Regione Piemonte prova di riapertura a fini turistici della ferrovia dismessa che scorre lungo la valle del Tanaro.

Un viaggio sulla linea Ceva-Ormea 3 febbraio 2016

La mattina del 3 febbraio, al binario1 della stazione di Torino Porta Nuova, due automotrici Aln 663 accoppiate, tirate a lucido come nuove, sono in attesa dei cento invitati dalla regione Piemonte e dalla Fondazione Ferrovie dello stato Italiane, per un viaggio di prova dal punto di vista turistico, sulla linea da anni dismessa Ceva-Ormea.

Potrebbe sembrare uno dei soliti eventi promozionali, invece siamo in presenza di un evento epocale: con decenni  di ritardo rispetto ai Paesi europei ed extraeuropei, la politica italiana si è accorta delle grandi potenzialità come fattore produttivo che possono dare i treni storici/turistici.

Nell’attesa della partenza prevista per le 9,10 e dell’arrivo degli assessori regionali Antonella Parigi e Francesco Balocco, chiediamo all’ingegnere Luigi Cantamessa, Direttore della Fondazione FS di commentare l’evento di oggi.

“Oggi è veramente  un evento importante, siamo in presenza di un inversione di tendenza: con la nascita della Fondazione FS, questo settore che prima non era ordinato e non aveva una strategia economica propria ha volto la sua potenzialità, grazie anche all’aiuto del ministro del turismo, verso nuovi cammini, turismo delle famiglie, turismo religioso, ma anche ad altri settori come la rivalutazione delle case cantoniere.

Molti anni fa eravamo partiti con il Museo di Pietrarsa ove furono inviati previo restauro molti rotabili di valore storico ma poi tutto si fermò. Oggi pensiamo di cominciare un nuovo cammino che stante le qualità del nostro territorio, nella logica di rivalutazione della provincia italiana ci darà sicuramente grandi soddisfazioni. Contiamo anche molto nelle associazioni  che si occupano di questo settore che sono una miniera d’oro che va rivalutata e adeguatamente strutturata.”

Partiti in perfetto orario, dopo circa un ora di viaggio ci fermiamo a Ceva dove siamo accolti da una vera folla con molti studenti di ogni ordine e grado con  la parola treno gridata all’unisono e offerte della famosa frittata di Ceva. Con un certo stupore dei passeggeri questa accoglienza calorosa si ripeterà in tutte le fermate: a Nucetto, Bagnasco con la panissa alla moda ligure con la farina di ceci di Nucetto, il Rebechino che è una polentina di mais e semolino con al centro raschera della valle e funghi e ancora una zuppetta di fagioli bianchi sempre di Bagnasco.

Alla successiva fermata di Pievetta troviamo nuovamente striscioni e cori inneggianti al treno e l’offerta dei “cornetti di Ercole” (dolcetti innovativi) e gli amaretti supermorbidi. A Garessio non poteva mancare l’acqua minerale San Bernardo imbottigliata in loco e una folla ancora più imponente; la scena proseguirà identica  nelle successive Trappa, Eca e Nasagò.

Arrivati a Ormea in perfetto orario, abbiamo visitato la mostra curata dal Politecnico di Torino in ambito master post laurea sui manufatti di questa ferrovia che ha già caratteristiche montane, sulle potenzialità economico produttive della valle del Tanaro e sul valore aggiunto dato dall’eventuale ripristino dell’esercizio ferroviario in chiave turistica e storica.

Dopo un rapido light lunch con le prelibatezze locali siamo ripartiti con la conferma, stante la splendida risposta del territorio, che finalmente siamo sulla strada giusta per iniziare proprio dal Piemonte un discorso serio e ufficiale sulle ferrovie turistiche italiane.

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Articolo pubblicato il 04/02/2016