Torino - Tecnica chirurgica vascolare salva donna con disfagia lusoria
Pietro Rispoli

Oggi la donna ha ripreso a mangiare e ha riacquistato un peso normale

Una fortissima compressione dell’esofago, causata da un'anomalia vascolare congenita, aveva messo una donna in condizioni di non mangiare più e di nutrirsi solo per via endovenosa. Era affetta da una grave forma di disfagia lusoria e soltanto un intervento chirurgico innovativo - ne sono stati fatti solo due al mondo - le ha permesso di tornare alla vita normale. Merito dei chirurghi vascolari della Città della salute che, grazie a questa tecnica hanno evitato l’apertura del torace della paziente e di intervenire in maniera meno invasiva possibile.

L’intervento, eseguito per la prima volta in Italia all’ospedale Molinette, risale a circa tre mesi fa ed è una svolta fondamentale nel trattamento di questa malattia.

«All’origine di questa patologia vi è un’anomalia vascolare congenita, presente fino a quasi il 2% della popolazione, chiamata arteria succlavia lusoria – spiega il professor Pietro Rispoli, direttore della divisione universitaria di chirurgia vascolare e della scuola di specializzazione, che ha eseguito l’intervento con il dottor Bertoldo e lo specializzando Ripepi (fondamentale è stata la collaborazione del dottor Mossetti della divisione universitaria di chirurgia toracica) -. L’anomalia consiste in un’emergenza dell’arteria succlavia destra che nascendo a valle della succlavia sinistra, invece che a monte, compie un percorso retroaortico e soprattutto retroesofageo determinando su di esso un’impronta che, nei casi più gravi come questo, può provocarne l’ostruzione completa».

L’intervento chirurgico è consistito in una normalizzazione del decorso anomalo della succlavia destra. «E’ stato fatto un taglio di 10 centimetri sopra la clavicola destra, piuttosto delicata per via della sede anatomica in cui si lavora su arterie che irrorano il cervello – prosegue Rispoli -. E’ stata eseguita una trasposizione della succlavia destra tramite una connessione con l’arteria carotide comune destra e asportando completamente, con il mediastinoscopio, il segmento di succlavia che comprimeva l’esofago. L’esito dell’intervento è stato positivo e tutti i controlli post operatori hanno dato esito favorevole ».

 

                                                                                                                   Liliana Carbone

 

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Articolo pubblicato il 13/01/2016