Il referendum inglese sulla Brexit nel 2016 e le possibili conseguenze sui cambi della moneta

L' uscita del Regno Unito dall' Unione Europea potrebbe mettere a repentaglio i delicati equilibri finanziari in Europa

Come reagirà la sterlina inglese al risultato del referendum sulla Brexit nel 2016 ?

Il Regno Unito potrebbe pagare un prezzo molto alto per aver scelto di fare un referendum così cruciale in un anno in cui i mercati emergenti - una fonte essenziale di finanziamento - sono sotto forte pressione e in cui suo partner commerciale principale - l’Unione Europea - ancora fatica a riemergere.


Il mercato, solitamente, cerca di prezzare gli eventi-rischio di questo tipo con una media di circa 6 mesi di anticipo, come suggerisce l’analisi di Credit Suisse.
Dato che la data del referendum sulla Brexit - l’uscita o meno del Regno Unito dall’Unione Europea - è ancora da definire, in molti si posizionano  ancora " Short" sulla sterlina. Questo termine indica una posizione in titoli al ribasso. La classica posizione " short" è quella allo scoperto, vendendo titoli senza possederli, per eventualmente riacquistarli successivamente a quotazioni inferiori.

I rischi per il Regno Unito

C’è ancora la possibilità che il mercato supporti la sterlina più a lungo come una sorta di “dollaro europeo” dato che rimane possibile che la Bank od England rialzi i tassi di interesse nel 2016, a differenza della BCE.
Ma i dati sull’economia inglese stanno deludendo le aspettative, lasciando al mercato ancora più spazio per rimandare le attese per un rialzo dei tassi di interesse della BCE nel 2017.

Nel frattempo, i problemi attuali nei mercati emergenti e in Cina in particolare hanno alimentato le preoccupazioni che la liquidità proveniente da questi Paesi non sarà più disponibile per poter finanziare il deficit del Regno Unito del 5% sulle partite correnti del PIL. Non solo: questi player potrebbero effettivamente finire per vendere i propri asset in sterlina nel tentativo di integrare le posizioni in dollari USA di maggior valore.

Naturalmente i prezzi del petrolio più bassi danneggiano anche l’offerta di asset UK nei confronti degli Stati legati al petrolio, siano i paesi del Golfo Persico o la Norvegia.

Nessuno di questi risulta essere uno scenario positivo, soprattutto se affiancato all’importanza del voto sulla Brexit per un’economia in cui gli investimenti attesi sono già in ribasso.

Le conseguenze sulla sterlina

Il cambio euro-sterlina è ancora al di sotto dei livelli visti a partire dal 2008, ed è difficile dire che la sterlina sia una valuta “economica”, su cui vale la pena investire.

E' l' evento - rischio principale dell' anno a tenere banco, cioè il periodo più probabile per il referendum (i mesi previsti sono da giugno a settembre 2016). Secondo Credit Suisse, si sta sottovalutando la possibilità che anche il vertice UE del 18-19 febbraio possa provocare non pochi problemi alla tenuta della sterlina.

Il Summit UE di febbraio

Il vertice sarà la sede in cui il Regno Unito e l’Unione Europea tenteranno di concordare le condizioni secondo le quali il governo britannico deciderà se rimanere nell’ UE. Che cosa succede se il vertice non va come previsto e il governo britannico non riesce a strappare delle condizioni accettabili?

Fino quando non sarà prezzato anche questo rischio, è difficile sostenere in maniera convincente che tutti i possibili eventi-rischio siano compresi nel valore attuale della sterlina.

Sterlina: nuove previsioni per il 2016

In ultima analisi, i rischi al ribasso per la sterlina potrebbero diventare ancora più pressanti nel primo trimestre del 2016.
Credit Suisse ha rivisto al rialzo le previsioni sul cambio EUR/GBP da 0,70 a 0,77 in 3 mesi e da 0,69 a 0,75 in 12 mesi, mentre ha tagliato le attese sul cambio GBP/USD da 1,486 a 1,40 in 3 mesi e da 1,45 a 1,33 in 12 mesi.

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Articolo pubblicato il 01/02/2016