Cronaca dai quartieri di Torino - Borgo Dora: scritte anarchiche contro un esercente

La denuncia di Andrea, cittadino residente in zona

Andrea, nome di fantasia in quanto il cittadino è stato più volte minacciato, ci ha contattato per segnalare come siano apparse, sulla facciata di un edificio di Borgo Dora, scritte minacciose che si possono ricondurre, come egli stesso ha voluto sottolineare, ad un "perfetto stile mafioso".

Andrea, che da tempo è nel mirino dei "cittadini" di canale Carpanini, ci ha detto inoltre:

"Le scritte sono sicuramente addebitabili ai cosiddetti anarchici e chiamarli così è un complimento in quanto si tratta di meschini delinquenti che occupano abusivamente gli edifici lungo il canale Carpanini, a Borgo Dora, fra le vie Borgo Dora e Andreis".

 Obiettivo delle scritte è il Tertifla bistrot, locale di via Borgo Dora angolo via San Simone che da circa tre mesi ha aperto i battenti che, evidentemente, non gode di particolari favori da parte dei succitati "cittadini" ai quali Andrea attribuisce continue operazioni illecite "alla luce del sole".

"Perche dico che si tratta sicuramente di loro? Perchè un mesetto fa 5/6 di loro hanno piazzato, un sabato mattina, un banchetto abusivo davanti all’ingresso del condominio e davanti all’ingresso del locale spostando i tavolini e le sedie. Alle rimostranze della proprietaria hanno reagito sbraitando le solite frasi confuse e prive di senso (in estrema sintesi le frasi erano del tipo: '‘volete riqualificare la zona e volete mandare via i poveri e noi non siamo d’accordo'’ oppure ‘’il tuo locale da fighetti con i soldi qui non va bene’’.

Facciamo notare che un pasto completo ha mediamente il prezzo di 10 euro per cui si tratta di un locale popolare ed accessibile a molti. Ma la cosa sconcertante che Andrea ha dovuto "accettare"  sta nel fatto che alla scena hanno assistito alcuni cittadini e due vigili urbani:

"I civich li hanno fatti spostare garantendo altresì l'occupazione di un altro posto e quindi la continuazione della vendita abusiva di vin brulè".

A quest'ultimo proposito, Andrea ci ha riferito di aver presentato un esposto sul come mai non siano stati multati e la merce sottoposta a sequestro; per dovere di cronaca, la pratica è stata chiusa senza nemmeno informare l'interessato.

Andrea pensa inoltre che questo accadimento abbia prodotto le minacciose scritte che pubblichiamo da cui traspare nettamente il tono intimidatorio e preoccupante per l'Associazione Commercianti del balon che si stanno producendo per ridare l'antico splendore al mercato del sabato:

"Purtroppo il quartiere - ha concluso Andrea - oltre che con la delinquenza e le tante irregolarità si trova a dover a che fare con questi omuncoli ottusi che, in buona sostanza, difendono l'illecito che si consuma in strada di fronte alla casa occupata".

L'ultima amara considerazione di Andrea sono le impressioni raccolte fra cittadini:

"Molti preferirebbero che si tornasse indietro di un paio d'anni quando i disperati del mercato del balon dormivano in strada il venerdì notte per potersi garantire un posto al sabato. Ma ciò che mi lascia perplesso è che mentre la polizia sgombera le case occupate dalle famiglie disperate c'è gente che da anni detta legge in canale Carpanini senza che mai nessuno abbia fatto nulla per riportare la situazione alla normalità".

Sicuramente uno spaccato cittadino che purtroppo si sta replicando in analoghe situazioni anche in altre borgate accrescendo il malcontento di coloro che si sentono indifesi contro i soprusi di chi pare goda di una sorta di privilegio prodotto per non "appesantire in maniera pericolosa certe situazioni".

Sta di fatto che la gente comune, quella che ha lavorato onestamente per garantirsi un futuro dignitoso, deve subire situazioni che sono al di fuori del comune senso di reciproco rispetto.

Ma come abbiamo più volte sottolineato, manca la volontà politica per risolvere i problemi e quello di canale Carpanini è un grosso problema per Andrea e per tutti i residenti e commercianti della zona; parlarne serve comunque per non cedere alla rassegnazione ed accettare supinamente qualsiasi forma di vessazione.

 

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Articolo pubblicato il 06/01/2016