Saluzzo (CN) Cos’è il progetto “Mindstorms”?

Cronaca di un’esperienza narrata da due studenti del Liceo Bodoni

Il progetto “Mindostorms” della casa danese LEGO rende la robotica, da alcune decine di anni, alla portata di tutti, semplificando la costruzione di veri e propri robot mediante gli iconici mattoncini colorati seguendo i modelli realizzati da equipe di ingegneri e messi a disposizione degli utenti, oppure chi è più esperto può realizzarne uno in piena autonomia partendo da zero.

Alla facilità di assemblaggio si unisce quella di programmazione, poiché il linguaggio utilizzato si basa su di un’interfaccia grafica semplice e intuitiva in cui il codice è costituito dalla successione di blocchi, ognuno dei quali corrisponde ad un’azione o operazione logica eseguibile dall’unità di controllo del robot. Nonostante ciò questi sistemi sono in grado di svolgere operazioni estremamente complesse che sarebbero raggiungibili solo con dei linguaggi di programmazione molto più complessi ed evoluti.

Sebbene le componenti di partenza siano sempre le stesse (di fatto esistono solo due tipi di kit) è possibile realizzare un grande numero di progetti diversi in base alle combinazioni che si scelgono e al numero di kit che si sfruttano; vi sono vari livelli di difficoltà in base ai quali saranno necessarie delle conoscenze più o meno approfondite in discipline scientifiche anche diverse dall’informatica, come fisica, meccanica ecc. Esistono, comunque, dei progetti più semplici che sono realizzabili anche nei primi anni del liceo senza incontrare difficoltà di particolare rilevanza.

In particolare noi studenti delle quinte opzione scienze applicate del Liceo Bodoni quest’anno abbiamo avuto la fortuna di poter realizzare un grandissimo numero di progetti diversi ognuno dei quali aveva come obiettivo il raggiungimento di un alto livello di automatizzazione nello svolgere un determinato processo (come l’assemblaggio e lancio di una trottola o la camminata di un elefante) focalizzandosi su una particolare implementazione (ad esempio l’integrazione di un sensore giroscopico o l’uso di più processori per coordinare un numero maggiore di motori e sensori) in modo da raggiungere un alto livello di automatizzazione.

Grazie a questo tipo di attività si ha la grande opportunità di mettere in pratica quello che normalmente viene svolto solamente a livello teorico e tutto ciò non può che portare un effetto positivo sull’apprendimento e la comprensione di un determinato argomento.

Senza dubbio anche le classi future potranno cimentarsi nel meraviglioso mondo della robotica per avere un esempio di come l’informatica e i propri studi siano applicabili alla vita reale.

Umberto Druetta e Damiano Bollati

5^E – Liceo Bodoni

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Articolo pubblicato il 06/01/2016