Renzi, buttalo nel cesso!

Anche il PD, interpretando i malumori del Paese, prende posizione contro l’iperattivismo controproducente del presidente dell’Inps Boeri

"Non è accettabile che un 'grand commis' di Stato possa fare dichiarazioni di fatto intimidatorie rispetto al Parlamento". Con questa dichiarazione, Renato Brunetta reagisce e convince la presidente della Camera, Laura Boldrini, a prendere posizione verso Matteo Renzi per stigmatizzare e circoscrivere le tante dichiarazione  del presidente dell'Inps, Tito Boeri, che, come un elefante in cristalleria c’invade di anticipazioni su presunti interventi nel comparto pensionistico, mai a vantaggio dei cittadini contribuenti o pensionati.

L’ultima perla, si è concretizzata in  un'intervista a Sky , nel corso della quale, Boeri aveva adombrato il sospetto che il mancato finanziamento da parte del Parlamento dell'operazione "buste arancioni potesse essere letto come una conseguenza alla sua posizione sui vitalizi erogati ai parlamentari".

Ci giungono notizie che la presidente della Camera Boldrini ha,  "ben volentieri accettato di farlo".

Anche la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi, che cura anche i Rapporti con il Parlamento, secondo quanto si apprende,  assicura, pur nel contesto di una dichiarazione in politichese, che "sarà cura" del Governo "chiarire che tale dubbio è infondato”.

La polemica ha, però, contribuito a rimettere in primo piano malumori mai sopiti verso il presidente dell'Inps che secondo una parte del Pd "sta andando oltre il suo ruolo" e dovrebbe anche smetterla di proporre, per mezzo stampa, riforme delle pensioni diverse da quelle già presentate in Parlamento."

Da quando è stato nominato da Renzi, questo bocconiano sconosciuto ai più, nascondendosi dietro a casi di trattamenti pensionistici “scandalosi” che si riconducono tutti dietro norme e regolamenti vigenti nel parastato e in Banca d’Italia, ma che interessano poche centinaia di persone, non ha perso occasione per agitare la mannaia contro pensioni superiori ai tremila euro, i cui beneficiari sono lavoratori che hanno versato contributi e percepiscono la pensione secondo disposizioni legislative avallate anche da accordi sindacali vigenti.

Con la demagogia che lo contraddistingue, il presidente dell’Inps, si propone di devolvere, quasi rivestendo il ruolo del “passator cortese” gli importi rapinati ai pensionati, verso disoccupati 55enni o persone che, non avendo versato contribuzioni adeguate, percepiscono trattamenti minimi.

Il nostro dimentica che lo sfracello presente e futuro dei pensionati, dipende dalle norme contenute nella famigerata legge Fornero e regolamenti successivi.

Il Governo, nel cercare di metterlo in riga dovrebbe anche invitarlo ad occuparsi delle materie inerenti al suo incarico, quali il limitare la straripante burocrazia dell’Inps e migliorare il rapporto tra l’Istituto previdenziale e il cittadino.

Nel contempo, valutate le difficoltà in cui si trovano gli italiani, Renzi dovrebbe rivedere quelle norme che comportano l’erogazione di benefici ingiustificati ed illogici nei confronti dei parenti degli extracomunitari che, in seguito alle ricongiunzioni parentali, percepiscono trattamenti previdenziali ed assistenziali senza aver mai versato un contributo.

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Articolo pubblicato il 15/01/2016