Da qualche anno impazzano nel web racconti di avvistamenti di creature marine che presenterebbero le caratteristiche degli esseri mitologici, conosciuti in tutto il mondo con l’appellativo di Sirene. Esseri di cui ci viene raccontato fin da bambini che abiterebbero le profonde acque oceaniche, creature metà umane e metà pesci. Si tratta di una credenza risalente a tempi molto antichi che oggi sta tornando di moda ed è diventata, per lo meno in certi ambienti di appassionati, una nuova frontiera della conoscenza tutta da scoprire.
Con quasi tre quarti della Terra coperta dall’ acqua non c'è da meravigliarsi se, secoli fa, si riteneva che negli oceani si nascondesse una gran quantità di creature misteriose e tra queste vi fossero serpenti di mare e sirene. L’antico ed epico poeta greco Omero ne ha scritto nell'Odissea. Nell'antico Estremo Oriente le sirene erano compagne di potenti draghi di mare, di cui si pensava potessero venire utilizzate come messaggeri di fiducia tra i loro coniugi e gli imperatori sulla terra.
La credenza della realtà delle sirene può essere sorta agli albori della nostra specie. Figure femminili dall'aspetto suggestivo, con caratteristiche che permettono di riconoscere le caratteristiche a tutti note della sirena, metà corpo umano, la metà inferiore a forma di pesce, fanno la loro prima apparizione in pitture rupestri del periodo risalenti al tardo Paleolitico (età della pietra), circa 30.000 anni fa, quando gli esseri umani guadagnarono il dominio sulla terra e, presumibilmente, cominciarono a solcare i mari.
Creature definite chimere, mostri mitologici il cui corpo è costituito da animali differenti, abbondano anche nella mitologia, in aggiunta a sirene, centauri, satiri selvatici, e minotauri spaventosi, per citarne solo alcuni. Tutto questo sembrerebbe essere semplicemente frutti della fantasia, causato dalla lunga permanenza in mare, ma negli ultimi tempi se ne parla di nuovo con grande insistenza, al cinema compaiono cartoni animati i cui interpreti sono le creature marine, in rete abbondano filmati e dibattiti a proposito del ritorno delle sirene avvistate, come è logico che sia, fra i flutti marini.
Gli oceani sono ormai ben conosciuti e dovrebbe esserci una conoscenza approfondita riguardo la vita e le varie attività della fauna in essi presente; molte sono le specie, note rinvenute e catalogate da studiosi illuminati, al contrario delle sirene che dovrebbero essere state relegate nel regno della superstizione e del mito. Ma non è propriamente così. Ci sono presunti avvistamenti di sirene ancora oggi, provenienti da tutto il mondo. Chi sono le persone che le vedono? Non possiamo fare a meno di chiederci se in questi racconti vi sia qualcosa di vero, e sospettare che i marinai di epoche ormai lontane nel tempo non fossero, forse, così deliranti , come oggi sovente siamo portati a credere .
Gli avvistamenti di sirene sono infatti attribuiti spesso a marinai che, stressati dai lunghi giorni di navigazione, scambiano alcune forme animali come i lamantini, cetacei erbivori conosciuti con il nome poco elegante di "vacche di mare" con le mitiche creature. Ora bisogna essere davvero ben stanchi, o ubriachi fradici, per scambiare un cetaceo come il lamantino con una donna, magari neanche tanto bella, e con la coda di pesce. Ma una nuova teoria suggerisce che forse chi riferisce un avvistamento di sirene potrebbero aver visto una sorta di "scimmie marine".
Ma da dove potrebbe provenire una simile specie? La teoria convenzionale sull'evoluzione umana afferma che a un certo momento, in un lontanissimo passato, gli antenati dei moderni Homo sapiens discesero dagli alberi e, una volta abbandonati i boschi si trasferirono in spazi aperti dando inizio alla civiltà come la conosciamo oggi. In questo contesto ebbe luogo la maggior parte dei cambiamenti evolutivi che ci separano dalle scimmie.
Ma non tutti gli antropologi sono d'accordo. Secondo i contrari alle teorie precedenti, nel momento in cui l'uomo cominciò a portarsi fuori dalle caverne e dalle fitte boscaglie in cui era vissuto, la sua evoluzione era già passata attraverso altre tappe remote: l'essere umano aveva già superato altre fasi fra cui una fase acquatica. Secondo i suoi sostenitori, i nostri antenati avrebbero trascorso un lungo periodo nell'acqua, essendo il pianeta sommerso quasi per intero dai mari, adattandosi ad una vita del tutto diversa, da come oggi riusciamo a concepirla .
Gruppi separati di primati avrebbero potuto compiere passaggi evolutivi vivendo nel mare, adattando il corpo all'elemento liquido, sviluppando caratteristiche tali da farli sopravvivere senza difficoltà in una nuova condizione, come sempre è avvenuto per qualsivoglia specie presente nel pianeta. Il loro avvistamento avrebbe potuto indurre in errore i primi naviganti che li avrebbero descritti come "sirene". E' senza dubbio un pensiero molto radicale dell'evoluzione umana, ma può avere alcuni ipotetici fondamenti tali da poter spiegare, sia pure in forma puramente teorica, il perchè di una leggenda antica, conosciuta in tutto il mondo.
Tutto questo è molto suggestivo, ci induce a pensare che le sirene potrebbero essere qualcosa di più delle mitiche creature presentate come una leggenda. La teoria della scimmia acquatica, nulla più che un'ipotesi della possibile evoluzione della razza umana da primate a primate evoluto per potersi adattare vivere in ambiente marino, è al momento liquidata come pseudoscienza.
Che cosa potrebbe essere successo se alcuni ceppi di umani avessero completato il proprio percorso evolutivo adattandosi a vivere nelle profondità marine? Avrebbero potuto davvero evolversi in una forma che, avvistata dai primi navigatori avrebbe potuto essere descritta come “sirene”?
Se davvero vi sono stati ritrovamenti attendibili della presenza di sirene, come riportato in numerosi siti del WEB dedicati all’argomento, la teoria della scimmia acquatica potrebbe avere un suo fondamento. Su un piano teorico è infatti possibile che simili creature possano esistere, sia pure se non proprio sotto forma di giovani e belle i ragazze. Forse potrebbero essere prive della coda che le rende simili ad un pesce. Simili creature avrebbero forse un aspetto simile ad altri mammiferi marini, ma la loro evoluzione dovrebbe essere superiore, essendo riuscite a perfezionare al massimo le competenze necessarie per trovare cibo, evitare i predatori, riprodursi e, soprattutto, comunicare fra loro, ad livelli superiori in confronto ad altri mammiferi acquatici.
Una volta accettato questo assunto che, ripeto, rappresenta solo un ragionamento teorico, è possibile immaginare che tutte le sirene, le ipotetiche scimmie acquatiche partecipi di questo percorso evolutivo, probabilmente possano rappresentare un gruppo di esseri intelligenti e abili a difendersi. Potrebbero in teoria vivere in gruppi sociali, e dovrebbero saper utilizzare strumenti. Potrebbero anche essere pericolose, come risulta da tutti gli insegnamenti dei marinai di cui siamo a conoscenza. A differenza di quanto capita nei film, l'incontro con una sirena, potrebbe rivelarsi un evento poco piacevole.
Lo sappiamo da quando Omero ci ha raccontato di Ulisse che solcò acque infide e conosciute per la presenza di creature inquietanti. Ci viene raccontato che l’eroe, preavvertito da Circe, ordinò ai suoi uomini di tapparsi le orecchie con la cera; lui stesso si fece legare a un albero della nave, vietando ai compagni di slegarlo, qualunque invito le sirene avessero loro rivolto.
Un racconto molto chiaro che possiamo interpretare metaforicamente, ricavandone diversi significati, ma che può fornire un punto a favore degli amanti degli eventi misteriosi occorsi nei secoli e fornire un incentivo a continuare la ricerca delle tracce di creature, forse oggi estinte, seguendo strade che si discostano dagli insegnamenti canonici in cui si potrebbero celare verità tutt’ora difficili, ma forse non impossibili, da svelare.
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Articolo pubblicato il 04/02/2016