La “Torino noir” vista e narrata da Milo Julini

Storie del vicolo Tre Quartini – terza e ultima parte

Concludiamo con notizie che riguardano il Novecento la nostra rassegna di “ritagli di giornale” relativi al vicolo Tre Quartini.

In questo secolo, il vetusto vicolo sopravvive per 32 anni, senza destare troppo scalpore: se ne parla per un incendio, che poteva avere conseguenze nefaste, per un episodio che modernamente si potrebbe definire di stalking e per un incidente stradale che oggi riesce un po’ difficile immaginare in quella location.

“La Stampa”, 2 novembre 1914. – Incendi di lieve entità.- Verso le 20 di ieri sera i pompieri venivano avvertiti di un incendio in Barriera di San Paolo.

Appena tornati alla caserma che un altro avviso telefonico li chiamava nel vicolo Tre Quartini, 2.

Anche in questa località si aveva un principio d’incendio.

Nella casa di proprietà del signor Pietro Anziano e più propriamente in un alloggio al secondo piano, tenuto in affitto dal cittadino dell’ordine Ferdinando Francescone, per motivi imprecisati, il fuoco si era sviluppato nel pagliericcio di un sofà.

Il fumo, uscente dalle finestre, aveva richiamato l’attenzione dei vicini, ed una cognata del Francescone si era precipitata subito nell’interno per portar fuori i due bambini Fernando, d’anni 11, e Remo, d’anni 6, che stavano dormendo nella camera vicina a quella in cui si era sviluppato il fuoco.

I pompieri, al comando dell’ufficiale Rolando, giunti sul posto, non tardarono a spegnere il fuoco.

I danni sono lievissimi.

Sia al Borgo San Paolo che in vicolo Tre Quartini il servizio d’ordine fu disimpegnato dalle guardie municipali, dagli agenti di P.S. e dai carabinieri. 

Veniamo ora all’episodio di stalking: un fidanzato lasciato non si rassegna e diventa brutale.

“La Stampa”, 30 settembre 1918. – I violenti.

La giovane sarta Margherita Marchetti si trovava ieri col suo innamorato nella Trattoria del Lion in vicolo Tre Quartini, quando ebbe la sgradita sorpresa di veder entrare un suo ex-amante, certo Bianco Giovanni, che abita in via Viotti n. 9.

Il Bianco, un violento che non gradiva di essere stato  così presto dimenticato dalla Marchetti, si avvicinò al tavolo dove sedevano i due e cominciò ad apostrofare in malo modo la donna, poi in un impeto di gelosia le inferse una coltellata alla coscia destra, dandosi poscia alla fuga.

La donna, accompagnata al San Giovanni, fu dal dottor Cirio giudicata guaribile  in 15 giorni. Il Bianco è stato denunciato all’Autorità.

Un cavallo imbizzarrito che corre nelle vie cittadine, fermato da un volenteroso, spesso impersonato da un Carabiniere, è una scena inusuale ma che ci riesce facile evocare ed immaginare. Ma che il cavallo si imbizzarrisca in via Roma e si lanci al galoppo per via Bertola, questo ci può apparire un po’ improbabile…

“La Stampa”, 21 ottobre 1921. – Gli incidenti della viabilità. La vettura tranviaria n. 211 della Società Belga in via Roma all’altezza di via Principe Amedeo urtò nella parte posteriore la vettura pubblica n. 221, tirata da una cavallo  guidato da Pavesi Francesco.

All’urto questi cadde da cassetta senza però riportare alcun male ed il cavallo, spaventato, si diede a corsa sfrenata per via Bertola.

In prossimità del vicolo Tre Quartini il cavallo venne affrontato coraggiosamente da certo Chiantello Antonio il quale afferratolo per le redini riuscì dopo breve tratto a fermarlo, riscuotendo applausi delle molte persone presenti. Sulla vettura stava un signore, che all’inizio della fuga saltò dal legno rimanendo illeso. 

Gli articoli del giornale “La Stampa” fin qui esaminati non possono certo far pensare al vicolo Tre Quartini come a un punto nodale della malavita dell’antica Torino: non vi è stato mai segnalato nessun delitto efferato, fino alla scoperta dei due scheletri, avvenuta proprio al momento della sua scomparsa, nel 1932.

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Articolo pubblicato il 20/01/2016