Benvenuti nel Medioevo del giornalismo: il 2015 si chiude con licenziamenti, scioperi e la morte di 69 giornalisti

Marie Claire in sciopero contro il licenziamento poco trasparente della sua caporedattrice: immediato il sostegno di colleghi e riviste come Gioia, Elle, Cosmopolitan e Gente. Ma non è tutto: aumentano i giornalisti morti a causa del loro lavoro e il dato è in aumento

La redazione di Marie Claire ha indetto cinque giorni di sciopero, messi in atto il 30 dicembre, il 4 gennaio e il 5 gennaio 2016.  E’ stato annunciato inoltre il blocco degli straordinari.

Questa è stata la risposta del comitato di redazione della rivista contro il provvedimento dell’Hmc, società che edita la rivista e che ha deciso di licenziare la caporedattrice, Alba Solaro, alludendo a ragioni di natura economica. Che c’è di strano – direte voi – nel licenziare

i dipendenti a causa della imperante crisi economica?

Nulla di strano se non fosse che, i vertici di Marie Claire, pare non si siano avvalsi della dovuta correttezza e trasparenza: “l’azienda ha parlato di problemi economici che investono il gruppo a livello internazionale, legati a un calo della pubblicità – spiega Del Corona al Fatto Quotidiano – per questi motivi, hanno deciso di sopprimere la figura del caporedattore centrale. Eppure nell’ultimo incontro con l’editore, a ottobre, nessuno ci ha menzionato queste difficoltà. Anzi, si parlava di una previsione di profitto nel 2016. Qualcuno ci deve spiegare qual è il problema”.

Obiezione accolta. Avvalendosi della legge Fornero, l’editore ha decretato il licenziamento della caporedattrice generale, creando un pericoloso precedente secondo cui tutti sono licenziabili dal giorno alla notte e nessuno è tutelato: un clima di terrore che si riflette inesorabilmente sulla qualità del lavoro dei giornalisti, sulla fiducia tra “governanti e governati” (per dirla alla Rosseau), stretti in un contratto che ancora ambedue le parti a determinati doveri e diritti.

Quando questo patto viene violato, quel “potere” diviene illegittimo e la “resistenza” ad esso diviene un dovere: il sostegno è dunque arrivato non solo dagli altri dipendenti di Marie Claire e da noi, ma anche dalle altre redazioni che fan capo a Hmc quali Elle, Cosmopolitan, Gioia, Gente.

Purtroppo anche se il licenziamento dovesse essere ritenuto illegittimo dal giudice, alla giornalista non spetterà la reintegrazione al posto di lavoro ma solo un indennizzo da 12 a 24 mensilità: intanto però i sindacati hanno chiesto all’azienda un incontro tra le parti, previsto per l’ormai prossimo 11 gennaio.

Si tratta indubbiamente di un periodo poco florido per la categoria, che sta probabilmente vivendo il suo “Medioevo” e non solo dal punto di vista economico: nel 2015 sessantanove giornalisti morti a causa del loro lavoro e il 40% di essi sono stati uccisi da miliziani di gruppi jihadisti, come Al Qaeda e Stato islamico. Altri 28 invece, sono morti in circostanze ancora da chiarire. Nel 2014 erano 61. Insomma il destino dei giornalisti di oggi pare esser da un lato quello dello sfruttamento, dall’altro quello delle violenze o peggio, della morte.

In ogni caso, data la situazione, nell’attendere le dichiarazioni dell’Hmc (che al momento non si è ancora espressa), Civico20news rinnova la sua vicinanza ad Alba Solaro e a tutti coloro che si trovano nella stessa situazione, siano essi giornalisti, badanti, operai, insegnanti o altro.

Fonti:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/04/marie-claire-cinque-giorni-di-sciopero-contro-licenziamento-della-caporedattrice-applicata-legge-fornero/2349385/

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Articolo pubblicato il 07/01/2016