Pensioni sempre più lontane: dubbi e preoccupazioni

Ma anche tristi presentimenti

Egregio Direttore,

se ho capito bene, Renzi e la sua maggioranza parlamentare, vogliono mandare in pensione i lavoratori che hanno oltre 66 anni di età, o lavorato (e versato) per  42 anni.  Ma cosa ci fa una persona, magari con problemi di salute, sul posto di lavoro in fabbrica con 66 anni di età? O dopo aver lavorato per oltre 40 anni?

Forse a Roma sperano che molta gente non arrivi alla pensione per far risparmiare l'Inps? 

Oppure, non hanno capito che le persone che lavorano non lasciano il posto ai tanti, anzi troppi, giovani disoccupati?  Ma che razza di strategia è questa che sembra un “Karakiri” a danno di giovani e meno giovani? 

In questo modo si creano seri problemi occupazionali perchè il "ricambio" nelle aziende (e uffici) viene ostacolato dalle decisioni dei politici che non sanno cosa vuol dire lavorare per 40 anni. Per salvare i conti dell'Inps,  spostano gli anni di lavoro fino al punto da vedere le persone affaticate e logore sul loro posto di lavoro. 

Anche se la vita si è allungata, grazie a farmaci e alimentazione , una persona, dopo un lungo periodo di lavoro, ha il diritto di godersi la sua “maturata” pensione con una certa serenità. E i Sindacati cosa fanno? 

Fanno la voce grossa e le manifestazioni, ma poi abbassano la testa e si adeguano alle decisioni dei loro politici.  Invece di intervenire su stipendi/pensioni d'oro, sussidi e privilegi, si è preferito agire sui lavoratori  costringendoli a rimanere sul posto di lavoro fino al consumo delle loro energie.

Con tutte le riforme che si potevano fare quella sulle pensioni è  PESSIMA e danneggerà molti cittadini che lavorano lasciando a casa molti giovani. 

Peggio di così non potevano fare!!

                                                                                                      Marino Bertolino

 

-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-°-

 

Carissimo lettore,

innanzitutto Le porgo i miei migliori auspici per l'anno che spero abbia iniziato nella migliore maniera, anche se dalla  lettera inviata si riconoscono le preoccupazioni, ed anche l'indignazione, Sua e di molti italiani che devono subire l'ennesima vessazione economica inflitta da chi li governa (?).

E tutto ciò all'insegna della qualità della vita, di quel miraggio più volte sciorinato che poi si traduce in una triste realtà. Le confesso che la provocatoria riflessione sul disegno atto a ridurre le pensioni in predicato l'ho avvertita nel pensiero di molte persone che hanno espresso netta disapprovazione nell'operato del governo che poi si trova, irrimediabilmente, alle prese con la disoccupazione giovanile che non trova spazi nell'attuale assetto gestionale.

E' opportuno che si inizi a pensare seriamente a coloro che, terminati gli studi, sono obbligati a cercare il lavoro lontano dalla propria casa o, ancor più gravemente, dalla loro patria. Tutto ciò, che dovrebbe essere frutto di una scelta, si sta traducendo in necessità con grave perdita nella crescita e nello sviluppo nazionale privato delle identità scaturite in virtù di una tradizione secolare che la globalizzazione sta contribuendo a dissolvere.

Per cui le aziende si troveranno sempre più nelle condizioni di non poter contare sul ricambio generazionale indigeno che è la vera linfa vitale per alimentare quella che oggi possiamo definire la "volontà di continuare". Il Suo riferimento ai sindacati coglie nel segno ed ogni commento sarebbe superfluo: le Sue espressioni rispecchiano, purtroppo, la realtà.

Ma il problema più grande, a mio avviso, è la totale mancanza della ricerca di nuove attività che aprano altrettanto nuove vie imprenditoriali per i giovani; oggi qualcuno ci ha provato, con successo e senza l'aiuto dello stato, ma forse ciò può irritare chi preferisce, sicuro della propria poltrona, mantenere una posizione di privilegio quasi come se fosse l'unica panacea di ogni male.

Sulla Sua ultima affermazione non sono d'accordo: si può fare molto peggio e spero che qualcuno non si stia già adoperando in proposito.

Voglia gradire i miei più cordiali saluti.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 04/01/2016