Bail in, Bruxelles chiude la porta alla revisione auspicata da Bankitalia: "Nessun piano per cambiare direttiva"

Si apre (o forse si chiude) un altro capitolo dello scontro fra Roma e Bruxelles.

"Non ci sono piani per cambiare la Brrd (Bank Recovery and Resolution Directive, ndr)", la direttiva europea che ha introdotto il bail-in per le banche, cioè il salvataggio a spese di azionisti, obbligazionisti e correntisti, per la parte eccedente i 100mila euro".

Si apre (o forse si chiude) un altro capitolo dello scontro fra Roma e Bruxelles. Perché fonti Ue tornano a ribadire l'improbabilità che la direttiva entrata in vigore da poco venga modificata, malgrado le richieste del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco e le dichiarazioni attributite al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che sottolinea la necessità di una transizione graduale al nuovo regime.

La direttiva, si fa notare, è stata approvata a larga maggioranza dal Parlamento Europeo e all'unanimità dagli Stati membri e per ora sarebbero arrivate richieste in merito solo dall'Italia e non da altri Paesi dell'Unione.

Nel suo intervento al Parlamento europeo anche il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha auspicato "una attuazione coerente delle normative sugli autosalvataggi (bail-in) della direttiva sulle banche", assieme ad "ulteriore lavoro regolamentare per armonizzare le norme sulla vigilanza bancaria".

 

Draghi ha parlato dei passi che si stanno compiendo per rafforzare il sistema bancario, a cominciare dall'unificazione della vigilanza. Serve - ha spiegato - anche "un sistema pubblico comune sul fondo di risoluzione, per rafforzare la credibilità e dobbiamo garantire che la fiducia sulla sicurezza dei depositi - ha detto - risulti la stessa in tutti i paesi membri stabilendo uno schema di assicurazione dei depositi".

Il presidente della Bce ha poi ribadito che "sarà necessario riverificare e forse riconsiderare la posizione di politica monetaria nella prossima riunione all'inizio di marzo quando saranno disponibili le nuove proiezioni macroeconomiche dello staff".

Huffington Post

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Articolo pubblicato il 02/02/2016