Torino: il gennaio scivoloso di Chiamparino

E’ ripresa ieri l’attività del consiglio regionale del Piemonte

Atmosfera lunare al Consiglio Regionale del Piemonte. In apertura della prima seduta dell’anno, dopo le lunghe vacanze natalizie, è già mancato il numero legale. Ieri correva la fatidica data dell’udienza dinanzi alla quinta sezione del Consiglio di Stato, in seguito ai ricorsi presentati dalla ex Consigliera provinciale  della Lega Nord,  Patrizia Borgarello e dall’ex consigliere regionale Michele Giovine della lista dei Pensionati, finalizzati alla decadenza dell’esecutivo in carica, minato da gravi irregolarità nella raccolta delle firme. La sentenza è attesa nei prossimi giorni.

Il 26 si terrà poi in sede penale a Torino, la prima udienza che vede imputati esponenti di primo piano del PD e funzionari del partito, imputati quali autori o correi delle presunte falsificazioni delle firme a corredo delle liste del PD e collegate, che hanno determinato, nel 2014 l’affermazione dell’attuale governatore Sergio Chiamparino.

Ma, a prescindere da questi eventi di capitale importanza per il proseguo della Legislatura, è la seduta di martedì del Consiglio che ha rappresentato meglio di altri elementi, il clima di sfilacciamento dell’attuale maggioranza.

Quasi in chiusura d’anno, Chiamparino e il suo assessore Saitta si erano prodotti in ampie dichiarazioni di massimo impegno per la realizzazione della Città della Salute e della Scienza, nella sede già individuata da oltre dieci anni e poi accantonata, sul terreni dell’ex Fiat Avio di via Nizza.

In tale occasione si snocciolarono numeri e previsioni e senza risparmiare le parole. Chiamparino  aveva sostenuto che si giocava la credibilità  per portare a compimento, in tempo certi, questa realizzazione.

Dalle segrete stanze emergeva però, che l’affaire era effettivamente considerato rilevante, ma esclusivamente per  la localizzazione (e qui il primo passo è compiuto) e il nome o i nomi delle imprese che sarebbero state scelte per la realizzazione.

Per tornare agli aulici proclami, Il duetto di piazza Castello, annunciava che, contestualmente alla creazione del building di via Nizza, sarebbero state rase al suolo le sedi ospedaliere oggi in piena attività delle Molinette, il Sant’Anna e il Regina Margherita. Tra i balbettii dell’assessore emergeva che, per sopperire alle centinaia di posti letto decimanti, si sarebbe provveduto ad implementare altre strutture(non ancora non definite).

Ma il colpo si scena avveniva la settimana scorsa. Il prode Saitta annunciava che entro il primo semestre dell’anno, l’Oftalmico, di cui si era tanto discusso nell’ultimo anno, sarebbe stato spezzato in due tronconi.

Una parte da trasferire al Giovanni Bosco, l’altra alle Molinette. Per cui, a prescindere dalla raccolta di oltre 60.000 firme di cittadini e operatori sanitari avversi alla chiusura dell’Oftalmico e mobilitatosi in modo massiccio, la Giunta a conduzione PD, per mettere in cantiere uno  spezzatino improduttivo che causerà innegabili disagi a pazienti e operatori sanitari, sarebbe disposta a sprecare centinaia di migliaia di euro nel predisporre locali sterili ed adeguati, nei reparti obsoleti delle Molinette, ove tra pochissimi anni, a detta di Chiamparino,  interverranno le ruspe.

In apertura di seduta, la consigliera Stefania Batzella, il capogruppo Giorgio Bertola e il suo vice Davide Bono, del M5S, chiedevano all’assessore Saitta, constatata la latitanza del presidente Chiamparino, di riferire al consiglio le ultime decisioni ufficiali della Giunta, anche per comprendere, prima che l’allarme si propagasse tra gli utenti effettivi e potenziali di questo servizio essenziale.

Di fronte alle legittime e doverose richieste condivise anche da altri gruppi dell’opposizione, in primis il consigliere Gianluca Vignale di Forza Italia, la traballante maggioranza, si opponeva e. seppur  a ranghi ridotti e respingeva l’istanza dei grillini. Il gruppo del M5S, sconcertato ha dichiarato:

“Saitta si rifiuta di parlare in Consiglio regionale della questione Oftalmico. Abbiamo chiesto un suo intervento per chiarire il futuro dell'ospedale. Dall'assessore è arrivato un rifiuto convinto a tal punto da far votare l'intera maggioranza contro la nostra richiesta di chiarimenti avanzata dalla consigliera Batzella”.

E così prosegue “la domanda sorge spontanea  cosa deve nascondere Saitta? Ormai sono evidenti le spaccature in maggioranza sulla vicenda Oftalmico così come il “fuoco amico” da parte del comune di Torino amministrato dagli stessi colleghi dei partito di Saitta”. Per poi concludere ”comprendiamo l’imbarazzo, ma non fornire risposte è un fatto grave”.

Martedì 19 non è stata certo una giornata positiva per la nostra malconcia amministrazione regionale.

Il Consigliere Alfredo Monaco (Rete Civica), ha presentato una mozione sottoscritta da oltre 200 oculisti a causa della decisione assunta da Saitta, dal primo gennaio, di eliminare la possibilità di ricorso in Day Hospital con pernottamento presso i centri convenzionati per i pazienti che ricorrono alla chirugia vitroretinica.

Pazienti che, di fronte a lunghissime attese o ai dinieghi, si recano poi in altre regioni, contribuendo ad implementare il turismo sanitario, pagato dal Piemonte

L’assessore Saitta, con evidente e palese imbarazzo, ha abbozzato una risposta e, come ha poi dichiarato lo stesso Monaco (Rete Civica), “l’assessore Saitta ha compreso le difficoltà del settore e si è impegnato al dialogo”

“Dato che nella sua risposta l’assessore Saitta, prosegue Monaco, ha parlato di verifiche accurate nei prossimi due mesi, senza pregiudizi, per fare insieme valutazioni sulla risposta del “solo” pubblico alle esigenze dei malati, e che se sarà il caso si potranno fare modifiche alla convenzione, (il Consigliere Monaco) ha ritenuto di sospendere l’ordine del giorno, apprezzando l’apertura da parte dell’esponente della Giunta”. Tema solo momentaneamente accantonato.

Non è iniziato bene l’anno per Chiamparino.

Forse, a giorni, a prescindere dai dibattiti consigliari e dalla pressioni dei cittadini sempre più esasperati per il funzionamento dei pronto soccorsi e delle code presso le strutture ospedaliere, a chiarire la situazione ed a porre temine a quest’andazzo, sarà determinate l’acume e la costanza dimostrate da Patrizia Borgarello, impegnata nella solitaria battaglia contro la gestione delle fasi pre elettorali che hanno portato, forse indebitamente, Sergio Chiamparino, nei piani alti di  Piazza Castello.

Gennaio sarà il mese della verità?

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Articolo pubblicato il 20/01/2016