Continua inarrestabile la scia di morte a Caracas: ragazzo di 19 anni ucciso da una granata

Il ragazzo viaggiava sull’autostrada quando due rapinatori si sono affiancati alla sua auto: il colpo si è concluso con il lancio di una granata

Il diciannovenne Eddy Diaz è stato ucciso a Caracas, martedì 30 dicembre, sull’autostrada Charallave-Ocumare.

Una notizia che i venezuelani purtroppo sono soliti sentire e che va ad accumularsi a tante altre fra loro tristemente simili, soprattutto in un paese in mano alla criminalità e alla totale carenza di viveri e rifornimenti, stretto nella morsa della stagflazione. Una notizia che invece nel nostro paese fortunatamente possiamo solo sognare o al massimo osservare sui grandi schermi.

Il ragazzo si stava recando da alcuni amici, quando due rapinatori si sono affiancati alla sua vettura puntandogli contro una pistola, che però si è inceppata. Tuttavia anche il giovane, che era armato, ha cercato di difendersi con una sua pistola che, ironia della sorte, si è inceppata.

Come si è conclusa dunque questa (per noi) surreale vicenda?

Questo tragico avvenimento si è concluso con il lancio, da parte dei due rapinatori, di una granata – sì, avete letto bene, UNA GRANATA – sul veicolo del ragazzo, da esso tirato fuori in fin di vita e portato, o meglio rimbalzato, come una pallina da ping pong da un ospedale all’altro fino alla sua morte, avvenuta all’ospedale Pérez Carreño.

Eppure non si tratta di un caso che dalle nostre parti sarebbe prontamente etichettato come di “malasanità”: non si tratta infatti di una carenza generica della prestazione dei servizi professionali rispetto alle loro capacità, ma di una totale assenza di esse, un problema strutturale dovuto al difficile momento che sta attraversando il paese.

Un problema che l’elevatissima percentuale di criminalità non fa che acuire: come riportato da “El Nacional”, nel mese di dicembre (2015) si è rilevata la presenza di 488 cadaveri nel solo obitorio di Bello Monte, il 90% dei quali frutto di omicidi.

Un numero impressionante, in special modo se ci soffermiamo a pensare non solo che Bello Monte è una urbanización di Caracas, ma anche che, inoltre, molte altre vittime non hanno la “fortuna” di finire all’obitorio.

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Articolo pubblicato il 05/01/2016