L’EDITORIALE DELLA DOMENICA DI “CIVICO20NEWS” - Cultura, l’orologio fermo di Franceschini

300 milioni del Governo a tutela del Patrimonio Culturale. Ma chi farà funzionare i Musei?

Le notizia è arrivata alla fine dell’anno, quando già l’attenzione degli organi di stampa e del lettori era rivolta ai festeggiamenti ed al tempo libero.

A darne comunicazione  è il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Il ministro, Dario Franceschini, ha approvato il programma triennale degli investimenti per il patrimonio che contiene 241 interventi in tutta Italia. Progetti che hanno già avuto il via libera del Consiglio superiore dei beni culturali, tengono conto delle esigenze e delle segnalazioni venute dai territori e contribuiranno al rilancio dell'economia.

"Si tratta di un investimento di 300 milioni di euro per 241 interventi in tutta Italia - dichiara il ministro Franceschini - che conferma quanto la cultura sia tornata al centro della politica nazionale. Dall'arte all'archeologia, dalle biblioteche agli archivi, dai musei alle eccellenze del restauro, non c'è settore dei beni culturali che non stia ricevendo un impulso significativo in termini economici e politici da questo governo", conclude Franceschini,  fiero del suo proclama.
 I 300 milioni di euro - che integrano i circa 360 milioni del Programma Cultura destinati agli interventi di tutela nelle 5 regioni del Sud Italia (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) - riguardano tutte le regioni italiane.

Non viene però citato, nei comunicati del Ministero, neppur per sbaglio il Piemonte, forse perché il nostro Patrimonio artistico e culturale è in piena regola ed efficienza.  Poi c’è spazio per tutti gli altri.

Non abbiamo dimenticato la piaga di precedenti, ingenti stanziamenti governativi per Pompei ed altre istituzioni culturali, poi praticamente non andati a buon fine, a causa della scelta di appaltatori legati alla criminalità organizzata o falliti ed il conseguente intervento della Magistratura.

Ma, almeno a inizio d’anno, ci proponiamo di pensare bene, e, a prescindere dall’esclusione del Piemonte dalle erogazioni ministeriali, supporre che gli stanziamenti, nel loro complesso siano stati frutto di scelte oculate e quindi meritevoli per salvare  dal degrado, parte del nostro patrimonio artistico e museale.

Di fronte allo strombazzamento di Dario Franceschini, vorremo ricordare che, per far conoscere all’Umanità il nostro patrimonio artistico, (e lo capirebbe anche un bambino), è indispensabile che l’accesso ad opere d’arte, biblioteche, pinacoteche e quant’altro, sia garantito, con orari certi e non a discrezione dell’ultimo smandrappato che decide di piazzare un’assemblea sindacale o corbelleria del genere, nel momento del maggior afflusso di pubblico.

Sono ancora vive le figuracce e le polemiche scaturite, per citare le principali, a Pompei e al Colosseo, ove comitive numerose giunte appositamente da altri continenti, sono state lasciate, in modo beffardo, a cuocere sotto il sole, con i cancelli di accesso sbarrati.

Purtroppo anche nella civile Torino, la situazione non è ottimale.

Per cause fortunose, sia al ponte dell’8 dicembre che a Natale, gli alberghi cittadini hanno registrato il tutto esaurito di turisti e studiosi, scesi in città per ammirare, oltre al paesaggio urbano, le opere d’arte custodite nei nostri musei. Non si è lasciata sfuggire l’occasione l’impareggiabile Evelina Christillin che è stata accorta, sin dalla riapertura del Museo Egizio, ad adeguare le modalità e gli orari di visita, con tutte le iniziative collaterali di grande spessore culturale, idonee a soddisfare le esigenze dei visitatori.

La maglia nera è toccata invece al Polo reale, in quanto Museo statale, con le porte inesorabilmente sbarrate.

Non intendiamo di certo fare il processo alla neo direttrice Enrica Pagella che ha dovuto fronteggiare le rappresentanze sindacali che consce di essere intoccabili, intendono dettare legge ed adeguare gli orari a quello dei bidelli delle scuole elementari, non volendo o potendo comprende le diversità abissali tra un museo ed una scuola primaria.

Colui che invece è fermo nella sua impostazione retrograda ed inadeguata alla globalizzazione del flusso dei visitatori e dell’accresciuta domanda culturale, è ancor una volta il ministro Dario Franceschini.

Ci rendiamo conto che oggi sia galvanizzato dai riflessi della pseudo cultura nazional popolare espressa dai un cinepanettone, ma la Cultura, di cui dovrebbe occuparsi, è materia assai diversa.

Oltretutto, sempre per restare l Polo Reale di Torino, in molte occasioni, il visitatore, pur pagando il regolare biglietto, non ha potuto accede ad interi piani, in quanto, causa carenza del personale, le visite risultavano forzatamente limitate.

I nostri politici di governo nazionale locale, blaterano ad ogni ora che cultura e Turismo potrebbero contribuire  salvare la nostra economia ed a creare occupazione diretta ed indotta a favore dei  giovani.

Basterebbe quindi porre mano ad antiquati regolamenti ed adeguare l’organizzazione del lavoro, Inserendo forze fresche e preparate, con orari felssibili ed abbandonando i parametri vetero sindacali consoni ad un’offerta culturale ormai anti storica.

Forse anche il Ministero delle Attività e dei Beni Culturali  e il ministro Franceschini in primis, potrebbero contribuire, con un briciolo d’intelligenza, a promuovere la riscoperta e conoscenza del nostro patrimonio museale ed evitare all’Italia la catenaria della figuracce, almeno in questo importante settore.

 

Francesco Rossa
Vice Direttore
Civico20News.it

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Articolo pubblicato il 10/01/2016