Sanremo (IM) - Riflessioni sul disegno di legge Cirinnà
Monica Cirinnà

Giuliana Tofani Rossi scrive direttamente al Presidente del Senato Pietro Grasso

Giuliana Tofani Rossi, la nostra affezionatissima lettrice di Sanremo che ha sottolineato più volte realtà che hanno prodotto fatti concreti per ciò che riguarda la legalità amministrativa della cittadina ligure e che oggi sono all’onore della cronaca meno qualitativa, ci invia la lettera con cui si è rivolta direttamente al Presidente Grasso.  

Tofani, che è la responsabile del CODIPER  (Comitato per la Difesa delle Pensioni di Reversibilità  nato in difesa delle pensioni di reversibilità, decurtate,  fino al 50 per cento,  dalla legge 335/1995 vuole altresì ricordare come, fra le iniziative del CODIPER,  vi siano  due petizioni popolari: una per l'abrogazione della legge che ha decurtato le pensioni di reversibilità  e l'altra per la revisione dei vitalizi dei parlamentari come pure che è all'esame della  XI Commissione Lavoro e Previdenza Sociale della Camera la proposta di legge 3024 COMINARDI  ed altri:" Modifiche alla legge 8 agosto 1995 n.335 in materia di cumulabilità dei trattamenti pensionistici in favore dei superstiti con i redditi del beneficiario".

Ma ecco le parole con cui Giuliana Tofani Rossi esprime alcune recenti perplessità.

 

"Buon giorno Presidente Grasso, sono una pensionata e vivo a Sanremo. Faccio riferimento al disegno di legge Cirinnà che inserisce nel nostro ordinamento l'istituto dell'unione civile tra persone dello stesso sesso. Ebbene, non capisco cosa ci azzeccano le persone omosessuali con l'articolo 2 della Costituzione che "riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni ove si svolge la sua personalità.

La Costituzione potrebbe  stabilire semplicemente  che gli omosessuali  non devono essere discriminati.  Per questo basterebbe modificare così l’articolo tre: Tutti i cittadini  hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, di orientamento sessuale.

Pare che la nostra Costituzione sia la più bella del mondo. Pare  che  la nostra Costituzione sia la più bella del mondo. I  padri costituzionali,  con l’articolo uno,  hanno decretato  che:

L’Italia è una Repubblica  democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione Costanti e ripetuti sono gli articoli che parlano di lavoro,  come l’ articolo quattro:

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo.

La Repubblica riconosce a tutti i  cittadini   il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Se c’è una cosa che attualmente manca in Italia,  è  proprio il lavoro e di questo si dovrebbe preoccupare , prima di tutto, il Parlamento.  Lo sa il Parlamento della Repubblica fondata sul lavoro,  quante sono le persone che, avendo perduto il lavoro,  hanno perso la casa e dormono in strada? Lo sa il Parlamento quanti sono gli italiani che annualmente si tolgono la vita per problemi legati al lavoro? Che cosa sta facendo il Parlamento per realizzare quanto disposto  dall’articolo quattro della Costituzione?

 L’articolo 31 stabilisce quanto segue:  

La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi con particolare riguardo alle famiglie numerose".

 Lo sa il Parlamento che ci sono famiglie in difficoltà che evitano di rivolgersi alle assistenti sociali per paura  che  vengano loro tolti  i bambini per affidarli a famiglie benestanti? Lo sa il Parlamento che, praticamente, gli assegni familiari sono stati aboliti?  Lo sa il Parlamento quale cifra viene concessa  negli altri Stati Europei per il mantenimento dei figli minori?  

A proposito di Costituzione, lo sa il Parlamento della Repubblica che cosa enuncia l’art. 69 della Costituzione?

 I membri del Parlamento ricevono una indennità stabilita dalla legge.

Per indennità   si intende retribuzione che  non riguardi persone che hanno un rapporto di impiego.  

Lo sa il Parlamento della Repubblica democratica fondata sul lavoro che le pensioni  che  si è attribuito non spettano? 

Sono un  furto e sottolineo furto perché il Parlamento e, successivamente, le venti Regioni e l’Europarlamento, si è  attribuito questo ed altri privilegi introducendoli nei regolamenti delle Camere, senza uno straccio di legge. I privilegi aggiuntivi  sono un diritto dei lavoratori dipendenti e consistono: in un assegno di fine mandato e l’assistenza sanitaria integrativa.  

Ebbene  cari parlamentari della Repubblica democratica fondata sul lavoro, così non si può andare avanti . Se volete continuare a usufruire dei privilegi che vi siete attribuiti con regolamenti interni, abbiate  il coraggio di predisporre una legge". 

 

Affermazioni, come di consueto, mirate e determinate che tradiscono un carattere forte e politicamente corretto, come oggi si suol dire.

"Sicuramente(!?!?!?!?!?)" ci sarà una replica istituzionale che renderemo pubblica non appena Giuliana Tofani Rossi ci parteciperà la risposta istituzionale, sperando che arrivi .

 

  

  

  

  

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 29/01/2016