Assad di remare contro, Mosca nega e punta il dito contro Arabia Saudita e Turchia, sostenendo che si prepara a un'incursione militare in territori siriano. Domani si riunirà il Consiglio di sicurezza Onu per nuove consultazioni e l'inviato speciale Staffan De Mistura informerà gli ambasciatori dei 15 paesi del principale organo esecutivo dell'onu sulla sospensione dei colloqui di Ginevra.

Falliti i negoziati di Ginevra. Staffan De Mistura, spiega che la decisione di sospendere i colloqui sulla Siria a Ginevra "è scaturita dal bisogno di mantenere la parola data dal segretario generale dell'Onu e da me al popolo siriano sul fatto che questa volta la conferenza deve mostrare benefici concreti per la popolazione. Non ho visto nulla di tutto questo, anzi il contrario. Quindi nessun alibi, ho deciso di mantenere la parola data ai siriani". De Mistura aggiunge che ora è il momento di passare la palla al Gruppo di Vienna, sospendere fino al 25 febbraio, in attesa di vedere se ci sono intenzioni serie per riprendere i colloqui di pace a Ginevra.

 

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha sentito al telefono il segretario di Stato Usa John Kerry: i due hanno concordato di "intraprendere tutti i passi necessari per ridurre al minimo" la pausa nei negoziati per la Siria in corso a Ginevra e di "intraprendere possibili azioni coordinate per fornire aiuti umanitari nelle zone bloccate della Siria per via aerea".

260 mila morti dall'inizio del conflitto. Sono oltre 260.000 i morti, di cui almeno 76.000 civili; oltre la metà della popolazione è stata costretta alla fuga; almeno 177 ospedali sono stati distrutti e oltre 700 operatori sanitari uccisi; il paese è in rovina. Questo il bilancio di massimo dei cinque anni di conflitto stilato dall'Osservatorio siriano per i diritti umani. Tra le vittime, almeno 13.000 persone hanno perso la vita in seguito a torture ricevute nelle carceri del regime. Sui 23 milioni di abitanti di prima del conflitto, oltre la metà (13 milioni e mezzo) ha dovuto lasciare la sua abitazione e al momento circa 486.700 Persone vivono in località sotto assedio da parte delle forze regolari o dei ribelli.

 

Con la guerra 4,7 milioni di siriani hanno dovuto lasciare il paese (la maggior parte è accolta in Turchia ove si trovano al momento circa 2,5 milioni di profughi siriani, e in Libano con un 1,2 milioni di rifugiati). Pesantissime anche le conseguenze sull'economia, col settore industriale letteralmente paralizzato dal conflitto e una caduta delle esportazioni pari al 90%. Pesanti anche le perdite dirette e indirette sul fronte petrolifero con 58 miliardi di perdite.

Le truppe di Assad avanzano verso Aleppo. Quarantamila civili sono in fuga, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, dinanzi all'avanzata delle truppe di Assad nella provincia di Aleppo. L'esercito governativo ha annunciato l'intenzione di assediare la città nel nord della Siria. Le forze militari hanno rotto l'assedio inoltre di due cittadine circondate dalle forze di opposizione. L'allarme per la fuga da Aleppo è stato rilanciato a Londra dal premier turco Ahmet Davutoglu: "ora 10.000 rifugiati sono in attesa davanti alle porte di Kilis, a causa dei bombardamenti russi e degli attacchi contro Aleppo", ha detto il capo del Governo turco, secondo cui "60 o 70mila persone dai campi a nord di Aleppo si stanno muovendo verso la Turchia".

Usa e Francia accusano la Russia per lo stop dei negoziati. Secondo Washington è Mosca, insieme al regime di Bashar al Assad, a voler affossare il processo di pace. "Il proseguimento dell'assalto delle forze del regime siriano, rafforzato dagli attacchi russi, contro le zone controllate dall'opposizione mostra chiaramente il desiderio di cercare una soluzione militare prima che consentire una soluzione politica" alla situazione, ha fatto notare il segretario di Stato americano, John Kerry. Sulla stessa lunghezza d'onda il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius che ha accusato Damasco di "silurare gli sforzi di pace" lanciando l'offensiva vicino Aleppo.

Mosca nega e punta il dito di nuovo contro Arabia. La Russia deplora la decisione di sospendere il processo negoziale. "Esprimiamo dispiacere per il fatto che l'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria sia stato costretto a decidere per la sospensione dei negoziati, a seguito della posizione assunta dalla delegazione da Riad", ha detto il vice ministro degli Esteri di Mosca, Ghennadi Gatiov. "I loro tentativi di far deragliare il processo negoziale, con il pretesto che la Russia continua a svolgere un'operazione militare in Siria, sono assolutamente inaccettabili, in quanto si tratta di guerra alla minaccia terroristica in questo paese", ha denunciato il vice ministro.

 

Mosca ribadisce che la sospensione dei negoziati a Ginevra sulla Siria non influirà sulle operazioni militari russe contro il terrorismo e a fianco del regime di Damasco. "La questione prioritaria per noi, e prima di tutto per il popolo e le autorità siriani, è la questione della lotta al terrorismo. Pertanto abbiamo sempre detto che questa lotta continuerà". I jet militari russi hanno eseguito 237 raid contro 875 obiettivi dei "terroristi" negli ultimi tre giorni nelle province siriane di Aleppo, Latakia, Homs, Hama e Deir ez-Zor

Dalla Russia accuse alla Turchia: "Vuole invadere la Siria". Torna all'attacco Mosca contro Ankara. Ancora oggi vengono ribadite le accuse del ministro degli Esteri Sergei Lavrov di favoreggiamento del terrorismo islamico, mentre il portavoce del Ministero della Difesa russo afferma che "quello che sta accadendo sul confine turco-siriano ci fa pensare che Ankara stia preparando un'invasione militare in Siria. Stiamo registrando un incremento nei segnali che indicano movimenti segreti delle forze armate turche finalizzati a operazioni attive nel territorio siriano".

Erdogan risponde per le rime. "La Russia continua a uccidere la gente in Siria. Potevano esserci colloqui di pace? In un contesto in cui i bambini vengono ancora uccisi, tentativi del genere non hanno alcuna funzione se non quella di rendere le cose più facili al tiranno" ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan parlando dal Perù. Erdogan ha espresso dubbi anche sulla reale possibilità di una ripresa dei colloqui di Ginevra: "Ogni volta si incontrano, mangiano, bevono e poi se ne vanno. Ora hanno dato appunto a fine febbraio. Vedrete che appena sarà rinvieranno di nuovo".

 

Fonte: Huffpost

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Articolo pubblicato il 05/02/2016