ORONERO, una miniera di metallo rock

iTRIBUTE: “con la scusa del rock’n’roll” i ragazzi torinesi sono sempre in giro a urlare contro il cielo

Ognuno di noi ha delle canzoni che non si stanca mai di ascoltare.

Ognuno di noi ha degli artisti che non si stanca mai di vedere.

La conclusione di questa particolare riflessione, riferita naturalmente alle tribute band, si può riassumere in una sola parola: Oronero.

Sono passati due anni dall’ultima volta che li ho visti in azione, due anni di “astinenza” parecchio lunghi, ma si sa, gli impegni reciproci spesso portano ad una lontananza forzata, ma l’occasione per rivedersi prima o poi capita.

E capita nella location migliore, quella più adatta ad un certo tipo di performances e per un piacevole rendez-vous: il Corner House Rock Pub, lo storico locale di corso Sebastopoli che da sempre promuove la musica live. 

Sono passati due anni, come dicevo, ne parlerò anche più avanti con il front-man, e si vede. La band è cresciuta in maniera esponenziale sotto tutti i punti di vista: arrangiamenti, tecnica, supporti multimediali e impatto col pubblico.

Gli Oronero  ci hanno regalato  un concerto “high voltage rock’n’roll”, uno spettacolo che si è rivelato una flebo di adrenalina allo stato puro.

Una scaletta che lascia ben pochi momenti per tirare il fiato e rilassarsi: fin dal primo brano, “Figlio di un cane”, la band ci fa capire che aria tira e che lo show sarà un crescendo continuo, tutto “Con la scusa del R’n’R”.

Personalmente ho trovato molto originale l' uso del sincro in alcuni brani con i video dell’artista di Correggio, un esempio per tutti “Bambolina e Barracuda”: una sincronizzazione perfetta che ho visto raramente, anche da parte di artisti affermati e che rende lo show ancora più intrigante.

La band, poi, gira a mille, come un orologio svizzero: Luigi Bruno, sempre più padrone del palco, chitarra brillantinata a tracolla o microfono in pugno, non fa differenza, Cristian Camusso, tastierista fondamentale per il sound del gruppo, Francesco Re e  Antonio “Kaso” Casolaro, il bello e il tenebroso, un continuo scambio di ritmica e di assoli, sincronizzati al millesimo di secondo, Valerio De Nicolo, un basso che è una macchina ritmica e Omar Maiorano, un batterista dal gusto molto particolare, una piacevole sorpresa, padrone del doppio pedale e molto originale nell’uso di un crash fisso, utilizzato come tamburo.

Insomma uno show davvero di spessore, che si chiude con tutto il pubblico che, insieme alla band, urla contro il cielo.

 

Ora lascio la parola a due amici, che prima del concerto, davanti a una birra, hanno scambiato quattro chiacchiere, in assoluto relax.

Luigi, possiamo parlare di...Oronero 2.0...?

(Risatona, ndr)...esci sempre con delle domande mooolto particolari...possiamo passare a quella di riserva...

Però...Oronero 2.0...eh...

...intendendo un vostro momento di grossa crescita sia artistica, sia a livello di collaborazioni...diciamo un’evoluzione...anche dal punto di vista “umano”...

Guarda, effettivamente in questo ultimo anno abbiamo avuto grosse collaborazioni, prima fra tutte con la Combricola di Kikko Sauda, un desiderio che si è finalmente esaudito,ed è stata una serata esplosiva sotto ogni punto di vista...quattrocento persone presenti e locale sold out da tempo...Kikko, tu lo sai bene, è di una potenza disumana e tra di noi c’è un rapporto davvero speciale, una grande stima reciproca, siamo spesso presenti ai concerti un dell’altro, e questo è molto bello; poi abbiamo lavorato con altri tributi di Vasco, tra cui gli Standing Ovation, poi con i Progetto Alfa, tributo ai Negrita...insomma le cose vanno bene, davvero bene ed è il mercato che ti stimola a trovare, a creare situazioni diverse, dove riesci a riunire più fans di diversi artisti e questo è davvero intrigante.

Comunque per crescita, intendevo anche la presenza on stage, di membri ufficiali della band del Liga...mi incuriosisce molto sapere cosa si prova a suonare con questi musicisti...

Devo esse sincero...Fede (Federico Poggipollini, ndr) è uno spasso! Lui sta sul palco, ha la sua linea, il suo modo di fare, ma è tutto quello che c’è prima che è davvero devastante, i suoi racconti di vita quotidiana,il suo modo di proporsi...una volta mi fa...sai,quando sono tornato dall’India con una mia amica, dopo un lungo viaggio e avevo la stella in fronte, sono andato a fare il provino per Luciano, e poi prima del tour, lavoravo come fattorino...alla mia faccia un po' stupita, mi ha risposto...penserai mica che sia un fighetto (Luigi imita molto bene la cadenza emiliana, ndr)...oppure lo stesso Max Cottafavi, una persona splendida umanamente...sai, credo che la gente si faccia un’idea sommaria di certi personaggi, che li creda irraggiungibili, ma non è così...è un po' come vedersi con te...ciao Lele come và...?...la stessa cosa.

Devo dirti che ho provato le stesse sensazioni quando ho rivisto, dopo tanti anni, Maurizio Solieri...ma tornando a noi...Oronero 2.0 anche e soprattutto perchè la vostra popolarità sta aumentando a vista d’occhio e di...chilometri...

Hai ragione...dall’ultima volta che ci siamo visti ne è passata di acqua sotto i ponti...come già ti dicevo, stiamo facendo un bel lavoro con una buona programmazione. Durante l’ultima estate siamo arrivati fino a Salerno, Roma, Emilia Romagna, toccato punte in Veneto e Lombardia e naturalmente tanta Liguria. Per il 2016 abbiamo già in preventivo di fare una serata (6 Febbraio,ndr) al Carnevale di Ivrea, con un impatto mediatico e di pubblico davvero forte: parliamo di una piazza con una capienza di 5.000 persone...numeri imponenti...siamo pronti! Poi a Marzo abbiamo in programma un mini tour europeo che toccherà città come Genk e Lipsia...insomma stiamo lavorando per allargare al massimo il giro...non c’è posto che non vogliamo raggiungere!

...direi che il lavoro paga...

Si! Il fatto di darsi tanto da fare! Ma anche, con gli anni che passano, il saper riconoscere ed eventualmente modificare al meglio i punti deboli della band, sia a livello musicale che umano. Credo che si debba sempre rimanere coerenti con se stessi, tenendo i piedi sempre ben saldi a terra. Soprattutto nel rapporto con la gente: cioè scendere dal palco dopo aver suonato ed essere sempre se stessi. Non essere troppo quello che vorresti essere.

Parole sante, amico mio.

Grazie.

Ho notato che avete dato molto spazio a Campovolo.

Si. Campovolo, 19 Dicembre. Siamo riusciti a fare un evento che, mi permetto di dire, è stato il primo a livello nazionale. Ripetuto e voluto a tre mesi esatti da Luciano, che lo ha fatto il 19 Settembre. Noi lo abbiamo riproposto con due formazioni, per intero con gli stessi arrangiamenti e gli stessi suoni. E’ stata un’esperienza forte, devastante, suonata con gente che fa parte...dai...lo voglio dire...del mio passato artistico...è una parola grossa, lo so...ma ti ripeto è stato forte, è stato figo...ha radunato un sacco di fans degli Oronero, fans della band vecchia e fans della band nuova...dopo tanti anni di onorato servizio a beneficio della musica...credo di aver lasciato qualcosa...con tutti gli amici musicisti. E’ stato bello, anche perchè non c’era aria di sfida, ma solo voglia di far festa e divertirsi. Io forse sono quello che se lo è goduto di meno, visto  che ho dovuto cantare trentacinque brani...sai...superati i quaranta...la memoria...è stato un bell’impegno...

...tra l’altro tu non usi il leggìo e tantomeno il gobbo...

...guarda...io nella vita il gobbo non lo uso mai...non mi è mai piaciuto...(Luigi ha messo in rete l’assist che gli ho servito, ndr)...e tu sai di che parlo...(risatissima a colori granata, ndr)

Un’ultima cosa...so che sarete guest star di un thriller di imminente pubblicazione...

Allora...io sono davvero FELICE perchè avevo letto il precedente romanzo (“Un futuro da scrivere insieme”, Seneca Edizioni, ndr) e voglio essere onesto, ho letto a suo tempo un libro che, come questo che andrà in pubblicazione e del quale mi hai dato degli scorci in anteprima, che è come bersi una birra...ogni frase, ogni situazione che si legge, ti porta alla curiosità di sapere quello che succederà dopo e soprattutto a immaginare. Il precedente romanzo mi era piaciuto molto, con quegli sliding doors che c’erano, l’ho trovato davvero figo...pensa che ne ho letto più della metà tutto d’un fiato una domenica pomeriggio...un libro potente, una storia d’amore molto particolare che non si legge troppe volte in giro. Il buon Lele Boccardo che l’ha scritto ci ha messo qualcosa di personale, ha immaginato un presente ma soprattutto un futuro con quella fine, qualcosa che aveva dentro da tanto e penso che alla fine la ricerca nella sua vita sia andata a finire nella direzione che lui voleva. Comunque questo nuovo che sta per uscire sarà un romanzo che farà botta e io farò in modo che ciò accada, con gli Oronero faremo in modo di pubblicizzarlo come merita...anche perchè è vero che siamo protagonisti, ma come tu ben sai, io i batteristi li cambio come il pane a pranzo e cena...per cui...con quello che hai scritto...miglior fine non ci poteva essere...

Grazie di cuore per quello che hai detto, mi ha davvero commosso...per chiudere, l’ultima volta che ci siamo visti, dicemmo reciprocamente che...il bello deve ancora venire...stavolta direi che...i ragazzi sono sempre in giro!

E’ vero. Ma aggiungo una cosa. Luciano ha scritto una canzone molto vera: “Con la scusa del rock’n’roll”.

Con la scusa del r’n’r si fanno tante cose, si fanno tante stronzate, ma con la scusa del r’n’r si diventa anche più saggi, si va in giro per l’Italia e si conosce tanta gente. Con la scusa del r’n’r ho avuto modo di conoscere te e Tina in una serata di tanti anni fa a Bosconero...

...”Sogni di rock’n’Roll” che si avverano...

I sogni di r’n’r si avverano quando uno sale sul palco!

 

Un caloroso ringraziamento a Tina Rossi Photographer per le bellissime foto.

Stay always tuned !!!

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Articolo pubblicato il 01/02/2016