Incontro con Franco Vaccaneo, responsabile della Fondazione Cesare Pavese di Santo Stefano Belbo

VACCAgli amanti della cultura e dei luoghi capaci di regalare  serenità, permettendo a chi li visita di ritrovare la tranquilla eleganza di tempi molto meno frenetici di quelli in cui siamo costretti a vivere oggi, non può mancare  una visita alla Fondazione Cesare Pavese di Santo Stefano Belbo. L'obbiettivo della Fondazione è quello di consentire, agevolare e promuovere la divulgazione, la valorizzazione e lo studio delle opere letterarie di Cesare Pavese in ambito nazionale ed internazionale,  unitamente alla riscoperta ed alla valorizzazione dei luoghi pavesiani.

La si raggiunge  facilmente, essendo situata nel  centro del paese, in piazza della Confraternita1. Qui troviamo la biblioteca ed il responsabile del recupero di gran parte del materiale oggi consultabile,il dottor Franco Vaccaneo, anima dell'intero progetto che oggi permette di visitare  i luoghi ed i punti di interesse Pavesiani più significativi, allestiti in maniera impeccabile e resi accessibili agli studiosi ed ai semplici appassionati.Lo incontro nel suo studio all'interno della biblioteca, accoglie cordialmente i visitatori e dopo le presentazioni di rito gli chiedo  quanto tempo ha richiesto la realizzazione di un luogo così importante per la memoria e la cultura.

pavese a "Dopo essermi laureato in Lettere - mi racconta -   sono tornato a Santo Stefano per partecipare ad un concorso che mi ha portato a vivere qui e ad occuparmi della fondazione che in un primo tempo  aveva avuto diverse sedi ed è cresciuta di anno in anno, grazie agli aiuti di cui abbiamo sempre potuto disporre, specie  dopo l'alluvione avvenuta fra il 4 ed il  6 di Novembre del 1994  che interessò il Nord Italia, ed in particolare il settore occidentale.  Quella violenta ondata di maltempo fu la causa di  ingenti danni materiali  causando numerose vittime, distruggendo  la nostra sede precedente".

"Questa si trovava vicino al Belbo, quindi in un posto a rischio.  L'acqua aveva  invaso il Centro Studi in cui avevamo raccolto l'opera del grande Cesare Pavese, nato in questa cittadina il 9 Settembre del 1908. A causa delle forti piogge il Belbo era straripato allagando tutta la parte bassa di Santo Stefano con una forza e una violenza di cui non vi è memoria in nessuna cronaca. Il 50 per cento del paese, che contava poco piu' di 4.000 abitanti, era  finito sotto due metri d' acqua".

alluv"Il Centro, trovandosi a poca distanza dal fiume, venne  sommerso da ben due metri d'acqua e fu una vera e propria catastrofe. Molte abitazioni dovettero essere sgomberate e gravi danni subirono gli oggetti legati alla  memoria di Cesare Pavese. Nel Centro infatti era stata raccolta l' opera dello scrittore langarolo: molti libri, ma soprattutto molto materiale autografo, le bozze manoscritte delle sue opere, le lettere inviate ai suoi amici ispiratori dei suoi romanzi, come il "Nuto della luna e dei falo' ". In un attimo il Belbo distrusse con le sue acque limacciose ogni cosa. In poche ore  erano andati in fumo vent'anni di lavoro,  annullati dall' alluvione.

PAVESE B"Un mare di fango aveva ricoperto gli oggetti personali dello scrittore, la penna, gli occhiali, i filmati e le diapositive. Disperavo di poter salvare qualcosa.  Così mi ero messo fin da subito a caccia  dei fondi per poter  iniziare nel modo più rapido possibile il recupero di tanto prezioso materiale e disporre delle soluzioni tecniche adatte e del personale capace di svolgere un lavoro tanto delicato".

Così abbiamo ricostruito dove ci troviamo ora, in piazza della Confraternita, abbiamo rimesso in piedi tutto adesso, dopo  15 anni siamo diventati la sede della biblioteca civica e della fondazione Pavese. La storia di questo luogo è dunque la storia prima del Centro studi,  poi della Fondazione. A queste  due tappe importanti è legata la mia vita, poichè  dal 76 ho seguito sia la costruzione di quella precedente, che quella della sede nuova in cui mi trovo adesso"

"È una sede che ha visto transitare personaggi molto famosi,AUDIT impossibile citarli tutti, ma  fra gli ultimi ci tengo a nominare Ceronetti. La fondazione è una entità molto viva;  attualmente quasi tutte le settimane organizziamo qualcosa, prepariamo eventi in tutte le stagioni,  aspettiamo le comitive i gruppi. La Fondazione Cesare Pavese nasce con l'intento di coordinare una rete nata negli ultimi anni sotto un'unica gestione, al fine di proporre un'offerta turistica completa.  Sono stati infatti creati percorsi e pacchetti turistici per aprire le porte del mondo alla promozione del territorio da un punto di vista non solo culturale.  La Fondazione mette a disposizione, per gruppi individuali e organizzati, per le scuole e le aziende, guide specializzate che accompagneranno i visitatori alla scoperta dei “quattro tetti” che hanno ispirato Cesare Pavese".

"Inoltre possiamo disporre di una sala conferenze che è un autentico gioiello, la Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, l'auditorium della Fondazione, utilizzata  anche come sala conferenze, per convegni e mostre.  Abbiamo un servizio di visite guidate, disponibile tutti i giorni dell’anno su prenotazione. Per la pianificazione della propria visita, anche in base agli eventi collaterali organizzati sul territorio, è necessario contattare la Fondazione. Su richiesta sarà possibile effettuare la visita anche in inglese e tedesco".

liberiOltre ai luoghi pavesiani è possibile visitare anche il cimitero dove l'autore riposa. I suoi resti sono stati trasferiti dal 7 Luglio del 2001, con il consenso dei familiari (le nipoti Maria Luisa e Cesarina Sini). La lapide sotto cui riposa lo scrittore è fatta in pietra di langa e reca la scritta “Ho dato poesia agli uomini”.

Termino la piacevole visita all'instancabile Franco Vaccaneo che, prima di salutarmi,  mi presenta alcuni suoi lavori, utili a chi vuole approfondire a fondo le tematiche pavesiane. Si tratta di due volumi uno dal titolo "Cesare Pavese, le colline, il sole" scritto in collaborazione con Francesca Lagomarsini e Pierpaolo Pracca , e Alchimia degli Elementi, sui sentieri di Cesare Pavese" , entrambi assai esaustivi sulla descrizione della vita e dei luoghi frequentati dallo scrittore.

Due testi di cui consiglio la lettura per potersi calare appieno nella vita di uno fra gli scrittori del Piemonte che più di altri hanno colto l'essenza e l'anima di una terra con caratteristiche capaci di richiamare  visitatori da tutto il mondo, anche grazie a persone che ci consentono la visione di queste colline, mostrandocela  attraverso gli occhi di  Cesare Pavese, un personaggio di cui disponiamo del suo pensiero corporificato in libri, che uno studioso come Vaccaneo custodisce con passione, permettendo in tale modo  la conservazione e la diffusione del suo lavoro.    

immagine alluvione da: www.targatocn.it 

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Articolo pubblicato il 26/01/2016