Torino: distrutta la panchina simbolo della contrarietà alla violenza sulle donne

La “panchina rossa” di piazza Bottesini a firma Karim Cherif, è stata distrutta con un atto che non è solo vandalico, ma che offende l’intera comunità

Erano nuove e fiammanti le panchine simbolo della contrarietà dei cittadini alla violenza sulle donne, rosse e con penetranti (e forse anche un po' accusatori) sguardi di donna, come un monito da imprimere bene nella mente dei passanti: "ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi, ma l'indifferenza dei buoni".

Questo il testo scritto sulla panchina distrutta in piazza Bottesini, non si sa ancora da chi.

Un gesto che, nella città con nove femminicidi nel 2013 e otto nel 2014, mostra ancor più chiaramente quanta strada ancora vi sia da fare per arrivare davvero alla condivisione da parte di TUTTI di questi principi.

Chi ha compiuto questo gesto di repulsione e rifiuto, lo ha commesso nei confronti non già della panchina (comunque bene della comunità), ma del messaggio che essa, sorda e algida lanciava a tutti i cittadini di passaggio: la violenza nei confronti delle donne deve cessare e quando si verifica va denunciata e mai ignorata. Non solo vandalismo quindi, ma un vero e proprio gesto di contrarietà al messaggio che esse trasmettono.

Commenta il sindaco Piero Fassino a La Repubblica: “Un gesto violento, compiuto in un anonimato vile e che offende la comunità, oltre che -prima di tutto - le donne, a cui l’iniziativa delle "panchine rosse" è dedicata.  Lavoreremo perché i responsabili vengano individuati e puniti. Intorno alle "panchine" resta alta l'attenzione delle istituzioni e dei cittadini".


E proprio i cittadini sono i più indignati.

Il signor G. Pautasso spiega ai microfoni di Civico20news che su quelle panchine lui ci passa molto tempo, quasi ogni pomeriggio, anche col freddo: “Vado spesso al mercato e poi passeggio, anche d’inverno. Quando sono stanco mi fermo su quelle panchine che mi piacciono molto così colorate e poi sono anche utili nel valore che trasmettono”.

La signora C. Sandretti invece ci racconta di come ai suoi nipotini piacciano queste panchine creative, soprattutto per i bei disegni dai colori accesi.

E’ una vergogna – commenta la signora – questo gesto indegno è indicativo dei pochi valori che oggigiorno hanno i giovani e fa riflettere su quello che ancora nel 2016 bisogna assurdamente spiegare”.

Giovani o meno giovani che siano gli autori di questo gesto inutile e dannoso, molto probabilmente essi avranno una forma mentis lontana da quella auspicata dalle panchine e da chi le ha create, dalla comunità e dai valori di tolleranza e amore tra le creature umane.

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Articolo pubblicato il 02/02/2016