L’immortalità concessa dagli Dei, o dal Divino, nei misteri antichi e contemporanei (seconda parte). (prima parte:http: //www.bdtorino.eu/sito/articolo.php?id=18850

Di Emanuele Maffia "membro del CSR - Centro Studi Rosacroce e della ESSWE - European Society for the Study of Western Esotericism".

Potrebbe non essere una semplice coincidenza il fatto che dell’episodio di Achille si narri nel IV libro delle Argonautiche.

In questo libro, infatti, sono narrati i fatti relativi alla conquista del Vello d’Oro. Il Vello d’Oro era la pelle dorata, intera, di un ariete alato e capace di volare. Il Mito narra che tale pelle fosse capace di guarire ogni ferita.

Roudolf Steiner (27 febbraio 1861 - 30 marzo 1925) in una delle sue conferenze, legò il mito del Vello d’Oro alla necessità dell’Iniziato ai Misteri di ricostruire un Corpo Astrale, irradiante luce dorata, sul modello di quello che originariamente, prima della penetrazione sempre maggiore nella materia, possedeva l’uomo originale (vedere gli ultimi paragrafi della sbobinatura della conferenza tenutasi a Lipsia 12 settembre 1908).

Nell'Apocalisse di Giovanni (5,7-10), che potremmo definire con il Gran Maestro della Rosacroce d’Oro Jan van Rijckenborgh, il testo dei Misteri dell’Era Cristiana, si parla di alcune persone che indossano candide vesti:

 

<<7 E l'Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono. 8 E quando l'ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno un'arpa e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. 9 Cantavano un canto nuovo:

«Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione 10 e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti e regneranno sopra la terra».>>

Ed ancora:

<>Anche nei Misteri del Cristianesimo vediamo come la figura dell’agnello sia legata a purificazione, risanamento, potenza e salvezza e tuttavia aprendo i sigilli anche alla distruzione di quanto è iniquo e indegno della salvezza. Quindi da una parte guarigione e dall’altra distruzione.

Come abbiamo potuto già osservare il nutrimento spirituale, capace di trasmutare le “carni” dell’iniziato, può essere dispensato solo da una Dea e madre, il che ci fa subito pensare al concetto di Mater, sul piano universale, vera matrice di tutto ciò che esiste. La Mater la “Dea Madre”, la Madre Divina, la Materia Primordiale, ha in sé i puri eteri indifferenziati che possono essere nutrimento e base per la costruzione di un nuovo veicolo corporale (su tutti i piani della materia, quelli sottili inclusi).

Prometeo animò l’uomo con il fuoco divino, e successivamente rubò il fuoco a Zeus per donarlo agli uomini.

Il fuoco ha sempre rivestito una duplice importanza, da una parte è un mezzo di purificazione capace di distruggere qualsiasi impurità, dall’altra è elemento animatore, datore di vita. Per questo motivo, la sola Ambrosia non avrebbe potuto sortire alcun effetto catartico.

I mattoni del nuovo edificio vanno cotti, i nuovi eteri liberati dalla Mater, devono essere uniti e compenetrati dal Fuoco divino e così animati a vita immortale, e questo mentre il medesimo fuoco disgrega, nel contempo, le carni e gli eteri del corpo mortale. Per dirla con l’Apostolo Paolo, che seppur di molto successivo, presenta nel suo insegnamento una forte impronta di stampo ermetico:

<<…si semina corruttibile e risorge incorruttibile; 43 si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; 44 si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale...>> (1Cor 15:4,42-44).

L’unzione con l’unguento ed il fuoco, sembrano essere i medesimi elementi che nel Vangelo di Giovanni saranno presentati come Acqua e Spirito. In Giovanni 3, 3-7 si legge:

<< 3 Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». 4 Gli disse Nicodemo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». 5 Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6 Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. 7 Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto.>>.

La rinascita “dall’Alto” di cui parla è frutto della confermazione mediante l’unzione che gli iniziati ricevono e di cui Giovanni, Luca e Paolo parlano. Tale unzione proviene da Dio, proprio come quelle dispensate a Demofonte e ad Achille. Vediamo alcuni brani del Nuovo Testamento che ci mostrano questa esigenza necessaria alla rinascita:

1Giovanni 2-10,27: << 20 Ora voi avete l'unzione ricevuta dal Santo e tutti avete la scienza. 21 Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità. 22 Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. 23 Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre.

24 Quanto a voi, tutto ciò che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quel che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. 25 E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna.

26 Questo vi ho scritto riguardo a coloro che cercano di traviarvi. 27 E quanto a voi, l'unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che alcuno vi ammaestri; ma come la sua unzione vi insegna ogni cosa, è veritiera e non mente, così state saldi in lui, come essa vi insegna.>>

Luca 4,18: << Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi…>>

2Cor 1-21: << È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l'unzione…>>

Tornando all’antica Grecia, in entrambi i miti, sia Demofonte che Achille, non ottengono l’immortalità a causa dell’ignoranza e della conseguente paura, infatti sia Metanira sia Peleo, sorpresi da ciò che non possono capire vengono colti da subitaneo terrore e manifesta disperazione. Metanira si “batte le cosce”, come a reclamare in modo quasi primitivo il possesso di Demofonte, nato dal suo ventre. Peleo emise un “grido terribile”. Questa immagine sembra esprimere si terrore ma anche furia.

Anche la tradizione Cristiana incita alla fede grazie alla quale vincere la paura e l’affanno per i mali dell’esistenza, in Matteo 6,28-30 leggiamo, infatti:

<< 28 E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29 Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30 Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?>>

Per poter vivere sul principio di Fede nel Divino è necessario averne fatta anche una seppur elementare esperienza, altrimenti si rimane nel campo della speculazione e della superstizione ed entrambe queste attività sono il sintomo di una profonda ignoranza spirituale. 

 

Tornando ai due miti, Il denominatore comune delle reazioni avute da Metanira e Peleo è sempre l’ignoranza ma non sul piano umano, si tratta infatti dell’ignoranza della Divinità. Ermete Trismegisto nel Corpus Hermetico lo esprime così:

<> (C.H. Liber X)

<> (C.H. Liber XI)

(Citazioni tratte dall’edizione in PDF presente sul sito www.lamelagrana.net)

 

Anche nell’Antico Testamento troviamo una simile constatazione, in Osea 4,6:

<< Perisce il mio popolo per mancanza di conoscenza. Poiché tu rifiuti la conoscenza, rifiuterò te come mio sacerdote; hai dimenticato la legge del tuo Dio e io dimenticherò i tuoi figli.>>

Per meglio comprendere la Mater da cui i puri eteri devono essere estratti ed utilizzati come mattoni della costruzione, analizziamo alcuni punti della Tavola Smeraldina (dal sito: http://fisa.altervista.org/tavola_smeraldina.html):

<< Come tutte le cose sono sempre state e venute dall'Uno, per mediazione dell'Uno, così tutte le cose nacquero da questa Cosa Unica per adattamento.

Il Sole ne è il padre, la Luna ne è la madre, il Vento l'ha portata nel suo ventre, la Terra è la sua nutrice.>>

 

La Cosa Unica a cui la Tabula si riferisce è la Mater, la Materia Primordiale, e di cui quattro enti si sono occupati, ciascuno per competenza:

  • Padre: il sole

  • Madre: Luna

  • Ventre entro il quale è stata concepita: Vento

  • Nutrice che la ha allevata: Terra

Questa Cosa unica ha quindi in sé l’essenza di queste quattro cose, pur non essendo nessuna di esse.

Questa Cosa Unica è nell’uomo e lo compenetra, ma è anche ad difuori di esso e lo circonda.

<<… se l’anima che è entrata in un corpo di un uomo, permane nel peccato, non gusta la gioia dell’immortalità, …, retrocedendo ripercorre la strada all’inverso fino agli animali che strisciano…>> (Cor. Herm. X,7 - dall’edizione in PDF presente sul sito www.lamelagrana.net)

 

Ogni incarnazione è un’occasione per affrancarsi dal “peccato”, dall’oscurità dell’ignoranza.

<< Separerai la Terra dal Fuoco, il Sottile dal Denso, delicatamente, con grande cura.

Ascende dalla terra al cielo e ridiscende in terra raccogliendo le forze delle cose superiori ed inferiori.

Tu avrai così la gloria di tutto il mondo e fuggirà da te ogni oscurità.>>

Questo passo della Tavola, spiega in cosa consista tutto il lavoro ermetico, ovvero nel separare la Terra dal Fuoco, il sottile dal denso. Tale separazione deve compiersi, però, delicatamente e con gran diligenza. Un lavoro troppo affrettato, troppo irruento danneggerebbe l’opera.

Per eseguire questa separazione è necessario il soccorso della potenza del Padre di ogni Perfezione, la cui funzione è la medesima del Fuoco nei miti di Demetra e Teti e dello Spirito citato nel Vangelo di Giovanni 3,5. Tale potenza rimane immutata, incorrotta, anche quando penetra nella materia.

Grazie a questa potenza ed ad un lavoro condotto al giusto ritmo, l’alto e il basso sono uniti, e l’ignoranza, vera oscurità dell’anima, svanisce per lasciare il posto alla vera conoscenza, alla vera “Gnosi”.

Ad un occhio attento potrebbe non essere sfuggito che l’archetipo alla radice di quanto abbiamo citato del X e XI libro del Corpus Hermeticum e della Tabula Smeragdina, è il medesimo dei Miti riguardanti Demofonte e Achille e dei Misteri nel Cristianesimo. Tali miti, hanno il pregio di sintetizzare con brevi ma pregne storie, ricche di immagini, la dottrina ben più largamente esposta dalla raccolta dei testi ermetici e dall’Antico e Nuovo Testamento, che tuttavia forniscono sfumature e complementi che il mito non può facilmente evidenziare.

Per concludere si potrebbe dire che, in generale, la funzione del mito, nei Misteri, sia quella di stimolare una ricerca volta a svelarne il significato. Per quanto riguarda in particolare i miti che abbiamo affrontato in questo esposto, possiamo dire che gli archetipi sui quali sono stati costituiti sono sempre stati attivi e dinamici nelle diverse tradizioni misteriche ed iniziatiche di ieri come quelle dei giorni nostri. Oggi come ieri, questi miti possono svelarsi alla coscienza con un lavoro iniziatico progressivamente condotto, e grazie a tale svelamento ricevere la comprensione necessaria per porre in atto quanto consenta la realizzazione concreta di tali insegnamenti.

Se un tempo lo svelamento del significato di questi miti era appannaggio di pochi, oggi è offerto invece a tutti coloro che lo desiderano veramente, accedendo alle moderne Scuole Spirituali o Ordini Iniziatici, di buona fede, le cui porte sono ai nostri giorni più aperte che mai.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 07/02/2016